blind to love (COWT11, week 1, m2)
Feb. 12th, 2021 10:37 pmPrompt: threesome
Missione: m2
Parole: 2738
Warnings: nsfw, blindfold, orgasm denial
Scegliere quel piccolo appartamento si è rivelata la decisione più oculata che Jun abbia preso negli ultimi mesi, a prescindere dal fatto di passarci raramente del tempo in condizioni normali e quando i suoi due adorabili fidanzati sono quasi dall’altra parte del mondo. Un tetto sopra la testa non gli manca, visto che Tatsuya gli ha offerto vitto e alloggio nel momento stesso in cui ha scelto di restare vicino a suo fratello e di far parte della sua organizzazione, ma non gli è mai sembrato il caso di portarli lì con la stessa nonchalance con cui si portano i propri partner in una casa dove si ha piena libertà in tutti gli spazi perché non condivisi con altri. E per quanto i Sievert possano essere ospitali con lui e imparentati con i suoi fidanzati, Jun è abbastanza sicuro di non voler assolutamente rischiare di ritrovarsi il giovane Glen ad aprire la porta della sua stanza a sorpresa e in momenti poco opportuni.
L’appartamento è di dimensioni minime, quanto sufficiente alla vita comoda di una persona o quella essenziale di due. A essere sincero quando è andato alla ricerca dell’abitazione prima e del mobilio poi, Jun si è rivelato di poche pretese – gli sta bene una cucina piccola con niente più di ciò che serve a potersi cucinare qualcosa, e non gli crea problemi avere una doccia anziché una vasca da bagno sebbene da buon giapponese gli risulti davvero strano a volte rinunciare a un lungo bagno rilassante. L’unica cosa di cui ha avuto davvero avuto bisogno è stata che la camera da letto potesse ospitare un materasso di dimensioni più che generose.
La porta non si chiude con facilità, ma a questo punto non è nemmeno troppo necessario che sia chiusa quando hanno a disposizione l’intimità dell’intero appartamento.
«Jun…»
Il mugugno frustrato di Rafail non è una sorpresa. Jun può percepirlo tremare contro le proprie labbra, contro la propria lingua. Lo sta stuzzicando già da un po' in effetti e Rafail non è mai stato una persona particolarmente paziente, specie in certi frangenti, ed è proprio perché ne è consapevole che Jun a volte – solo a volte – ne approfitta e gli rende tutto difficile di proposito. L’erezione di Rafail è impossibile da ignorare completamente però, per questo decide di non esagerare e gli concede un tocco di lingua dopo l’altro, senza ancora prenderlo nella propria bocca. Il bacino di Rafail si muove, impaziente, per sopperire alla cosa ma una mano che Jun ha mantenuto sul suo fianco finora stringe appena lì, quasi come un monito. Lo sente mugugnare di nuovo e quasi si sente in colpa.
Alla propria sinistra percepisce il suono delle lenzuola spostate e poco dopo Mihai rientra nel suo campo visivo. Questione di secondi prima che senta una sua mano su di sé, dita a sfiorargli la schiena scivolando verso il basso. Non arrivano mai al sedere, fanno su e giù in una carezza senza fretta – poi risalgono, toccano la spalla, scivolano lungo il braccio fino al polso. Un tocco leggero che sembra quasi esplorare qualcosa di sconosciuto, ma di misterioso nel corpo di Jun per i gemelli non c’è nulla. Poco dopo, la bocca di Mihai è contro il suo orecchio per andare a mordere piano il lobo, più per attirarne l’attenzione che non per altro. Lo distrae abbastanza da fargli portare lo sguardo su Mihai e incontrare un sorrisetto divertito a cui arriva solo risalendo con un’occhiata il suo corpo nudo. E’ eccitato, ma non se ne stupisce. Al contrario muove una mano per andare a toccarne il membro, lasciare qualche prima carezza morbida. L’espressione soddisfatta di Mihai dice tutto ciò che ha bisogno di sapere per il momento.
Dedicarsi a entrambi i gemelli contemporaneamente non è una cosa che fa sempre. A volte dà attenzioni a uno dei due e in poco tempo si ritrova l’altro a occuparsi di lui; oppure, in molte più occasioni di quanto tenda a ricordare lui stesso, i gemelli si prendono il tempo di stimolarlo insieme fino a farlo venire. Non è impossibile, però, fare quello che sta facendo ora: concedere finalmente un contatto più profondo a Rafail, prendendo la sua erezione nella propria bocca e succhiando, e al tempo stesso masturbare Mihai con la propria mano.
