Fiamme negli occhi (COWT11, week 5, m4)
Mar. 7th, 2021 08:50 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Prompt: Fiamme negli occhi (“Hai le fiamme negli occhi ed infatti, se mi guardi mi bruci”)
Missione: M4 (week 5)
Parole: 766
Rating: PG13
Warnings: //
Treviri è un luogo tranquillo se si esclude la parentesi di un’intera famiglia di assassini che però è più accogliente del novanta per cento delle persone che Tatsuya abbia mai conosciuto, persone per così dire “normali” e lontane dall’ambiente mafioso in cui è cresciuto e dal lato poco legale del mondo. E’ stata una buona oasi di pace fin quando la sua idea di costruire un rifugio per gli ability user non si è tramutata in realtà fisica e tangibile. E fin quando non si è popolata così tanto da riempire una buona metà delle stanze da letto a disposizione.
Pensava che sarebbe sopravvissuta a qualsiasi cosa, in pratica, dopo che la sventura esplosiva - letteralmente esplosiva - di Tsukishima Rikiya si è abbattuta su di loro. Poi ci sono giorni come questo, in cui sente l’inconfondibile voce del suo medico di fiducia chiamarlo dal piano inferiore con l’urgenza nella voce. Tatsuya sa che dovrà, nella migliore delle ipotesi, riavvolgere il tempo di un’intera stanza nella speranza che sia sufficiente a risparmiare dei danni considerevoli. Spera di non dover anche rimediare a un’uccisione accidentale.
Scende le scale e, più si avvicina al piano della sala comune, più sente un inquietante odore di bruciato; a metà discesa, si immette sulla scala dal pianerottolo del primo piano anche Yukinaga. Tatsuya lo vede attendere perché lui passi davanti e non rallenta, quindi, conscio di averlo subito dietro.
«Se Rikiya sta di nuovo per far esplodere qualcosa nella sala comune lo puoi uccidere.» commenta con quel fare scherzoso che capiscono solo due persone in croce. Cosa che rende sempre divertente fingersi ancora un mafioso.
«Tatsuya-san, non sono mai sicuro di quanto tu lo dica seriamente quando si parla di Rikiya.»
«Nemmeno io. L’istinto è forte, ti dirò.»
La sala comune li accoglie con una scena surreale. Non la parte in cui Rikiya è in piedi, nel mezzo, il corpo teso ad attaccare priga - quella è una visione fin troppo familiare ormai, seconda solo a Krow che vuole abbracciarlo ogni qualvolta Tatsuya si reca a casa Sievert. No, ad attirare l’attenzione del leader è la presenza di uno dei loro “nuovi acquisti” per così dire: Suzume, un ragazzino che non avrà più di quattordici anni e non misurerà più di un metro e cinquantotto (centimetri pieni di rabbia repressa, su quello non c’è dubbio) che si impone come farebbe un uomo del doppio della sua altezza e stazza.
Guarda Rikiya come se potesse ucciderlo con lo sguardo. Tatsuya un po’ lo capisce, no hard feelings.
«Gnomo di merda,» sta dicendo Rikiya, una delicatezza degna di Reizo prima di essere ammaestrato e ammansito, comunque «cos’è che hai detto, ah?!»
«Di andare a esplodere da un’altra parte! Sto studiando, io! Sai quella cosa che si fa con i libri?! Quelli che non sai leggere, sì!»
Non ridere. Non ridere. Non rid— sbuffa divertito, e lo ritiene una vittoria personale di self-control.
«Tatsuya-san...» mormora Yukinaga, quasi a pregarlo di intervenire prima che sia troppo tardi. Suzume sta guardando Rikiya come se potesse letteralmente dargli fuoco con lo sguardo e Tatsuya potrebbe anche non faticare a crederci visto che, stando al report, il ragazzo dovrebbe controllare proprio il fuoco. Certo, mettere insieme un piromane e una specie di Voltorb mancato… dovrebbe rivedere almeno la disposizione delle stanze e accertarsi che non siano nemmeno sullo stesso piano.
«Piccolo—» comincia Rikiya, allungandosi per acciuffarlo e mancandolo di un soffio. Suzume lo fissa, gli occhi carmini a rendere ancora più suggestiva l’impressione di un fuoco lì lì per prorompere senza alcun controllo, a discapito della sua abilità speciale. Il report riportava fiamme negli occhi e Tatsuya capisce, ora più di prima, quale immagine sia stata accostata a quel ragazzo: niente più di ciò che effettivamente accade di lì a poco.
La prima avvisaglia è una fiammella quasi invisibile sul bordo dei pantaloni di Rikiya e un vaghissimo odore di fumo. Ma la fiamma ci mette un istante a divampare, causando una reazione di puro panico nel più grande. Suzume, da parte sua, si sta limitando a guardarlo con l’intento di continuare a dargli fuoco.
«Tatsuya-san, credo che Rikiya stia per esplodere.»
«Ah… non si può mai stare in pace, qui...» butta lì con falsa disperazione - la verità è che pure nella follia generale causata da ragazzini che non dovrebbero poter incendiare gli altri a comando solo guardandoli, riesce comunque a trovarlo divertente.
Un po’ meno quando, come ora, per salvare quella che ormai possono chiamare casa deve fermare il tempo e spegnere tutto da solo prima che la fiamma diventi un incendio e la sala comune si riempia di cadaveri abbrustoliti.