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Prompt: Confused Lady
Missione: M2 (week 5)
Parole: 3298
Rating: gen
Fandom: originale
Warnings: solo il nonsense dell’annuale fic celebrativa di squadra.
Il covo degli Archivisti era un luogo su cui le dicerie erano tante quanti i loro archivi - e una delle leggende in questione, dopotutto, parlava proprio di questi ultimi: labirinti di scaffali, scaffali, scaffali... al punto tale che si diceva qualcuno si fosse perso nella profonda cultura che si respirava anche solo stando lì. La Storia, quella con la S maiuscola. E come le più Marzulliane domande... era forse l'attesa dell'archivio l'archivio stesso?
Eppure, c'erano anche voci sinistre su quel luogo. C'era chi avrebbe potuto giurare fosse in continua mutazione e a un certo punto le storie che si raccontavano su quel posto erano talmente tante che era divenuto impossibile distinguere la verità dalla menzogna. A onor del vero non si trattava sempre di elementi sinistri: per esempio c'erano Arricciaspi-- Arrostici-- Arciaruspici tra cui serpeggiavano ricordi di corgi dalle corte zampe ma dal grande cuore. Corgi coraggiosi, partiti per un road trip che li aveva portati ai confini del mondo (o alla fine di una storia, nessuno ormai lo sapeva più con certezza). Testimonianze ormai perdute nel tempo, senza che nemmeno un Archivista (o quasi) potesse più risalire a quelle fonti, riportavano di mucche bionde la cui capigliatura al vento avrebbe rappresentato un segnale di buon auspicio.
Tuttavia, c'erano anche infausti episodi indissolubilmente legati a queste figure. La piccola Rya non ne aveva sentite molte fino ad allora, specialmente quando aveva firmato per unirsi a uno degli organi di Alorea - qualcuno, quando la sua assegnazione era stata annunciata, aveva sussurrato incauto "povera ragazza... dopo l'incidente dei pescipene, così giovane..." - ma forse la caparbietà, forse l'incoscienza della gioventù, forse ancora il non sapere cosa mai fosse un pescepene (beata innocenza!)... o forse l'aver ormai firmato col sangue e dato in pegno un pezzo di anima, non si era fatta scoraggiare.
Così, ora, si trovava di fronte alla porta della sede degli Archivisti. A un primo sguardo, l'edificio dall'esterno sembrava sorprendentemente normale: ampio, il che non stupiva se davvero conteneva un labirinto di scaffalature, dall'aria pulita e curata. Uno spazioso giardino, con alberi potati e fiori lì lì per sbocciare ora che la primavera era arrivata. Il lato opposto a quello di entrata, per quanto non si vedesse del tutto da lì, sembrava ospitare una... torre. Rya non fece in tempo a interrogarsi sulla natura di quella costruzione che la porta si aprì, mostrando una persona.
«Ah! Tu sei quella nuova, sì?» si sentì chiedere dalla donna davanti a lei, sebbene fosse molto difficile mantenere l'attenzione completamente sulla sua espressione a giudicare dal catboy che le stava attaccato alla gonnella. Silenzioso, un po' timidino, ma di sicuro non dall'aspetto minaccioso. Rya non poté fare a meno di chiedersi se fosse una mascotte o l'animale domestico degli Archivisti - o forse ognuno poteva avere il proprio? Avrebbe dovuto indagare.
«Sì, sono Rya» si presentò «è la prima volta che mi unisco a una causa come questa, spero di fare del mio meglio.» aggiunse, incontrando il sorriso rassicurante della donna mentre questa si faceva da parte e le rispondeva con un entusiasmo: «Ma sì, ma sì, vedrai! Io sono TheUnlikelyOne, prima del suo nome, 42ShadesOfHyena, nata dalla polvere di stelle di Cigno, mezza Hyoga e mezza Xena.» si presentò. Dovette capire dallo sguardo confuso (disperato? Perplesso?) di Rya che forse, ma solo forse, era un po' troppo lungo da chiamare. Se fosse servito per salvarla dalla caduta da un dirupo? Avrebbe fatto in tempo a resuscitare e cadere due volte per essere salvata la terza.
«42 o Shades andrà benissimo.» aggiunse dandole una pacca sulla spalla una volta che Rya ebbe varcato la soglia, chiudendole la porta subito dietro. Quella cigolò, come nei peggiori film horror, ma Shades le fece l'occhiolino: «Tranquilla, è per fare scena. Così sembriamo un covo figo.» commentò, iniziando a farle strada.