«Cazzo.» sibila Rafail e Jun li sente iniziare quasi insieme a muovere il bacino, Rafail verso la sua bocca e Mihai per andare incontro alle attenzioni della sua mano. Alterna un ritmo più veloce a uno più lento, una scelta che in parte sembra eccitarli maggiormente ma alla lunga finisce con il renderli impazienti. Se da una parte Mihai lo tiene sotto controllo, però, Rafail stringe un poco la presa sui suoi capelli; Jun lo sente, sa che è un miracolo l’altro si stia trattenendo dal spingere dentro la sua bocca ancora di più.
Sono entrambi vicini al climax probabilmente e per questo Jun si ferma: la mano, le cui carezze rallentano fino a fermarsi e la bocca, che si allontana con lentezza concedendo niente più di un ultimo tocco di lingua sulla punta che fa tremare i fianchi di Rafail.
«I swear to God—» sente Rafail cominciare, l’accento americano gli sfugge tra le labbra ma la frase non viene finita. Quando Jun alza lo sguardo si accorge che Mihai ha poggiato la bocca su quella del fratello, un bacio che non ha niente né di casto né di fraterno. Rafail ha giusto un paio di secondi di ribellione prima di rispondervi attivamente e, anzi, cercando quasi di imporsi. Jun li guarda entrambi come ha fatto altre volte, lasciando che si rivolgano quelle attenzioni e sentendosi per nulla indifferente alla cosa. Torna dritto, rispetto alla posizione in cui era poco prima e si muove, ginocchia che affondano sul materasso fino a quando non si trova verso il fondo del letto.
I gemelli sono entrambi sul letto, semi stesi ora: Rafail sulla schiena, le gambe ancora in parte aperte per aver fatto spazio allo stesso Jun poco prima, Mihai accanto a lui e su un fianco, il viso all’altezza di quello del fratello e impegnato a baciarlo ancora. Jun si muove, fino a portare di nuovo il viso fra le sue gambe. Al contrario di prima però devia verso l’interno coscia dove posa un bacio, un altro, poi un morso lieve. Sente Rafail muoversi d’istinto, in risposta, e gli viene naturale sorridere contro la sua pelle prima e tornare a stuzzicare quello stesso punto poi, carezzandolo con la lingua, mordicchiando, succhiando piano fino ad arrossarlo e lasciare un segno inequivocabile. E lo fa gettando un’occhiata di tanto in tanto verso entrambi - mentirebbe se dicesse di non essere eccitato a propria volta dal vederli coinvolti in quel bacio e, di certo, la frizione che c’è a più riprese tra le lenzuola e il suo basso ventre non aiuta a mantenersi paziente.
Nonostante questo muove il viso, abbandona quell’interno coscia e risale, piano; non sfiora nemmeno il membro ancora eccitato e insoddisfatto ma punta all’inguine per cominciare a risalire con i baci: poco sotto l’ombelico, all’altezza dello stomaco, sul petto, così vicino a uno dei capezzoli da sfiorarlo con le labbra, la clavicola, il collo. Su quello si sofferma però, succhia fino a lasciare la pelle arrossata anche lì. Sente Rafail sibilare qualche altra parola che non coglie appieno ma che lo porta ad alzare il viso - abbandonando il collo altrui - per cercarlo con lo sguardo. Solo allora si rende conto che i gemelli non si stanno più baciando, che Rafail lo guarda con gli occhi dorati che sembrano quasi liquidi, offuscati come sono dal desiderio. Mihai però attira la sua attenzione, una mano si posiziona sotto il suo mento per guidare Jun a rivolgere la sua attenzione su di lui. Ha un sorriso indecifrabile sulle labbra.
