hakurenshi: (Default)
hakurenshi ([personal profile] hakurenshi) wrote2018-03-01 08:31 pm

Fire (cow-t, week 7; M2: deserto)

 Odiava Echait con tutto se stesso: ma come si poteva vivere in uno stupido posto così gelido?! Va bene che detto da uno che abitava le Terre di Nessuno, deserte sia come clima e presenza di dune che come popolazione per il livello di pericoli che presentavano poteva sembrare poco obiettivo come commento, ma sul serio, la gente di Echait in più di sei secoli non aveva mai pensato di cambiare luogo? Migrare? Maledire gli dèi?
«Wyran è disperato perché dice che non trovare un ospite è inammissibile.» pronunciò una voce alle sue spalle; se non si voltò con l’intento di darle fuoco - letteralmente - fu solo perché sapeva riconoscere l’assenza di intento omicida tanto quanto la sua presenza. Quando si ritrovò faccia a faccia con la regina di Echait fu piuttosto felice di non averle dato fuoco. Supponeva non sarebbe stato molto d’aiuto dal punto di vista diplomatico anche se, beh, lui della diplomazia non era proprio un grande esponente né se ne faceva davvero qualcosa.
«Non sono un pezzo grosso, può stare tranquillo anche se vado disperso, mh? Che insomma, c’è poco da scherzarci in questo posto. Davvero vi sapete orientare?»
«La maggior parte di noi sì. Mi posso sedere?»
Per essere una sovrana, strana lo era di sicuro. Ian di re ne aveva incrociati abbastanza per una vita intera - ossia uno solo, più che sufficiente per tutta la sua categoria -, ma era ben difficile immaginarne uno mettersi sullo stesso piano di un ospite di poca importanza, senza titolo nobiliare, considerato addirittura un fuorilegge. Il suo essere a capo dei reietti che nessun altro voleva non valeva nulla, di fronte a una regina, eppure Iris di Echait chiedeva il permesso di occupare un piccolo spazio accanto a lui, lì seduto su uno dei punti più alti del palazzo reale. Simulò un piccolo inchino, un gesto goliardico e non di vero rispetto, ma Iris si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito che si trasformò in una piccola nuvola di condensa, il fiato caldo a perdersi nel clima rigido. Si sedette, raccogliendo le gambe vicine al corpo e abbracciandole: era minuta, tanto che forse Ian non le avrebbe attribuito i suoi diciotto anni se non fosse stato al corrente dell’età in questione.
«So che però anche le Terre di Nessuno sono difficili per l’orientamento.»
«Si potrebbe dire che abitiamo in due deserti diversi: il mio è di sabbia e terra secca, di rocce e bestie che il ragazzo-drago non penso voglia incontrare di nuovo.» ammise con una punta di divertimento. Forse lei non sapeva delle disavventure del suo protetto o forse sì, ma a lui non interessava troppo ai fini della conversazione «Il tuo è neve e ghiaccio, bianco in terra e bianco in cielo. Forse qualche bestia ce l’avete anche voi ma io in un posto simile impazzirei-- poi comunque fa un freddo esagerato!» si lamentò, un broncio leggero mentre sbuffava fuori con fare teatrale aria calda, vedendo un’ennesima nuvola di condensa formarsi.
«Se devo essere sincera, non credo che un deserto di ghiaccio come Echait possa essere abitato da qualcuno che non sia nato qui.» ammise, usando anche lei quel paragone, definendo “deserto” un luogo che era comunque di certo più abitato delle terre di Ian. Perché lo facesse, lui non ne aveva idea, ma nemmeno lo interessava troppo; la regina lo incuriosiva, sì, ma non era un’esistenza vitale per lui. Era importante come la distrazione in un momento di noia: si sopravviveva benissimo anche senza.
«Beh non penso che uno dall’esterno ci verrebbe volutamente, in un posto così. Senza offesa, eh. Tu magari sarai pure una buona regina - è un po’ difficile crederci, niente di personale però l’unico re che ho conosciuto è quello di Raskea e hai un po’ quel desiderio di dargli fuoco. Tu non usi il fuoco vero?»
«No» replicò lei scuotendo la testa «ghiaccio.»
«Ovvio.» sbuffò lui, alzando lo sguardo al cielo; che bianco fastidioso.
«Comunque sì, magari tu rendi questo posto fantastico, ma fa troppo freddo per i miei gusti.»
«Sicuramente io troverei le Terre di Nessuno troppo calde.» minimizzò lei, come a dire che non era importante che lui insultasse sottilmente (e nemmeno troppo) il suo Paese. Ian la guardò di sbieco: esisteva un sovrano così poco influenzato da un plebeo che gli diceva in faccia quanto il suo regno facesse schifo?
«Però per essere un deserto di ghiaccio e neve» riprese, portando gli occhi su di lui «è un deserto libero.»
Ah, pensò guardandola. E’ così, quindi.
Iris Ceallaigh era il tipo di regina che proteggeva nel silenzio, avvolta nella discrezione di un Paese bianco e fatto di una quiete surreale; taceva, osservava, accomodava prima di sferrare un colpo solo, anche piuttosto scontato, ma che il bersaglio lo prendeva in pieno.
Ian rise, sentendo una bolla di calore scoppiargli nel petto - si piegò in due, poi si lasciò cadere indietro fino a sdraiarsi, per poi rannicchiarsi e ridere tenendosi la pancia. Ogni tanto la guardava e vedeva che Iris ridacchiava piano, coprendosi la bocca con la mano minuta, per nulla infastidita da tutto quel rumore.
Come Echait, anche lei nascondeva ogni cosa, ma solo perché la lasciava coperta di così tanti strati di neve che vedere era impossibile.
Un guizzo nella sua mente offrì a Ian la motivazione perfetta per essere lì e per restarci, nonostante il gelo.
Chissà quando sarebbe venuta giù una valanga che Echait tratteneva da sei secoli - chissà come suonava quella regina discreta e silenziosa, quando esplodeva come il più distruttivo degli incendi.