Give your everything (COWT14, week 2, M2)
Mar. 15th, 2025 11:46 pmPrompt: Sacrificio
Missione: M2 (week 2)
Parole: 602
Rating: gen
Fandom: Haikyuu!!
Warnings: //
Erano rari i momenti in cui Oikawa Tooru appariva come qualcosa di diverso dall'atleta perfetto, almeno agli occhi di chi guardava quello in lui o non lo conosceva al di fuori del campo da pallavolo. L'avessero chiesto a lui, in ogni caso, non avrebbe fatto altro che sorridere con quel fare un po' strafottente dicendo che non c'era davvero nulla di diverso da quello da vedere - un atleta perfetto. Senza falsa modestia, naturalmente.
Per sua sfortuna, Tooru conosceva benissimo la realtà dei fatti: non c'era davvero niente di più diverso di lui da un atleta perfetto e questo perché quello era il nome di cui si potevano pregiare i geni, quelli che nascevano con un talento così immenso che forse si sarebbero potuti permettere di fare il minimo sindacale per tutto il resto della loro vita e avrebbero comunque potuto farcela. Ci erano voluti molti anni, a Oikawa, per accettare il fatto che Tobio rientrasse in quella categoria e al tempo stesso non ne fosse del tutto parte - quel ragazzo era così patito della pallavolo che non avrebbe mai potuto accettare di fare meno del massimo, di curare ogni minimo movimento, di migliorarsi sempre di più.
Guardandolo quando ancora si allenavano insieme, però, Tooru non aveva potuto fare a meno di detestare il fatto che Tobio potesse scegliere di non sacrificare tutto per lo sport. Certo, si allenava e sì, aveva fame di imparare... ma avrebbe potuto svegliarsi, un giorno, decidendo di fare ciò che molti altri sportivi - specie quelli che volevano puntare in alto - non potevano neanche sognarsi di fare: non rinunciare a tutte le esperienze che era possibile fare a quell'età, non dover costantemente dire agli amici "non posso" fin quando non smettevano di chiederti di unirti a loro. Avere la normale quotidianità di normali adolescenti e ottenere comunque risultati incredibili.
Solo molto dopo Tooru aveva compreso che in fondo, a suo modo, Kageyama aveva sacrificato tutto come lui, come molti altri. Non solo le cose più scontate - di cui, sospetta Oikawa, Tobio non deve essersi mai interessato così tanto già solo per indole - ma anche trattenersi agli allenamenti in orari assurdi. Proseguirli quando i muscoli facevano così male da far pensare di non riuscire nemmeno a percorrere il tragitto dalla scuola a casa per tornarci; quando i polmoni bruciavano al punto che respirare era un bisogno ma si considerava anche l'idea di trattenere il fiato perché l'ossigeno faceva quasi più male che bene; continuare anche dopo un pessimo atterraggio da un salto di contrasto a muro, con le ginocchia pronte a cedere e le fitte di dolore così veloci e potenti da arrivare al cervello e stordire per una manciata di secondi.
Quando lo aveva realizzato, nella sala d'attesa di un ospedale per un check al ginocchio dopo un periodo particolarmente pesante in cui ignorare il dolore era diventato complicato, Tooru per un attimo si era chiesto: valeva davvero così tanto la pena? Fino a dove poteva spingersi l'amore per uno sport, quanto sano era - mentalmente e fisicamente - arrivare a tanto?
Forse, per un solo istante, Tooru ha pensato: è ora di smettere.
Il pensiero lo ha spaventato al punto da essere ricacciato indietro altrettanto velocemente, come una parola tabù pronunciata in un luogo sacro che non perdona anche solo l'averla sillabata. A quel punto, non ha più smesso.
Ora, tanto quanto fatto dal se stesso adolescente, darebbe ogni fibra del suo essere - d'altronde, ha sacrificato persino casa propria, in un certo senso - per essere in quel campo, vicino a quella rete, a sfiorare con i polpastrelli quella palla.