«Jun» pronuncia, il tono basso con cui non si preoccupa, però, di celare il desiderio in nessun modo «cosa vuoi fare?» lo sente domandare e capisce che gli sta lasciando una scelta precisa. Lui alterna lo sguardo tra loro, si sofferma per una manciata di secondi su Rafail ma quando torna a guardare Mihai lui sembra aver interpretato i desideri del fratello prima ancora che questi li rendesse palesi anche per Jun. La mano che Mihai aveva avvicinato al suo volto lo abbandona, ma solo per prendergli il polso e guidarlo vicino alla propria bocca quanto serve a schiudere le labbra e iniziare a succhiargli l’indice. Lo fa guardandolo dritto negli occhi e, trovandosi ancora in mezzo alle gambe di Rafail, sente quest’ultimo muoversi d’istinto, quasi rispondendo a quello che vede con tutto il proprio corpo.
La lingua di Mihai si muove lungo il suo dito, poi tra l’indice e il medio quando decide di alternare le carezze umide al succhiare vero e proprio. Jun non ha bisogno di chiedere per sapere che Mihai lo sta facendo perché lui possa, con quelle stesse dita, preparare Rafail.
*
Sente Rafail lasciarsi scappare un verso direttamente nella sua bocca, a metà tra il frustrato e l’eccitato. Jun lo accoglie mentre lo bacia, scostandosi solo quando si decide a provocarlo ancora prendendo tra i denti il suo labbro inferiore. Le sue dita hanno abbandonato la preparazione dell’altro lasciandolo insoddisfatto per la seconda volta di fila stasera e non ha dubbi, Jun, sul fatto di essere pericolosamente vicino al limite di sopportazione dell’altro. A sua discolpa, Mihai non gli ha reso semplice concentrarsi da quando ha cominciato a prepararlo a sua volta, affondando le dita dentro di lui e reclamando a più riprese un suo bacio. Quasi come a volersi regolare in base a quanto fatto al fratello, anche Mihai ha smesso di prepararlo - non senza causargli una fastidiosa sensazione di mancanza nel tirare fuori le dita - nello stesso momento e ha lasciato libero Jun di rispondere ai bisogni del fratello quando Rafail ha allungato le braccia e cinto alla meno peggio il collo di Jun per reclamare attenzioni.
Almeno fin quando Mihai non ha proposto di bendare Jun. E lui non si è opposto, non disprezzando affatto l’idea di una privazione sensoriale di qualche tipo e soprattutto non temendo nulla nella sfera intima con i gemelli, consapevole dell’attenzione al consenso di cui hanno parlato fin dalla prima volta in cui hanno provato a spingersi oltre il sesso semplice e hanno deciso di dare ogni tanto una possibilità a qualcosa di un poco più spinto. Così si scosta da Rafail e dalle sue labbra, per il tempo sufficiente a permettere a Mihai di poggiare la benda sui suoi occhi e di legarla dietro la sua testa. Privato della vista, ogni singolo tocco arriva a sorpresa, inaspettato. Le mani di Mihai scivolano lungo il suo corpo, si soffermano sui fianchi e lo guidano con pazienza fin quando Jun non sente la propria eccitazione sfiorare l’entrata di Rafail.
Un gemito gli sfugge tra le labbra, aspettativa malcelata mentre le braccia di Rafail stringono maggiormente e lo attirano ancora di più a sé. Jun gli si spinge dentro senza fretta, assaporando ogni centimetro di pelle che entra dentro l’altro, di sentirlo stretto intorno al proprio membro e di sentire i versi che abbandonano la bocca di Rafail. Il bacio aggressivo, quasi rabbioso non tarda ad arrivare, reso impaziente da entrambi gli orgasmi che gli ha negato e che rendono il più giovane pericolosamente vicino all’apice già così. Le mani di Mihai, non a sorpresa in effetti, fanno una maggiore pressione sui fianchi di Jun in un tacito monito a restare fermo, a non spingere ancora.
Lo sente piegarsi un poco, posare un bacio dopo l’altro sulla sua schiena che quasi lo distraggono dalla punta del membro altrui che comincia a penetrarlo. Non si priva, Jun, di rendere vocale il piacere che sente nell’avere Mihai dentro di lui, specie quando l’altro comincia a mordere piano la pelle vicino al collo. Non c’è forza nella stretta dei denti, ma uno stuzzicare divertito, provocatorio. Poi la prima spinta arriva e allo stesso tempo la mano di Rafail affonda le dita tra i suoi capelli, all’altezza della nuca, attirandolo verso di sé per appropriarsi delle sue labbra.
