![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Calici on the road (week 5, m3)
Prompt: roadtrip (nel senso del trip che mi sono fatta a scriverla)
Missione: M3
Parole: 2131
Rating: gen
Warnings: originale. Nessuna compagna di squadra è stata maltrattata per la stesura del seguente testo.
C'è stato un tempo in cui il mondo non avrebbe concepito forme diverse, in cui i canoni di bellezza erano stabiliti dalla società. Epoche buie in cui tutto ciò che era più curvy o troppo poco curvy, vestito di nero quando andava il verde acqua Paolo Veronese - come lo citavano i giotto, unico eroe della tavolozza, l'unico che ti ricordavi anche a cinque anni perché ma chi lo dà un nome del genere a un colore - ti attendeva una sola cosa: la pubblica gogna. L'unfollow sui social. Un tag sbagliato. Innumerevoli tragedie di mancati cuoricini su facebook.
Per fortuna si può solo migliorare, con il progredire della società e l'accurato studio della storia. Va bene, c'era stato qualche intoppo per un numero leggermente alto di secoli in cui nessuno ci ha capito niente e poi si sono fatti sempre gli stessi errori, e le guerre, e le pandemie, e gli oscar mai a un'ora decente per gli stronzi italiani che vogliono seguirli senza rinunciare al sonno di bellezza. Ma ormai è acqua passata.
Il mondo ha compreso. E' cambiato. Ha abbracciato un'ideale di tolleranza, uguaglianza, amore super partes. Un tempo essere un Calice sarebbe stato difficile: relegati a ruoli di eleganza su un tavolo ben apparecchiato, parte dell'argenteria buona di nonna Pina con la consapevolezza che saresti stato tirato fuori una sola volta l'anno. La volta. E poi via, al chiuso per altre trecentosessantaquattro giorni. Una vita di stenti.
Adesso essere un Calice è diverso. E' brillantezza. E' tondezza. E' una curva brillante che ti fa l'occhiolino. E' riflettere la luce del sole come solo un vero pezzo (DI CAZ--) di cristalleria potrebbe fare. Oggi essere Calice è libertà.
«Cosa dice la mappa?» chiede hane, gli occhi fissi sulla strada mentre le sue braccine scintillanti sono pronte a curvare nella giusta direzione non appena qualcuno le farà la cortesia di dirle dove. La patente per Calici, approvata dal governo solo da qualche anno dopotutto, è stata una tentazione troppo ghiotta per organizzare un viaggio insieme. Certo, sarebbe stato meglio se questo fosse stato in un periodo di pace e non durante il terribile COWT, ma... ci si doveva un po' accontentare con ciò che si aveva.
«Non guardare me,» replica sakurai di fianco, un cellulare in mano dove continua a scorrere su e giù in cerca di una canzone specifica per adempiere al suo ruolo di DJ «io le mappe non so leggerle. MOGLIE.» richiama, voltandosi in parte verso dietro. Il pulmino, super accessoriato, può tenere ben quindici calici compreso guidatore e passeggero. Tra quelle curvette di vetro la voce di shiroi emerge.
«Eccomi! Sì! Un secondo che sto facendo lo schemino del riassunto dello schemino 1.3 della quarta versione del primo schema settimanale!» esclama con confidenza e un sorriso brillante - pun intended - prima di tornare con gli occhi fissi sul portatile davanti a lei. sakurai annuisce e hane si limita a un «Basta che mi dite perché qui c'è una divisione a cinque strade e io ho perso il conto di chi sta facendo cosa.»
Non è stato un viaggio facile: cinque settimane, o forse sei perché c'è stata una sagra che forse hanno sognato in gruppo o che forse significa soltanto che non dovrebbero assumere discutibili polveri di kulutrek. Qualsiasi cosa sia un kulutrek. Comunque, cinque settimane di scrittura dove hanno imparato solo due lezioni, ossia come adattarsi a ogni situazione e come guardare gli altri ammazzarsi mentre loro fanno propria un'arte antica. Un'arte dimenticata dai più, perché non sempre il progresso porta solo miglioramenti, ma loro sono riusciti a preservarla grazie a Liz che ha narrato loro le gesta, ha mostrato la via.
Ora sono Calici che hanno, tra le loro scheggette di vetro, la piccionanza.
«HO FINITO GLI INCA!» esclama unlikely, un tripudio di emozioni positive mentre schiaffa la loro cartuccia tanto agognata sul contatore, dichiara più di tremila parole e poi la segnala come se non ci fosse un domani. Che poi è vero perché domani col prompt degli inca non ci fanno più niente.
«Questo» pronuncia donut sistemandosi occhiali per Calici «cambia tutto!»
