hakurenshi: (Default)
hakurenshi ([personal profile] hakurenshi) wrote2020-02-28 09:33 pm
Entry tags:

Broken strings (COWT10, week 4, m1)

 

Fandom: Tsurune
Prompt: spokon (m1)
Parole: 900
Warnings: shonen-ai.



Il suono che fa una corda d'arco che si spezza è riconoscibile tanto quanto quello di un tiro perfetto; si sente ancora prima che colpisca il bersaglio e, allo stesso modo, ancora prima di vedere la corda perdere tutta la sua tensione nel momento in cui è rotta l'orecchio ha già registrato l'accaduto, lo sguardo cerca subito l'arco dal quale il suono è arrivato. Quando ciò avviene in un dojo con più di una persona presente a tirare con l'arco, esiste un istante lungo una manciata di secondi in cui si cerca febbrilmente la persona a cui la corda si è rotta, quasi in una trepidante attesa - è come sentire lo sgretolarsi della colonna portante del mondo con la consapevolezza che sia un qualcosa di inarrestabile e destinato a scuotere fin nel profondo, perché l'arco non è il mezzo ma la completezza, e una corda spezzata è un cuore incapace di battere ancora. Subito dopo, poi, si conosce cosa potrebbe arrivare: un infortunio.

Per questo quando un rumore stridente rispetto alla gamma di suoni a cui sono abituati arriva al suo orecchio come a quello di tutti gli altri membri del club, Seiya perde la concentrazione e rilascia la freccia troppo tardi, le spalle tese e la freccia che si conficca di parecchio sopra al suo bersaglio. Ma a quel punto i suoi occhi non sono già più sul cerchio lontano e cercano prima Minato, per puro istinto, trovandolo però con l'arco ancora nemmeno teso e perfettamente integro, confuso quanto lui. Alle sue spalle, la voce di Nanao chiama il nome di Kaito e per quanto non ci sia l'urgenza in risposta a qualcosa di grave nella sua voce, Seiya non può evitare di spostare la propria attenzione su Onogi con fare allarmato e una punta di panico a chiudergli lo stomaco, specie quando nell'inquadrare la figura del compagno di squadra nota subito che si sta tenendo la mano e l'arco - la cui corda è inequivocabilmente spezzata - è stato recuperato da Seo accorsa al suo fianco perché più vicina.

L'espressione di Kaito ha la stizza a cercare di mascherare un accenno di dolore; mentre Ryohei è già a chiamare Takigawa, andando contro le proteste di Onogi, Seiya gli sta già di fianco e gli sta prendendo il braccio per forzare Kaito a mostrargli la mano. Incontra qualche resistenza e una mezza imprecazione a denti stretti, ma forse in questo caso lo sguardo che Seiya gli lancia è eloquente abbastanza da far sì che Onogi per una volta smetta di fare il testardo quanto sufficiente a giudicare la serietà dell'accaduto.

Seiya non è un esperto, ma ha visto qualche brutto infortunio nel loro ambiente al punto da sapere che non dovrebbe essere niente di troppo grave, a dispetto dell'evidente segno lasciato dal colpo inferto dalla corda dell'arco. Non osa toccarlo, ma non lascia il braccio di Kaito nemmeno quando Takigawa si avvicina e si premura di controllare a sua volta per giudicare anche lui l'entità dell'avvenuto.

«Mh» mormora in un primo momento, annuendo «meglio lasciar controllare in infermeria. Takehaya, puoi-»

«Lo accompagno.» lo anticipa Seiya, scambiandosi un'occhiata con l'uomo. Entrambi sanno che, lasciando andare Onogi da solo, la visita in infermeria potrebbe non avvenire mai. 


«Non è nulla di grave, ma per sicurezza domani tienila a riposo e se noti qualcosa di diverso o il dolore aumenta, potrebbe essere una buona idea andare sul sicuro e fare una visita da uno specialista. Non credo ti servirà, in ogni caso.» comunica l'infermiere dell'istituto con un sorriso rassicurante mentre si alza dal suo sgabello e raggiunge la porta: «Devo passare a consegnare del nuovo ghiaccio spray al club di atletica. Restate pure finché il ghiaccio secco non si è sciolto, poi tornate alle attività. Io per allora dovrei già essere tornato, ma in caso contrario chiudete e consegnate la chiave in sala professori, intesi?»

Seiya annuisce, mentre Onogi - seduto su un altro sgabello e con il ghiaccio sulla mano - borbotta qualcosa di poco definito.

Quando la porta si chiude, Seiya sposta lo sguardo sull'altro, andandosi a sedere al posto dell'infermiere e quindi di fronte a Kaito; non dice niente ma, come se gli avesse appena fatto una ramanzina, Onogi lo guarda con espressione corrucciata: «Non si è spezzata perché cercavo di far girare l'arco, okay.»

«Ah. Quindi stavi cercando di far-»

«Ti ho detto di no!» sbraita, voltandosi dall'altra parte. Seiya sospira, già stanco in partenza, lasciando cadere il discorso e il silenzio li avvolge. Nessuno dei due parla per diverso tempo e a dare il via di nuovo alla conversazione - uno scambio, in effetti, più che una vera conversazione - è il rumore del ghiaccio secco che viene girato dal lato più fresco dallo stesso Onogi.

«Kaito.» lo chiama Seiya, lo chiama per nome ed è una cosa iniziata da poco, a cui entrambi non sono abituati e che ancora li imbarazza, ma lo fa di proposito e non si stupisce di vedere Onogi sussultare appena e fissarlo a bocca aperta come un pesce, pronto forse a sbraitargli dietro qualcosa senza però davvero riuscirci. Specie quando Seiya aggiunge, senza guardarlo, un «Non sforzarlo almeno per domani, okay?»

Onogi grugnisce, stringe appena la presa sul ghiaccio contro la mano offesa, ma non dice nulla.

Seiya sbircia in sua direzione, riconosce il broncio impacciato sul suo viso e gli scappa da ridere, piano, in uno sbuffo appena accennato.