Fireworks (COWT10, week 4, m1)
Feb. 26th, 2020 10:03 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Fandom: Free!!
Prompt: spokon (m1)
Parole: 620
Warnings: vaghi spoiler S3 ; shonen-ai.
«Quanti anni sono che non ci fermiamo sul bordo di una piscina così?»
Nel sentire la voce di Haruka e, soprattutto, nel sentirsi rivolgere quella domanda, Ikuya sussulta. Non se l'aspettava affatto e non saprebbe dire se Haru lo abbia chiesto perché ricorda o se sia stato, il suo, un modo per dire "da quanto non passavamo del tempo così?". Anche se sembra poco credibile, da uno come lui. Ikuya a essere sincero non lo ha mai inquadrato come un tipo romantico, nemmeno quando erano ragazzini, e per quanto abbia capito - forse, in cuor suo, fin da allora - che Haruka ha dentro molto più di quanto mostri o dica a parole, gli riesce difficile credere che all'improvviso senta un eccessivo bisogno di esprimere i sentimenti in maniera tanto plateale e sdolcinata.
Per quanto lo riguarda, d'altronde, Ikuya è già piuttosto soddisfatto così: del tempo solo per loro due, seduti sul bordo della piscina, di sera e con tutto il tempo e la calma del mondo per guardare i fuochi d'artificio estivi venire sparati fino all'alto ed esplodere in cielo in mille colori e luci diversi. Considera già un miracolo che lui e Haru si siano ritrovati, che abbiano avuto modo di parlare e chiarirsi; è molto più di quanto immaginasse il semplice fatto di condividere un momento intimo come quello, almeno per lui, ma sentirsi rivolgere quella domanda con le possibili implicazioni gli fa chiudere lo stomaco e lo fa sentire di nuovo un ragazzino.
Ikuya si volta piano, quasi sperasse di non farsi scoprire, nella speranza che il profilo di Haruka gli suggerisca qualcosa senza dover chiedere e magari scoprire di aver frainteso, di non star intendendo affatto la stessa cosa, lo stesso ricordo; e invece si ritrova a guardare Haruka negli occhi, lo trova già voltato verso di lui e intento a fissarlo, forse in attesa. Di cosa, Ikuya non lo sa, ma è impossibile non far sovrapporre il ricordo di anni prima a ora: le luci dei fuochi d'artificio si riflettono sulla piscina, e il buio in cui sono stati finora e nel quale sono riusciti a riconoscere e individuare l'uno i contorni dell'altro solo grazie alle luci artificiali dei telefoni cellulari non è più tale.
«...Diversi. Perché?» riesce a domandare infine, deglutendo e portando lo sguardo sull'acqua. La scusa è che lo sguardo dei nuotatori come loro finisce sempre, inspiegabilmente lì, oppure potrebbe essere che il gioco di luci è meraviglioso da osservare. La verità è che c'è una punta di imbarazzo che gli accalora il viso, a sentire lo sguardo di Haruka su di sé. Una parte di lui vorrebbe tornare a guardarlo negli occhi, perché quelli di Haruka gli sono sempre piaciuti da morire; l'altra parte di lui, però, sa di non essere in grado di non tradirsi, facendolo.
«Ikuya?» si sente chiamare, coglie nella voce dell'altro la confusione di chi non è sicuro di aver capito cosa stia succedendo e non ha grande fiducia nella propria sensibilità tanto da ipotizzarlo senza chiedere. Ikuya inspira, scuote leggermente la testa e si sposta, di poco, quanto basta a far sfiorare le loro spalle e le loro mani. Un po' è casuale, un po' no.
«E' strano stare di nuovo così con te.» riesce a borbottare, più come una scusa implicita per il proprio atteggiamento che per risposta. Haruka al suo fianco rimane in silenzio; se soltanto Ikuya alzasse lo sguardo, ora, lo vedrebbe incurvare le labbra in uno di quei rari sorrisi così preziosi quando si tratta di Haru, quasi quanto le sue risate.
Invece l'unica cosa su cui riesce a concentrarsi è la mano di Haru che gli stringe la spalla e lo porta a voltarsi per posare le labbra sulle sue.