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Moira told me (COWT10, week 3, m2)
Fandom: Percy Jackson
Prompt: mitologia greca (m2)
Parole: 503 (carta dolce miele di Melek)
Warnings: personaggi originali.
Essere chiamati da Chirone di solito poteva comportare tre cose: una missione per la quale si era stati scelti, un elogio per essersi distinti oppure un rimprovero per averlo fatto nel modo sbagliato o per essere andati contro una delle regole del campo mezzosangue. In genere i figli di Ermes erano piuttosto famosi per la loro tendenza a finire nei casini - Yasu era il capo di quella casa e si poteva tranquillamente affermare che fosse il portabandiera di chi si era messo nei guai così tante volte da poter sostenere di avere un posto d’onore dove Chirone richiamava i semidei per rimproverarli.
La cosa davvero strana, però, è sempre stata vedere l’istruttore richiamare qualcuno delle tre case “principali”; nessuno al campo ignorava la generazione di Percy Jackson, con tutto ciò che questo comportava, e forse allora qualche strigliata se l’era presa perfino il figlio di Poseidone. Per quanto riguardava la generazione attuale, tuttavia, era molto difficile che ciò accadesse: primo, l’unico figlio di Ade presente al momento era così silenzioso e tranquillo da far dubitare potesse comandare i morti come eredità paterna; secondo, i due figli di Poseidone erano uno estremamente ligio alle regole, l’altro tendente al stare per conto suo, se per timidezza o desiderio di non stare nella folla non era ben chiaro; quanto a lui, il figlio di Zeus… Mirai continua a sostenere di non essere lui il problema. Sono i figli di Ares.
«Mirai» la voce di Chirone suona a metà tra lo stanco e il rassegnato, ma al tempo stesso la severità di base di chi è stato un istruttore da che ha memoria o quasi è senza dubbio presente: «Reizo di Nike oggi ha quasi rischiato di avere una freccia in posti di discutibile mira, oltre che in varie altre parti del corpo.»
Certo: è finito letteralmente in mezzo al campo di addestramento e nell’area di tiro con l’arco, con almeno cinque semidei a tirare.
«E qualcuno sostiene sia stato perché gli hai detto qualcosa di particolare.» prosegue Chirone, sembrando abbastanza a disagio nel trattare l’argomento «Qualcosa riguardo il filo del suo destino in procinto di essere tagliato.»
Mirai lo guarda, ancora seduto sulla sedia sulla quale Chirone l’ha fatto accomodare, non senza la difficoltà data dall’iperattività tipica dei semidei.
«Devo farti una domanda molto seria, Mirai, e vorrei tu mi rispondessi sinceramente.» riprende il centauro «Atropo… o meglio, le Moire ti hanno parlato? Non dovrebbero mai, per nessun motivo dire a qualcuno chi stia per morire o meno, di quale filo si stiano occupando, tuttavia… dato il vostro genitore comune...»
Figlie di Zeus e di madre… una qualche madre, fonti diverse e una natura don giovanni di suo padre che non ha mai aiutato niente e nessuno. Mirai guarda Chirone, poi occhieggia fuori dalla finestra e infine torna di nuovo sull’istruttore. Non può vedersi, ma sa quale espressione si è dipinta sul suo volto: quella di una persona profondamente divertita - rara, per lui di norma così inespressivo.
«No» replica «ma Reizo non lo sa.»