Hane frena bruscamente. sakurai per poco non vola fuori dal finestrino. shiroi quasi entra nello schermo. Dal bagagliaio si sente un rumore di anima vendicativa. Tutti i Calici si guardano, turbati e afflitti e stanchi: una trappola dei Fabiani? I Meridiani hanno installato una cimice da qualche parte? Un sacrificio umano è stato infine promesso, anche se avevano concordato di tenerselo buono come ultima risorsa per l'ultima settimana?
Marcie si piega sulle levigate ginocchia di vetro e poggia il suo presunto orecchio contro la parete del bagagliaio. Tutti trattengono il fiato. Futa tintinna dal nervoso. Marcie si alza, scuote la testa: «Falso allarme,» assicura «è ThreeTenors.»
Un lungo minuto di silenzio li accompagna. La perdita di un compagno è sempre tremenda, anche quando raccogli tutti i cocci e sai che alla fine della competizione potrai rimetterli insieme e sperare per il meglio. Almeno non è una mini Celestia lanciata per portare scompiglio.
«Va bene.» donut cerca di riportare l'attenzione dove serve «Secondo i miei calcoli possiamo ancora evitare sia il piano Z che il piano Omega. Ossia optare per la scelta di trama che farà buttare Calico dal Palazzo d'Estate in cerca di una gioia nell'aldilà, visto che l'aldiqua non gliene offre mezza.» comincia a spiegare, interrotta da suoni ameni che somigliano a "ridatemi la distruzione di quando c'era Celestia" e "mortacci vostri non toccate mio figlio" su cui nessuno indaga perché essere Calice significa anche sapere chi dice cosa senza bisogno di guardare.
«Oppure» riprende donut schiarendosi leggermente la voce «il piano a cui tutti vorremmo evitare di—»
«RIVOLUZIONE. FORCONI. TUTTI A MORTE.»
«hap» pronuncia akemi dando qualche carezza sulla schiena di hapworth troppo infervorata e animata dal desiderio di dare finalmente sfogo ai suoi più oscuri desideri «ne abbiamo già parlato. Siamo migliori di così, non abbiamo bisogno dei forconi. Faremo del nostro meglio fino a—»
«Veramente» la interrompe futa «io sono mossa solo dalla vendetta. O dal desiderio di appiccare fuoco a tutto.»
Un lungo silenzio accoglie di nuovo questa rivelazione. Tutti sanno in fondo che desiderano la stessa cosa, solo che alcuni stanno ancora cercando di mantenere lo zen necessario, altri hanno ormai abbandonato ogni freno inibitorio. C'era stato un tempo in cui futa era stata un piccolo bocciolo di rosa che la società non aveva ancora insozzato con le brutture del mondo - a sentire sakurai era ancora un cucciolo di corgi da coccolare e tenere al sicuro - ma la verità, in fondo, era che nessun Calice poteva essere davvero pacifico.
Non quando la unica, sola, universalmente riconosciuta piromane del COWT, colei che faceva tremare il Def con le sue minacce di incendiargli casa, Tabata le aveva tutte indottrinate all'incendio doloso. Solo perché adesso lei e Liz non erano presenti, trattenute da un matrimonio (sicura strategia avversaria, mica un’occasione felice dove sfondarsi di cibo com’era giusto fare), non significava che i loro insegnamenti non venissero comunque messi in pratica con diligenza e attenzione.
«Oh no!» la voce di nemi le riporta tutte all'attenzione. Si voltano a guardarla come se si fosse appena messa nuda in mezzo alla strada per decidere quale svincolo prendere «Hanno segnalato qualcosa! Il contatore dell'andamento settimanale sta vibrando fortissimo!»
«IT'S OVER NINE THOUSANDS!»
«Vabbè ma quello era superato già ieri sera.» dice shiroi, solo per sentirsi poi dire dalla ragione del caos, ossia hapworth «Però dirlo faceva effetto. E' una importante citazione anni novanta.»
Siccome il vecchiume abbonda nelle fila dei Calici, ci sono solo annuire vari per una manciata di secondi. Poi, nemi può finalmente riprendere: «Hanno sganciato su M5! Su M3! Su M4! Sono ovunque!»
«Oh no, e se arrivano anche su M1?»
«C'era qualcuno che stava scrivendo...»
Si affaccendano tutti a cercare dai loro documenti di squadra, mentre c'è chi scorre le chat per ritrovare messaggi, schemi, riassunti dei riassunti dei— salve a te, palpitante colomba, che madonna slackbot stai zitto ci servono i dati.
Tutto sembra perduto quando dal nulla si ode il rumore che la bara di Dracula deve aver fatto più o meno in ogni adattamento cinematografico conosciuto. Ne esce qualcosa di potentissimo.
«HO FINITO I BARBARI» esclama janie «POI HO VISTO IN ARCHIVIO CHE HO M1, M3, M6»
«Janie» Marcie la interrompe «non abbiamo una M6 questa settimana.»