La prima area dove la portò fu la cucina, forse per darle modo di bere qualcosa dopo il lungo viaggio: nella stanza, molto spaziosa e luminosa, c'erano due persone. Intente a parlottare tra loro con la stessa pacatezza con cui due amiche potevano prendere insieme tè e biscotti - cosa che era effettivamente presente al tavolo della cucina - Rya colse uno stralcio della loro conversazione: «Ma quindi» stava chiedendo una delle due, un poco confusa «ho capito che Shinichi e Kaitou sono cugini e quindi adesso arriverà la polizia di twitter sotto tutti i profili di quelli che li shippano... ma in Giappone non è un problema.» specificò, con l'aria stanca delle persone che hanno vissuto troppe battaglie e adesso sono troppo vecchie dentro per prendervi ancora parte.
«Eh!» esclamò l'altra, chiaramente sulla stessa lunghezza d'onda «Ma poi io ho i vecchi millenari ma uno sembra un ragazzino di quindici anni. Che vuoi che siano due cugini.»
«Comunque ancora non riescono ad andare in trend come la Odazai ogni tre mesi.» confermò l'altra con aria saggia, bevendo un sorso di tisana o tè che fosse quello nella piccola teiera di ceramica poco distante.
Fu in quel momento che Shades si inserì: «Morale è bello ma lercio è meglio, ragazze, io lo dico sempre!» esclamò, indicando alle due Rya quando portarono entrambe lo sguardo sulle due sulla soglia della cucina: «Lei è la nuova Archivista! Le sto facendo fare il giro, sapete, per conoscerci e vedere com'è il posto e soprattutto insomma, con le voci che girano...» lasciò intendere il resto.
Rya, un'anima candida, la guardò fraintendendo il senso di quella frase lasciata a metà: «Non vi preoccupate, io non ascolto troppo i pettegolezzi...» tentò di risollevare il morale, sebbene fosse un po' confusa, non capendo se fossero effettivamente dispiaciute della fama che precedeva il loro gruppo oppure no. Shades rise: «Ah ma sono tutte vere eh! Ma siamo anche normali ogni tanto.» assicurò come se non ci fosse proprio nulla di cui preoccuparsi.
«Io sono Sidra» si presentò l'Archivista con in mano la tazza con la tisana «lavorando qui ogni tanto potresti avere un gatto che ti dà testate alla mano... è tutto normale. Vuole partecipare.» assicurò pacata, aggiungendo un «Ogni tanto una mano in più fa bene.»
«Vuless 'a maronn.» commentò l'altra ragazza, annuendo con aria quasi solenne, prima di presentarsi a propria volta «Io sono Shiroi! Di solito mi occupo delle tabelle.» spiegò, sebbene Rya non avesse idea di quali tabelle fossero. Immaginò si trattasse di qualcosa che nel suo ruolo di Archivista avrebbe appreso presto e quindi si limitò a un cenno affermativo del capo, ascoltandole parlottare un po' tra loro e accettando il tè con i biscottini quando le venne offerto.
Stava giusto iniziando a capire in quali credenze fosse il cioccolato, quando una figura ammantata dalla bandiera francese apparve sulla soglia della cucina; un quaderno sottobraccio, una penna in mano, era chiaro fosse venuta per una tra Shiroi e Sidra, ma la sua attenzione fu catturata proprio dal nuovo viso tra quelli presenti.
«Bonjour!» salutò prima di cominciare a riportare alle altre: «Allora, ho quasi mille parole di M2, poi ne ho scritte anche duemilaseicento, mille e quattrocento, seimila e cinquecento...» iniziò a elencare, sfogliando febbrilmente le pagine del quaderno «Poi sto lavorando a un'altra piccola... poi ho fatto seicento parole ma forse aumento... ah già. Poi ho quasi quattordicimila.» concluse, osservandole «E' che stamattina mi hanno interrotta.» aggiunse, mentre Rya sembrava aver in viso un'espressione che da sola voleva dire "pensa se non l'avessero interrotta".
La nuova figura la osservò, mentre le altre sembrarono accogliere il tutto con entusiasmo e senza nemmeno apparire troppo sorprese o allucinate: «Ah, io comunque sono Europa» si presentò anche lei, osservando Rya come se dal solo aspetto potesse carpire un'incredibile quantità di informazioni. Sebbene un po' confusa, la giovane Archivista pensò che forse era una capacità degna del ruolo che adesso avrebbe finalmente ricoperto anche lei e qualcosa che forse un giorno sarebbe stata in grado di fare.
