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Prompt: La piuma arrivò risalendo il vento. (Giorgio Faletti, La piuma)
Missione: M2
Parole: 1491
Warning: au







Non è mai accaduto prima che Natsume si ritrovasse a pentirsi di aver seguito la propria curiosità in merito a qualcosa riguardante la magia. In un mondo come il suo, dove i maghi non sono pochi ma nemmeno abbondano nelle città, la comunità tende ad aiutarsi e influenzarsi in ogni occasione possibile. Lui stesso, d’altronde, è cresciuto all’ombra di uno dei più grandi e talentuosi maghi mai visti negli ultimi trent’anni almeno - e così giovane, poi, considerato come lui e Natsume appartengano alla medesima generazione. Wataru per lui è come un fratello, non solo dal punto di vista magico ma anche umano; è da lui che ha sentito parlare di questa persona, questo giovane mago un po’ particolare.
Quando Wataru usa l’aggettivo particolare per riferirsi a qualcuno non si sa mai come prenderlo. Natsume adora suo fratello e lo ammira, ma non può negare che sia una personalità molto complessa la sua e che il suo giudizio e il suo interesse tendano a virare sulle stranezze.
Tuttavia, ha pensato, se un altro mago ha attirato l’attenzione di Wataru-niisan, vale la pena cercarlo e conoscerlo.
Ora, guardando davanti a sé, non ne è più così sicuro: una piuma gigante gli si è appena posata davanti, arrivando in apparenza come sospinta dal vento, ma ferma lì davanti a lui come se avesse vita propria e non avesse alcuna intenzione di spostarsi da lì o di lasciarlo passare. Non è che lo stupisca - ha visto tante, tantissime cose un tempo inanimate venir rese vive dalla magia, una piuma non è nemmeno la più assurda - ma si trova ormai a sì e no un chilometro dalla sua meta, a giudicare da come il suo pendente intriso di magia di localizzazione testimonia. E quella piuma gli impedisce l’unico possibile passaggio.
La osserva, cercando di riportare alla mente se l’abbia mai vista prima o se gli ricordi il manto piumato di un qualche uccello o creatura magica; certo, non sapere se è ingigantita dalla magia o meno non lo aiuta, perché l’energia che sente scorrere in essa potrebbe essere dovuta sia al suo naturale potere sia a quello di chi l’ha resa come Natsume la vede. In ogni caso non si può dire che non attiri la sua attenzione - allunga una mano, con attenzione e cautela, pronto con l’altra a usare un incantesimo di difesa se dovesse rendersi necessario.
E’ a pochi centimetri dal toccarla, che quella vibra e un attimo dopo la sua morbidezza è a contatto con la pelle di Natsume. La piuma si è mossa per instaurare un contatto, di questo è certo; forse ha percepito la breve reticenza che Natsume ha avuto per un istante, e per questo ha fatto da sé. L’espressione del mago si rilassa, così come la sua postura e la piuma forse lo percepisce e vibra ancora in quello che Natsume sospetta potrebbe essere una sorta di… verso di apprezzamento. Non un verso vero, visto che non c’è una bocca - e meno male, sarebbe inquietante persino per lui, forse - ma un metodo di comunicazione che stuzzica il suo interesse.
«Sei un essere strano, tu.» commenta, per vedere se la piuma può capirlo. Quella si muove su e giù di qualche centimetro per un paio di volte, e nel farlo la sua colorazione blu brilla a tratti con i giochi di luce che le fronde degli alberi, in quel bosco, lasciano entrare. C’è un fascino particolare nella semplicità di quelle sfumature che Natsume è sicuro di aver visto altre volte in altre occasioni - un gioiello, un tessuto, magari anche un fiore - e ne resta ipnotizzato, per qualche attimo. Almeno finché una voce non rompe l’incantesimo.
«Ah, ecco dov’eri finita! Ti avevo detto di non allontanarti— oh.»
La persona davanti a lui è un incontro inaspettato, ma Natsume capisce quasi nell’immediato che si tratta di una presenza non sgradita per la piuma che ora fa da barriera tra loro due: non la sente ostile, non percepisce un cambiamento nel flusso della sua magia e per quanto non sia una creatura convenzionale Natsume è abbastanza certo non si discosti poi molto, negli atteggiamenti, da una bestia magica. Specie se la piuma si rivelasse essere parte di un qualche animale.