«Muoviti.» gli sibila sulle labbra dando un morso decisamente meno gentile di quello di Mihai, un accenno nemmeno troppo vago di dolore che però gli manda al tempo stesso una scarica di piacere lungo la schiena.
Mihai spinge dentro di lui e Jun, lentamente, comincia a spingere dentro Rafail. Mihai è sempre stato meno vocale del fratello e anche in questa occasione non è da meno – Rafail non si priva di rendere chiaro se e quando prova piacere, cosa gli piaccia, se trovi eccitante quello che gli viene fatto o quello che vede. Come ora, ammaliato da un Jun bendato sopra di lui e dentro di lui. Glielo dice nei brevi istanti in cui interrompe il bacio, in cui non cerca la sua lingua con la propria. Jun sente anche il suo membro strusciare contro il proprio corpo e non ha molti dubbi sul fatto che Rafail non resisterà ancora a lungo prima di venire.
Una mano – Rafail? Mihai? Non lo sa più – gli scosta le ciocche più lunghe dal collo e lì la bocca di Mihai si poggia in un bacio prima e in un morso poi, prima che il mento si affacci sopra la spalla di Jun e le labbra gli sfiorino l’orecchio cominciando a sussurrare complimenti. Il ritmo di Mihai dentro di lui è lento, ma si spinge più a fondo che può e sibila contro di lui solo quando Jun gli si stringe intorno, eccitato dalla spinta che ha appena toccato la sua prostata. Rafail intanto si è allontanato dalla sua bocca, ha deviato sul collo e ha appena morso così forte da strappargli un gemito di dolore – eppure subito dopo la sua lingua ha preso a lasciare carezze lente e umide sulla parte di pelle offesa.
Jun decide di averlo lasciato insoddisfatto abbastanza, complice sentirsi davvero poco lontano dal raggiungere l’orgasmo a propria volta. Comincia a spingere più forte, più velocemente, certo che Mihai finirà con l’aggiustare il suo ritmo al proprio e avendone conferma di lì a poco. Si rivela essere questione di davvero poche spinte ancora, infatti. Rafail si svuota per primo contro il suo stomaco, caldo, sudato e con la bocca che cerca con impazienza quella di Jun. Non lo vede ma conosce bene il modo in cui i lineamenti dell’altro cambiano quando il piacere è tanto da annebbiargli la mente e quell’immagine, benché non possa vederla, lo eccita quanto è sufficiente ad abbandonarsi alle ultime spinte di Mihai dentro di sé. Viene quasi in contemporanea con Mihai, affondando un’ultima volta dentro Rafail stimolando quest’ultimo nonostante sia appena venuto anche lui. Mihai stringe la presa della propria mano contro il suo fianco, affonda le dita con forza, un «Jun» roco e carico di desiderio pronunciato contro il suo collo.
Ci vuole qualche momento a tutti e tre per decidere di muoversi. Mihai esce da lui per primo e poi lo sostiene nel fare lo stesso per lasciare Rafail eccitato e finalmente soddisfatto lì, steso sul materasso. E’ sempre Mihai a liberarlo dalla benda, restituendo a Jun la vista così da potersi godere la figura di Rafail abbandonato al piacere che ancora percorre il suo corpo, il respiro veloce che fa abbassare e alzare il suo petto. Però è proprio Mihai a reclamare un bacio lungo, profondo e lento, quello che non ha avuto perché lo ha concesso a suo fratello per tutto il tempo fin quando non hanno raggiunto l’amplesso.
Jun glielo concede con piacere, lascia scivolare le dita tra i capelli biondi appena umidi, assapora gli strascichi di un’eccitazione che sta scivolando via. «Jun» lo chiama ancora, un sussurro di cui non c’è davvero bisogno se non per rimarcare un possesso o una necessità – o entrambe. Jun gli lascia tutto il tempo di cui ha bisogno, gli rivolge ogni attenzione. Lo sente spingere il bacino contro il suo, forse più d’istinto che per cercare altra frizione e Jun muove una mano, sfiora con la punta delle dita la sua schiena dall’alto al basso, scendendo fino a toccare con i polpastrelli l’inizio della curva del sedere. Non infila le dita da nessuna parte, si limita a fargliele sentire fin troppo vicine alla sua apertura.
Mihai tace, ma si spinge di nuovo contro di lui, la richiesta inequivocabile.