Fece un solo, unico errore: «Io sono Rya... come mai hai una bandiera della Francia addosso?»
Un bisbigliato oh no che non avrebbe saputo dire se provenisse da Sidra o da Shiroi la raggiunse, ma ormai la domanda era stata posta e gli occhi di Europa brillavano di luce propria. Le portò un braccio attorno alle spalle e le sorrise: «Mia cara, hai un momento per parlare dei nostri signori i Francesi di Bungou Stray Dogs?» chiese, meglio dei fanatici religiosi pronti a rivelarti l'intero Verbo in una sola giornata.
Shiroi tossicchiò, forse per attirare l'attenzione «Ma gli altri?» chiese e questo sembrò ridestare la Francese, il cui volto improvvisamente si incupì. Un'espressione grave - la Francia aveva perso ai mondiali? - la portò ad abbassare lo sguardo per qualche istante come se il quaderno con tutte quelle -mila parole potesse anche contenere la risposta a una domanda in apparenza semplice.
«Le tabelle...» disse, come nei migliori film pieni di cliffhanger «sakurai e Sed sono alle tabelle.»
Dal repentino cambio di mood anche in Shiroi e dal modo in cui cominciò a muoversi a passo spedito, Rya comprese che forse era arrivata in un momento caldo in cui avrebbe capito subito cosa potesse significare un momento di crisi tra le fila degli Archivisti. E se fosse peggio o meglio di pescipene di cui ancora non sapeva abbastanza.
*
Shades, Europa, Sidra e Shiroi la guidarono lungo i corridoi dell'edificio e poi giù per le scale. Più si addentravano in un'ala che era chiaramente poco in vista per gli ospiti che non venivano indirizzati per bene o per coloro che non appartenevano agli Archivisti, più si respirava l'odore di mistero. Di segreto. Di proibito, quasi, nell'accezione più ampia del termine. Rya scese le scale, svicolando subito sulla destra con Sidra a chiudere la fila mentre Europa con la sua bandiera francese le guidava; roba che guide turistiche "seguite la mano" levate proprio.
A un certo punto, prima che raggiungessero quella che doveva essere la reale meta, una figura che Rya non aveva ancora mai incrociato si palesò nella penombra: appollaiata su una sedia ergonomica come un goblin, o come uno Smigol che ce l'ha fatta, in una posizione che nessun essere umano avrebbe dovuto considerare comoda e la luce acquarellosa dello schermo di un tablet tra le mani. Il viso sembrava provato e per un fugace istante Rya si chiese se le cinque tazze di caffè sulla mensola poco distante da lei dovessero essere segnale di qualcosa. Oltre che di una vita discutibilmente sana.
«Lei...» tentò, richiamando l'attenzione di Shades; prima che quest'ultima potesse rispondere, l'altra giovane alzò di scatto gli occhi su di loro, facendo sussultare l'Archivista più giovane: «Ssssh...» pronunciò piano, un indice sulle labbra «disturberai il flusso.» aggiunse in un mormorio basso. Solo allora Rya si accorse di come, tendendo l'orecchio, fosse possibile cogliere un suono a cui non riusciva a dare effettiva collocazione non soltanto nello spazio ma anche in generale. Le ricordava qualcosa - un rito satanico? - ma al tempo stesso non riusciva a distinguere le parole. La ragazza che aveva parlato, le indicò poco distante: una porta aperta faceva scivolare fuori dalla stanza una luce fioca, ma visibile.
Rya, un po' incerta, osservò le altre ma fu proprio Sidra a piegarsi leggermente verso di lei e sussurrarle all'orecchio: «Non preoccuparti, lei è Cain» presentò la giovane che intanto si era rimessa a disegnare o appuntare qualcosa sul tablet, come se l'interruzione non ci fosse mai stata.
«Cosa sta facendo?» chiese la giovane Archivista «Sembra... impegnata.»
«Sta disegnando. Molto.»
«E non può fermarsi...?»
«Potrebbe» disse Sidra «ma non lo farà. Inoltre, di solito si occupa anche di Sed.» aggiunse, risvegliando la curiosità di Rya. Quest'ultima non fece in tempo a chiedere, confusa, chi fosse quest'altra persona appena nominata e perché mai dovesse avere qualcuno a "occuparsene" che dalla stanza fiocamente illuminata arrivò una forte, improvvisa esclamazione che la fece sobbalzare.
