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Dakene (week 5, m5)
Prompt: Drago
Missione: M5 (week 5)
Parole: 536
Rating: teen up
Warnings: original
Sa bene che la sua è un'opinione assolutamente di parte, ma Ivirenth ai suoi occhi è il posto più bello della terra. Non importa cosa il resto del continente possa offrire o che la sua isola sia all'estremo nord-ovest della piantina o, ancora, che siano davvero in pochi quelli che ci si avventurano - per non dire quasi nessuno. Non si sente di poterli davvero biasimare, però: tra le leggende sulla maledizione che colpisce chiunque con cattive intenzioni si avvicini all'isola, le voci per cui sarebbe disabitata e dunque meta sconsigliata per qualsiasi mercante che si ritroverebbe a non avere nessuno con cui fare affari, e la paura generale dell'ignoto non si può dire siano la migliore meta turistica che il mondo possa offrire. Nonostante questo, Dalyar è cresciuto qui, è la sua terra e a volte gli è pesato non poterla condividere.
Anche ora che frequenta l'Accademia vorrebbe condividerla di più, vorrebbe poter dire che il mondo oltre l'oceano esiste, è formato da scogliere meravigliose. Vorrebbe poter parlare della sua famiglia. Del motto della sua isola - mai più schiavi - che lo rende così fiero. Però ogni giorno il mondo gli ricorda che non può perché lui è Dalyar, erede dei Gazewintergilde, l'ultimo clan di draghi rimasto vivo. Coloro che maledicono chiunque metta piede su Ivirenth.
Il mondo, ha imparato molto presto, non è gentile con quelli come lui e non ha spazio da offrire.
*
La realtà di essere diverso non l'aveva mai nemmeno sfiorato, da piccolo. Difficile quando tua nonna può mantenere una forma del tutto umana così come essere completamente drago, maestosa nelle sue squame scure. Complesso se poi tuo padre, drago per metà, ha passato tutta la tua infanzia a tenere la coda squamata ben visibile da sotto la veste, un po' per farti giocare e un po' per lasciarti credere, mentre ancora cerchi di controllare il corpo abbastanza da nascondere i tratti non umani, che anche non riuscirci va bene. Seppure tutto il mondo dovesse vedere gli occhi di drago, andrebbe bene. Così Dakene ha lasciato che suo figlio giocasse con la sua coda tanto quanto amava fare con i suoi capelli lunghi. Poi è nata sua sorella minore, per cui le caratteristiche da drago erano leggermente meno evidenti; ma dopo ancora sono giunti i gemelli, uno a fare bella mostra della coda e l'altra delle piccole corna sulla fronte.
Dalyar aveva appena dodici anni quando alcuni umani si avvicinarono abbastanza da poterli osservare da vicino. Lo stesso giorno gli è stata data la caccia come un animale, ha visto suo padre trasformarsi in drago e quasi ucciderli, ha sentito la voce di sua nonna risuonare minacciosa nelle loro teste e intimargli di andare via se non volevano che la maledizione si scagliasse non solo su di loro ma sui loro figli. Ha scoperto che un attimo prima di morire sotto le percosse piene di odio e paura degli esseri umani, il suo corpo diventa resistente come un diamante, le squame gli ricoprono la pelle.
E' la prima volta che vede suo padre tornare alle sue sembianze umane e piangere come un bambino, chiedendogli scusa.
Ancora oggi Dalyar, quando allo specchio vede un paio di occhi di drago guardarlo di rimando, non capisce perché.