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Prompt: Sacrificio

Missione: M2 (week 2)
Parole: 602
Rating: gen
Fandom: Haikyuu!!

Warnings: //



Erano rari i momenti in cui Oikawa Tooru appariva come qualcosa di diverso dall'atleta perfetto, almeno agli occhi di chi guardava quello in lui o non lo conosceva al di fuori del campo da pallavolo. L'avessero chiesto a lui, in ogni caso, non avrebbe fatto altro che sorridere con quel fare un po' strafottente dicendo che non c'era davvero nulla di diverso da quello da vedere - un atleta perfetto. Senza falsa modestia, naturalmente.


Per sua sfortuna, Tooru conosceva benissimo la realtà dei fatti: non c'era davvero niente di più diverso di lui da un atleta perfetto e questo perché quello era il nome di cui si potevano pregiare i geni, quelli che nascevano con un talento così immenso che forse si sarebbero potuti permettere di fare il minimo sindacale per tutto il resto della loro vita e avrebbero comunque potuto farcela. Ci erano voluti molti anni, a Oikawa, per accettare il fatto che Tobio rientrasse in quella categoria e al tempo stesso non ne fosse del tutto parte - quel ragazzo era così patito della pallavolo che non avrebbe mai potuto accettare di fare meno del massimo, di curare ogni minimo movimento, di migliorarsi sempre di più.


Guardandolo quando ancora si allenavano insieme, però, Tooru non aveva potuto fare a meno di detestare il fatto che Tobio potesse scegliere di non sacrificare tutto per lo sport. Certo, si allenava e sì, aveva fame di imparare... ma avrebbe potuto svegliarsi, un giorno, decidendo di fare ciò che molti altri sportivi - specie quelli che volevano puntare in alto - non potevano neanche sognarsi di fare: non rinunciare a tutte le esperienze che era possibile fare a quell'età, non dover costantemente dire agli amici "non posso" fin quando non smettevano di chiederti di unirti a loro. Avere la normale quotidianità di normali adolescenti e ottenere comunque risultati incredibili.


Solo molto dopo Tooru aveva compreso che in fondo, a suo modo, Kageyama aveva sacrificato tutto come lui, come molti altri. Non solo le cose più scontate - di cui, sospetta Oikawa, Tobio non deve essersi mai interessato così tanto già solo per indole - ma anche trattenersi agli allenamenti in orari assurdi. Proseguirli quando i muscoli facevano così male da far pensare di non riuscire nemmeno a percorrere il tragitto dalla scuola a casa per tornarci; quando i polmoni bruciavano al punto che respirare era un bisogno ma si considerava anche l'idea di trattenere il fiato perché l'ossigeno faceva quasi più male che bene; continuare anche dopo un pessimo atterraggio da un salto di contrasto a muro, con le ginocchia pronte a cedere e le fitte di dolore così veloci e potenti da arrivare al cervello e stordire per una manciata di secondi.


Quando lo aveva realizzato, nella sala d'attesa di un ospedale per un check al ginocchio dopo un periodo particolarmente pesante in cui ignorare il dolore era diventato complicato, Tooru per un attimo si era chiesto: valeva davvero così tanto la pena? Fino a dove poteva spingersi l'amore per uno sport, quanto sano era - mentalmente e fisicamente - arrivare a tanto?


Forse, per un solo istante, Tooru ha pensato: è ora di smettere.


Il pensiero lo ha spaventato al punto da essere ricacciato indietro altrettanto velocemente, come una parola tabù pronunciata in un luogo sacro che non perdona anche solo l'averla sillabata. A quel punto, non ha più smesso.


Ora, tanto quanto fatto dal se stesso adolescente, darebbe ogni fibra del suo essere - d'altronde, ha sacrificato persino casa propria, in un certo senso - per essere in quel campo, vicino a quella rete, a sfiorare con i polpastrelli quella palla.
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Prompt: scontro
Missione: M1
Parole: 761
Warning: future!fic, angst