«VULESS 'A MARONN»
Le presenti tacquero. Poco dopo, dalla stanza uscì un giovane ma Rya non potè fare a meno di accorgersi del suo vestito: era inequivocabilmente quello di un cardinale. Lui le vide e sembrò scorgere in loro la Luce, l'Altissimo e tutta una sequela di figure di cui era andato evidentemente in cerca finora - o forse era solo in cosplay.
«Shiroi» la chiamò, avvicinandosi un po' come se dovesse darle l'estrema unzione, serio in volto «ho bisogno di te. Tua moglie» calcò la parola con gravità «ha bisogno di te. Sai che io purtroppo sono esperto di due cose: Conclave e i dinosauri. Eppure nessuna pittura rupestre mi ha parlato.» affermò scuotendo la testa neanche fosse un insulto personale, questa gravissima mancanza di comunicazione.
Rya non riuscendo a capire appieno quanto serio fosse il ragazzo, si voltò verso Shades che era stata la sua guida dalla porta d'ingresso, in pratica. La osservò, certa di avere un'espressione decisamente confusa ma non potendoci fare molto: il mondo degli Archivisti sembrava molto più complesso di quanto avrebbe mai potuto credere.
«Ma... è il vostro prete personale?» chiese in un sussurro, mentre il catboy di Shades che li aveva seguiti fino a quel momento in silenzio arrotolava la coda intorno alla gamba della... madre? Padroncina? Creatrice? Decise di dover chiarire un dubbio alla volta. La donna scosse la testa: «No, Sed è solo un entusiasta.» spiegò l'Archivista più grande «Per certi versi si potrebbe dire abbia un suo culto... ma sarebbe meglio te ne parlasse lui, ecco. Quello per i dinosauri non lo so, invece, sai? Lui e Cain un giorno sono arrivati qui, da non ho capito bene quale situazione... ma quello che conta è che ora siano Archivisti.» chiarì, dando a Rya la sensazione che una volta dentro, non contava da dove si veniva.
Come in una famiglia. Come in una setta.
«Cos'è che è la cosa dei dinosauri di Sed?» chiese Shades, forse perché ora le era rimasto il pallino. Attorno a lei, tutti assunsero un'espressione pensosa - l'unico che avrebbe potuto rispondere era impegnato a parlare con Shiroi della situazione dentro l'altra stanza da cui era uscito.
«Passione?» ipotizzò Sidra «Fissazione?» fece eco Cain, ancora appollaiata sulla sedia, ancora intenta a disegnare, ancora evidentemente persa nel contratto col Diavolo che prevedeva altri dieci disegni e mani con le piaghe «Fetish?» la buttò lì Europa, perché tutto poteva essere. Poi, come un cerchio che si chiudeva, Shades le guardò tutte esclamando convintissima «CIUCHINO!»
Il silenzio di tomba cadde nel corridoio, mentre paia di occhi su paia di occhi si soffermavano sulla figura di Shades. Lei rise: «Scusate» disse subito «è che il bricchetto più piccolo è nel suo periodo Shrek.» fu l'unica spiegazione che diede e l'unica che - decisero in silenzio e all'unanimità - si sarebbero fatti bastare. Definito che il problema di Sed con i dinosauri sarebbe in realtà sempre rimasto indefinito, Rya spostò lo sguardo su lui e Shiroi di nuovo intenti a scambiarsi informazioni. Quest'ultima soprattutto sembrava capire ma, al tempo stesso, non capire affatto. Era come se le mancasse un pezzo fondamentale del puzzle.
«Devi sapere» spiegò Shades «che l'ultimo Archivista che ti manca di conoscere è sakurai, la moglie di Shiroi. Nessuno sa di preciso quando si siano sposate o come, o almeno sakurai non se lo ricorda. E' un'unione platonica nata dal cowt.»
«Nata da cosa?» fece eco Rya con un sopracciglio inarcato: «Il cowt. La leggenda narra che un tempo dei titani si affrontassero in una sfida all'ultima parola... all'ultimo sangue... all'ultimo porno.» pronunciò solenne Europa, anche se in realtà non ci credeva troppo nemmeno lei nella solennità del tutto.
«E cosa significa cowt?»
«Clash of Writing Titans, così era un tempo in antichità.» spiegò prontamente Sidra, veterana di guerra «Oggi, con le nuove generazioni e le interferenze linguistiche siamo in pochi a ricordarlo. Qualcuno suggerisce "Cataclisma Oratorio Weramente Truculento.»
