hakurenshi: (Default)
hakurenshi ([personal profile] hakurenshi) wrote2022-03-26 02:57 pm
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Close enough (week 5, m5)

Prompt: Oscurità
Missione: M5 (week 5)
Parole: 657
Rating: teen up
Warnings: original





Ugetsu ha avuto un'infanzia felice. Ci sono tanti tra gli ability user che non possono dire lo stesso e ormai è quasi strano sentire uno di loro - specie della sua generazione - dire di essersela passata bene, di non aver subito la discriminazione o di aver potuto dire di essere diverso e non doversene pentire poco dopo. Ugetsu non si considera benedetto, ma neanche maledetto. Sarebbe potuta andare molto peggio ma non è stato nemmeno un privilegiato. Ha ricordi vaghi della prima volta che ha manifestato il suo potere, ma non ricorda grossi incidenti. I suoi genitori erano già piuttosto familiari con le abilità, dal momento che suo padre ne aveva una e si aspettava di poter passare il gene alla sua prole, e anche quando Ugetsu ha cominciato a sentirsi più a suo agio in un'oscurità che poteva controllare piuttosto che in una luce in cui non trovava niente di speciale, hanno lasciato che potesse apprendere i propri limiti e studiare quanto lo incuriosiva.


Non ci sarebbe stato alcun problema se negli anni della sua adolescenza un altro ability user non avesse perso completamente il controllo, causando danni incredibili e anche dei morti. Lo avrebbe riguardato relativamente poco se non avessero avuto lo stesso tipo di potere: manipolazione dell'oscurità.


*


Alcune abilità sono molto esclusive, al punto che trovare due coetanei o due persone comunque molto vicine di età con la stessa è piuttosto difficile. In alcuni casi impossibile. Ma ce ne sono anche altre, come quelle elementali, che invece si prestano molto meglio. Crescere come manipolatore dell'oscurità quando il Governo del tuo Paese non si è ancora ripreso da quando l'ultimo come te ha dato di matto non è divertente e non è facile. La serenità con cui la sua famiglia approcciava la sua abilità è diventata tacita paura, tentativo di non causargli mai sbalzi d'umore per paura che potesse perdere il controllo anche lui. Le amicizie, i compagni di scuola prima e i colleghi di lavoro poi si sono trasformati in distanze impossibili da colmare.


Ugetsu ha passato tutta la sua infanzia a trattare l'oscurità come la compagna più fedele, il gioco più divertente e una parte di sé quasi più simpatica di come sarebbe stato senza; non le ha mai dato un'accezione negativa, nessun mostro pronto a uscirne per divorarlo, nessuna persona crudele a rappresentarla.


Anche il giorno in cui sente dire a un uomo «Ho votato per ucciderlo quando era fuori controllo, nonostante tutto, e lo farei di nuovo se fosse necessario.» e capisce che si parla di quel ragazzo la cui unica colpa è stata avere un'abilità e perdere di vista cos'era giusto per una manciata di giorni. Non è che Ugetsu non capisca la gravità di quanto successo. Solo che sarebbe potuto essere lui.


*


«Smettila! Smettila di seguirmi con quel robo di oscurità! Vattene! VATTENE!»


Yuuya salta dal tavolo al divano, quasi buttando per terra Akemi. Un'imprecazione risuona nella stanza, qualcosa di inadatto alle delicate orecchie di un quattordicenne che a causa sua ha appena perso parte del controllo sulla sua abilità e ora si ritrova in forma ancora umana ma con orecchie e coda da gatto. Ugetsu ride e aumenta il passo, gli va dietro per continuare a stuzzicarlo - dalla sua mano, come un prolungamento del suo braccio, l'oscurità che può controllare prende la forma quasi di una corda che sinuosa si piega a mezz'aria per inseguire il povere Yuuya. Tutti pensano che Ugetsu lo faccia solo per il gusto di maltrattarlo e molestarlo; benché questo lo offenda terribilmente, continua perché vorrebbe che il più giovane smettesse di aver paura di un controllo che è normale non abbia ancora, visto come nessuno si sia mai preso la briga di aiutarlo.


Per far questo manipola la sua oscurità, le fa prendere la forma di una di quelle simpatiche mascotte che si potrebbero trovare in un anime: «Yuuya-kun! Vieni, avvicinati! Amanda vuole riempirti di amore, non vedi?! Amala! Amami! AMACI!»