Iwaizumi non ricorda una sola parentesi della sua vita senza un litigio o una discussione con Oikawa. Forse solo l’infanzia, ma si risponde sempre che è perché Oikawa da bambino era solo un piagnucolone che lui non aveva la pazienza di stare a sentire più di tanto - Hajime si ricorda come, all’epoca, il loro rapporto fosse bianco o nero: o lo ignorava, o lo consolava. Gli scontri erano rari.
Poi la squadra alle medie, quella del liceo; l’università e l’appartamento insieme, che non è mai stato poi così diverso da come hanno sempre vissuto in simbiosi.
Iwaizumi ha imparato ad accettare i difetti di Oikawa - alcuni li ama anche, ma si guarda bene dal farglielo presente - tuttavia ci sono volte in cui entrambi si trovano nel momento sbagliato, con l’umore sbagliato, e si ritrovano solo così: a vomitare parole.
«E poi» sta continuando a strillare Tooru, una cosa che detesta perché con quella voce ha la capacità di farlo incazzare senza nemmeno bisogno di ulteriori motivi «Mattsun e Makki mi hanno portato a casa!»
«A casa, certo!» gli sbraita contro «Così ubriaco che ti tenevano in due.» puntualizza, piccato.
«Ero brillo.»
«Brillo non inizia nemmeno a descriverti. Solo perché hai smesso di giocare non significa che puoi fare l’idiota e riempirti di alcolici.»
«A sentire te sembro un alcolista!» sbotta Tooru, continuando a girare sempre dallo stesso lato del divano, avanti e indietro, come se questo lo aiutasse a scaricare un minimo di tensione che è invece chiaramente chiusa nel suo corpo, lì a farlo vibrare come una corsa di violino pizzicata di continuo: «La prossima volta vieni anche tu così puoi controllarmi, visto che ci tieni tanto. Ah già. Hai il tuo stupido lavoro troppo impegnativo per uscire.»
«Non fare lo stronzo, potevi scegliere di venire a lavorare con me, quindi non rinfacciarmelo!»
«Beh forse preferivo che facessimo altro insieme, non andare in una palestra a insegnare pallavolo così presto!»
«Sono passati tre anni!»
«Tre anni fa il mio futuro è andato al diavolo, Iwa-chan!» grida Tooru, e a questo punto Iwaizumi ha abbandonato la speranza di non essere sentito da tutto il palazzo in cui hanno l’appartamento che condividono da anni. Iwaizumi sa che Tooru è frustrato, che non ha ancora superato - e non sa se ci riuscirà mai, di questo passo - l’infortunio al ginocchio che ha stroncato definitivamente la sua carriera. Lo ha seguito nella riabilitazione, lo ha aiutato fisicamente e non, è stato paziente ma ora nemmeno lui ce la fa più.
E finisce sempre così, a scoppiare per un’inezia che si trasforma in tragedia, puntualmente.
«Quindi è per questo che bevi fino a quando non cominci a lamentarti con gli altri di cose di cui potresti parlare con me, la persona con cui vivi da anni, che ti ha ascoltato ogni notte in cui ti sei svegliato per il dolore. Giusto. Maturo da parte tua, come sempre.»
«Oh, andiamo Iwachan cosa sei, mia madre?!»
«Forse sarebbe l’unico modo per farti entrare in quella testa di cazzo che non sei il centro del mondo!»
Tacciono entrambi, guardandosi in viso per la prima volta da quando hanno cominciato a urlarsi addosso. Hanno persino il respiro affannoso come non avevano da quando facevano così tante ore di palestra al giorno da averne fin sopra i capelli; il silenzio cade tra loro, quasi stessero cercando di assorbire l’uno le parole dell’altro, di farle arrivare davvero solo per poterle comprendere.
Tooru lo guarda e incurva le labbra in un sorriso amaro, una briciola di sarcasmo che Iwaizumi sente prima ancora che l’altro parli: «Wow. Quindi è questo che pensi di me. Questo sì che mi invoglia a parlarti.»
Prima ancora di rendersene conto, Iwaizumi avanza verso di lui un passo dopo l’altro, fino a far cozzare la fronte contro la sua - non è una vera testata, ma il gesto vale più di mille parole.
«Non osare.» sibila come se dovesse ucciderlo con quelle uniche due parole «Questa casa ha girato intorno a te da quando ti sei fatto male, io ho girato intorno a te. Non osare nemmeno provare a rinfacciarmi di non annullarmi per te.»
«Non ti ho mai chiesto di annullarti per me! Voglio solo sentirmi diverso da “Oikawa Tooru” quando siamo insieme!» gli grida in faccia, ma stavolta suona così disperato che Iwaizumi ne è quasi stordito.
Ogni tanto pensa quasi che vorrebbe quel ginocchio non ci fosse più. Cerca di immaginarlo lì, ma non davvero parte della gamba e di ciò che Tooru ormai si sente da anni: un legamento spezzato. 

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