best case scenario (COWT10, week 1, M1)
Feb. 5th, 2020 08:54 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Prompt: “Sometimes good things fall apart so better things can fall together. Every story has an end, but in life every end is just a new beginning.”
Missione: M1 (prepararsi per il viaggio)
Parole: 985
Warnings: //
Il silenzio nel corridoio è a metà tra quello carico di aspettativa e quello a cui alcune persone sanno abituarsi con grande facilità, lasciando il disagio agli altri. Sono in due a occuparlo e hanno condiviso così tanto che di parlare hanno sempre avuto ben poco bisogno. Anche adesso occupano uno spazio, ma non lo riempiono con alcun suono; Tatsuya sta seduto, le braccia in un incrocio morbido vicino al petto, le spalle rilassate, le gambe accavallate. Jin - migliore amico, collega fidato, compagno di esperimenti della pubertà se si vuole - sta in piedi a pochi passi, la schiena poggiata al muro.
«Isen?»
«Con Sihan.» replica Jin, occhieggiando la porta chiusa. La sua guardia del corpo, che fino a poco tempo fa avrebbe occupato il posto della sua ombra, ora è con sua figlia; dal cambio di boss nel clan Moriguchi, anche il braccio destro del boss è cambiato e il meeting al quale un tempo avrebbero partecipato entrambi ora li vede solo in attesa che questo finisca.
Non si poteva ancora parlare di vero e proprio cambio generazionale, per così dire, ma in genere nel loro ambiente si finiva per aspettarsi la caduta di un leader e non una normale successione. Invece sia lui che Jin, per motivi diversi, avevano lasciato che accadesse tutto in maniera piuttosto naturale.
«Ammetto che un paio di nuovi leader mi fanno quasi tornare voglia di rientrare nel summit.» commenta divertito.
«Non ti darebbero altrettanta soddisfazione.» gli fa notare Jin, sulle labbra un sorrisetto sornione che dice troppe cose. Tatsuya lo adocchia ma non replica, si limita allo sbuffo di chi la sa lunga quanto il suo interlocutore; Jin resta in piedi per poco, staccandosi dalla parete e raggiungendolo con pochi passi, andando a sederglisi di fianco.
«Vogliamo scommettere sull’esito della votazione?»
Non dovrebbero, quando la votazione in corso è su un argomento così delicato come lo scatenare o meno un secondo conflitto “interno”- con il primo c’erano, hanno colpito quello che era il vertice del loro summit, ripulito e ricostruito; stavolta si tratterebbe di far cadere una grande organizzazione con un ruolo importante ricoperto da anni e le cui valide alternative sono tutte troppo lontane per la maggior parte delle persone che ne hanno bisogno. Non stanno solo scegliendo se provare a liberarsi di qualcosa (e qualcuno) che farò resistenza prima di cadere, ma anche di capire se stiano davvero eliminando qualcosa di buono per qualcosa di ancora più buono e non per qualcosa di caotico e potenzialmente pericoloso. Non è già questa una scommessa pericolosa?
«So come avremmo votato noi» risponde Tatsuya «ma su qualche leader non metterei la mano sul fuoco.»
«Itsuki voterà sì.»
Si guardano un attimo e sanno entrambi che è così: Itsuki conosce i precedenti, ha una responsabilità data dalla cognizione di causa.
«Penso che anche Eishi-kun finirà col votare a favore della guerra.» aggiunge Jin e non c’è, di nuovo, nessuna sorpresa. Guardare quei due giovani leader è per entrambi come guardarsi allo specchio. Le incognite sono altre, consigliate ognuna da un braccio destro pacato o inadatto alla guerra e allo scontro o al rischio.
La porta si apre e cominciano a uscire; Tatsuya sofferma lo sguardo su ognuno di loro, senza bisogno di chiedere, molto più portato a indovinare, a insinuarsi nei pensieri degli altri. Quasi non guarda Itsuki ed Eishi, gli basta un breve sguardo per Sakura, Soen sembra avere il principio di un mal di testa che tradisce tante idee e tante opinioni ascoltate ma anche lo scontro di punti di vista - quindi, è abbastanza evidente, non c’è stata subito unanimità.
Gli ultimi a uscire sono Yukinaga e Rokuya, eccezionalmente accompagnato da Izumi. Il più giovane dei Sohma ha l’aria decisamente provata, il sudore a imperlargli la fronte ed è pallido come se avesse appena fatto un tale sforzo fisico dall’essere a un passo dallo svenimento . Tatsuya risconosce quella condizione fisica come la risposta a un utilizzo spropositato e ripetuto di un’abilità psichica.
Il Butterfly effect. Quasi scontato che lo avrebbero sfruttato per decidere al meglio possibile - esiste un meglio? Izumi è in grado di vederlo, quando non è tanto sul futuro ineluttabile che si affaccia la sua capacità quanto più si una serie di concatenazioni possibili?
Rokuya forza Izumi a sedersi e riprendersi un minimo: Yukinaga intanto raggiunge Tatsuya e Jin, con un’espressione che sarà sempre troppo seria per la sua età. Tatsuya allunga una mano per dargli una pacca sulla schiena, un gesto discreto e di conforto. Yuki è troppo giovane per capirlo davvero - che non si cerca di fare meglio solo quando va male ma anche quando va bene, quando è difficile lasciarsi dietro qualcosa di positivo per paura di abbandonare una sicurezza per l’ignoto. Tatsuya lo sa, perché dopo la perdita del suo gruppo aveva trovato qualcosa che poteva almeno essere un palliativo e sarebbe stato abbastanza, ma in qualche modo nel lasciarli aveva avuto una famiglia nuova, in cui non aveva nemmeno osato sperare. E da allora, forse perché il karma lo aveva già preso a calci in culo abbastanza, ogni parentesi chiusa si era aperta su qualcosa di migliore e aveva cancellato l’ansia e la paura di lasciarsi dietro le cose già buone, il senso di colpa per un apparente non accontentarsi mai.
Lo sguardo di Yukinaga dice, in silenzio, “sarà guerra”, che vuol dire “forse dovremo uccidere chi ti ha dato una casa quando noi non c’eravamo ancora”. Yuki ha il cuore buono e semplice di chi ha bisogno di pochissimo per essere felice e non sente la necessità di aspirare a qualcosa di più.
«Sarà guerra.» dice davvero, non solo con lo sguardo «Forse dovremo colpire i tuoi ex compagni.» aggiunge piano. Tatsuya sente almeno quattro paia di occhi su di sé; può peggiorare, sì, e può avere danni collaterali.
Ma se invece andasse meglio?
Guarda Jin, con un sorriso enigmatico: «La scommessa è ancora valida?»