«Ma "weramente" si scrive con la--» iniziò Rya, ma un'esclamazione improvvisa proprio dalla sala da cui era uscito Sed la interruppe bruscamente.
Quella voce racchiudeva disperazione e frustrazione in uguale misura.
«'STI CAZZO DI NUMERI MALEDETTI.»
Ma racchiudeva anche un po' di romano coatto.
Shiroi corse subito dentro la stanza, di certo preoccupata di quali atrocità si stessero verificando all'interno. A giudicare dall'atteggiamento degli altri, non doveva essere la prima volta che questo dramma si consumava e tutti dovevano avere grande fiducia nel fatto che lei avrebbe potuto salvare la situazione. Rya, incerta se fosse il caso di entrare o meno, si rivolse alle senpai esperte lì presenti mentre Sed conferiva con Cain - o forse cercava di staccarla dalle grinfie del Demonio con cui doveva avere un patto per cagare fuori art con più frequenza delle polemiche fandomiche su quanto dei personaggi 2D si possano offendere se li shippi con persone di ben due anni più grandi di loro. E le polemiche erano molte.
«E' una cosa grave?» chiese Rya con un cenno verso la stanza. Shades le diede una spintarella, per incitarla a entrare e vedere con i suoi occhi, mentre Sidra - con ancora la tisana in mano, comunque - prendeva parola: «Devi sapere che uno dei grandi Signori del cowt ha un potere terribile» disse, facendo una pausa a effetto che rendeva l'idea prima di aggiungere «la matematica.»
Europa rabbrividì, stringendosi nella sua bandiera francese; Shades poggiò una mano sulla testa del suo catboy, terrorizzato; Sed si fece il segno della croce, mentre Cain iniziò a dondolare sulla sua sedia. Si vedeva che l'unico motivo per cui Sidra riusciva a mantenere i nervi saldi era solo per la grande esperienza.
«Ogni anno promette che non ci sarà matematica... o che ce ne sarà meno.» continuò «Ma alla fine succede sempre che si debbano fare le tabelle di excel... perché possano contare al posto nostro.» chiarì, muovendosi con tutte le altre fino alla soglia della stanza. Lo spettacolo era terribile: sul muro di fronte alla porta d'ingresso era proiettato su schermo gigante quello che il portatile sulla sinistra mostrava più in piccolo. Un grande file di excel con almeno quattro fogli di calcolo, tabelle di colori diversi, X e W e numeri; parole come "prompt" e "fill" e negativi, insieme ai nomi di tutti gli Archivisti che fino a quel momento gli erano stati presentati.
Seduta a terra, quella che doveva essere sakurai: l'aria di una persona a metà tra lo scegliere la violenza come unica soluzione e la crisi di pianto. Shiroi, al suo fianco, le teneva la mano sulla spalla mentre lo sguardo confuso continuava a stare puntato sullo schermo gigante. Rya quasi poteva vedere formule matematiche aleggiarle davanti al viso, come la proiezione di ciò che doveva star esplodendo nella mente dell'Archivista - senza saperle comunque capire, le formule, ma intanto c'erano. A peggiorare i suoi incubi, forse.
«Parlami, moglie» la chiamò Shiroi «lo supereremo insieme.»
«Abbiamo tre missioni.»
«Sì...»
«E dobbiamo tenere il conto della media.»
«Sì...»
«E la media è un numero f-fratto» incerta su quella parola amena «un altro numero. Giusto?»
«Bravissima.» si complimentò Shiroi facendole una carezzina sulla testa, un po' come ai bambini, un po' come al Labrador che pensa di essere un pincher e vuole appallottolarsi sullo zerbino con la pretesa di starci come dimensioni.
sakurai fece un verso frustrato: «E' TUTTO SBAGLIATO.» ribadì «NON SCALA LA MEDIA COME DOVREBBE.» aggiunse, sempre più confusa.
Gli Archivisti si guardarono. Guardarono Rya. Lei guardò loro. La perplessità di chi non ha soluzione regnava sovrana.
Poi shiroi osservò il foglio proiettato; aggrottò la fronte, in un chiaro sforzo di comprensione.
«Moglie» la chiamò «manca l'uguale della formula.»
Quel giorno Rya comprese subito l'iscrizione che aveva notato all'ingresso ma dalla quale era stata distratta troppo in fretta per chiedere subito.
Cosa diciamo al Dio della Matematica?
NON QUEST'ANNO.