«E VABBE' NON IMPORTA LA FACCIO DIVENTARE M3 PURE QUESTA!» replica come se non ci fosse alcun problema a passare dall'una all'altra e donando nuova speranza ai Calici. Un tonfo sordo fa alzare a tutti lo sguardo, cercando la natura del rumore. Poco più in là, nell'angolo buio del pulmino, quello che tutti avevano cominciato a pensare fosse soltanto un insieme di strumenti che in effetti non usava nessuno di loro si trasforma in flan. Ha l'aspetto deperito di chi non dorme da settantadue ore e la mano brillante trema appena nel tirare su un tablet.
akemi, la più vicina, le è velocemente accanto. Flan le mette il tablet tra le mani: «Questo è tutto ciò che ho potuto fare. Potrà non essere molto in termini di PR, ma...» akemi si assicura di prendere il prezioso oggetto tra le mani. Marcie scuote la testa, abbracciando la piccola futa che non riesce a tenere gli occhi su questa tragedia che si compie.
«Hai fatto ciò che potevi,» pronuncia Donut, che al momento è un po' il bonzo Sanzo ma in fondo va bene così «saranno PR preziosi.»
Flan le rivolge un ultimo sorriso prima di sparire di nuovo nel suo antro oscuro.
Si danno qualche momento per assimilare la cosa. La loro partecipazione a questo gioco è stata come l'hully gully. Qualcuno può giurare di aver sentito, dopo i primi giorni di battaglia, riecheggiare un se prima eravamo in quindici... ma nessuno ha mai avuto tempo di sincerarsene davvero. In compenso, dal nulla un orrendo suono gutturale sembra risalire allo stesso modo in cui Satana risalirebbe dagli Inferi se non ci schifasse tutti così tanto dal guardarsene bene. Poco dopo si rendono conto che il rumore viene dal posto di guida.
sakurai le fissa. Loro fissano lei. Poi, hane comincia a ridere come un vero villain della disney «Muahahah... Muahahahah... MUAHAHAHAH.»
«Credi sia impazzita?» sussurra Donut a shiroi. Si guardando per qualche momento e poi scuotono la testa: hane che impazzisce è ordinaria amministrazione.
«Che qualcuno le prepari un caffè.»
«Fate tre nella stessa tazza, ormai uno non le fa più niente.» corregge sakurai prima di guardare orripilata il Calice alla guida e lasciar trapelare un vago, lievissimo panico nel dirle «hane guarda la strada per l'amor di dio.»
L'odore di caffè presto riempie l'aria, insieme al rumore del frenetico picchiettare di tasti dei portatili. Ogni singolo Calice brilla del sudore, del sangue - color oro prosecco, naturalmente - e lacrime con cui sta cercando di andare avanti. Di non arrendersi. Perché potranno aver piccionato con orgoglio e forse piccioneranno ancora, ma sarà sempre con onore. Non si dovrà mai poter dire che la settimana sia passata senza il massimo impegno, senza chi scrive di notte, senza spaccio di gatti e cani per risollevare gli spiriti (qualcuno potrebbe essere stato rapito lungo la via), video on the road, eco di ma il limone di Calico?!, e voglia di rivoluzionare il mondo.
«Un ultimo sforzo!» incitano hapworth, Marcie e unlikely - che ignora la sua prole di piccoli bricchetti di vetro perché gli Inca saranno pure finiti ma la guerra no - mentre shiroi, nemi e donut si assicurano che i contatori stiano funzionando e i fogli di calcolo facciano il loro lavoro. Akemi, Janie e futa scrivono come se ne andasse delle loro vite, come se non potessero fare altro, le dita infuocate (stavolta nessun piromane è colpevole) a sfrecciare sulla tastiera.
«3.5k e sto su m4!» esclama Akemi, seguita a ruota da futa che: «Ho postato qualcosa da qualche parte e ora cerco di fare qualcosa da qualche altra parte!» mentre Janie, Calice istancabile, ulula alla luna: «4.5k su M3 E MO CONTINUO.»
Hane suda, al volante, e si scambia un'occhiata con sakurai. Riconosce nello sguardo dell'altro Calice quello specifico momento in cui lo spite è più forte della logica. La vede occhieggiare l'orologio sul cellulare. La vede aprire il blocco note. Con urgenza cerca l'appoggio di shiroi, moglie che potrebbe farla rinsavire, ma lei è lì con i suoi schemi e la sua m2 che fra un po' diventerà una m12 perché un certo Chuuya sta rendendo difficile chiuderla.
sakurai sistema gli occhiali sul viso: «Adesso scrivo una m3 sul nostro road trip.»
In lontananza, un suono fa sì che tutte si fermino anche solo per un istante. Il verso di un piccione in avvicinamento.
Liz e Tab stanno tornando.