Natsume studia il nuovo venuto in silenzio, con fare guardingo; non è mai stato il tipo da andare particolarmente d’accordo con le persone difficili da inquadrare e il giovane di fronte a lui sembra farsi calzare a pennello la categoria. La sua espressione sembra stupita, Natsume non sa precisamente da cosa, ma il modo in cui riesce a far passare quella sorpresa in un istante e a sostituirla con un sorriso gentile senza motivo lo rende inquieto. Quale persona, di fronte a uno sconosciuto incontrato in una radura abbasserebbe la guardia con fare tanto immediato, al giorno d’oggi?
E soprattutto: quale persona normale ha come compagna una piuma gigante - non è che lui possa davvero permettersi di etichettare qualcuno come anormale, considerata la sua natura magica e le persone con cui è cresciuto, mostri e stregoni che il mondo ha temuto ed è ben felice di sapere lontani a vivere in posti quasi disabitati, ma nessuno di loro ha una piuma, okay?
Altre discutibili compagnie, ma non quella.
«Chiedo scusa,» ricomincia a parlare il nuovo venuto «l’ho persa di vista e ha cominciato a gironzolare per conto proprio… non ti ha disturbato, vero?» domanda, quasi apprensivo.
«...No.» commenta Natsume, senza sbilanciarsi troppo; il suo pendente però la pensa in modo diverso, quando si scalda e comincia a emanare una luce fioca e rossastra il cui significato è dolorosamente chiaro per Natsume: la persona che ha di fronte è un mago a sua volta, e soprattutto quello di cui gli ha parlato Wataru e che stava cercando di localizzare.
Nemmeno a quel giovane sfugge il cambiamento nell’oggetto e pare sorpreso, sebbene non nel caratteristico modo in cui gli umani si sorprendono di fronte alla magia o la temono. La prima cosa che l’altro fa, però, è posare una mano sulla piuma gigante: quella vibra di contentezza, quasi risuona con la magia sulla punta delle dita del giovane - è azzurrina, si vede appena perché utilizzata con molta discrezione, ma è lì. Natsume non ne ha mai vista una di quel colore e, ora che li vede vicini e ci fa caso, la sfumatura della piuma è quasi identica ai capelli del mago suo padrone.
Non gli pare necessariamente una cosa buona, se deve essere sincero.
«Uhm, non ti sei perso, vero? Perché se così fosse, ti potremmo aiutare a—»
«No, grazie.» taglia corto Natsume, sebbene sia ancora in conflitto interiore sul voltarsi e andarsene, rinunciando a conoscere questo fantomatico mago che ha attirato l’attenzione di Wataru, o restare ignorando come il proprio istinto non sia del tutto d’accordo. Adocchia la piuma per diversi istanti.
«Non ricordo molte creature magiche con un piumaggio come questo.» inizia, alzando lo sguardo indagatore sull’altro mago «L’hai strappata a qualche bestia?»
«Questa è una cosa davvero brutta da chiedere.» commenta quello, in evidente disagio nel mezzo sorriso che gli mostra «E sarebbe un atto crudele da compiere. Siamo insieme da tanti anni, io e lei. La creatura che me l’ha donata è un altro fido compagno: sono io ad averla resa grande con la magia. Per gli spostamenti.» ammette e Natsume si distrae subito quando la piuma gli si fa incontro e gli sfiora la mano, come il muso di un animale che richiede attenzioni. Non percepisce in lei alcuna malvagità, perciò le concede un sorriso e una carezza e questo sembra farla vibrare di più.
«Sembri piacerle, Natsume-kun.» osserva il suo padrone e Natsume fa scattare lo sguardo su di lui, di nuovo guardingo; non si è mai presentato.
«Ah, no, non fraintendere!» si agita quello «E’ che Wataru-kun ha parlato di te diverse volte e ti ho riconosciuto subito...» ammette. Natsume fa per aprire bocca di nuovo, ma la piuma richiede attenzioni, ancora. Questa volta però lo fa in maniera più brusca - senza preavviso gli gironzola intorno, gli si ferma alle spalle e poi lo picchietta dietro le ginocchia fino a fargli perdere l’equilibrio e atterrare sulla piuma stessa. Quella si distacca di qualche centimetro da terra, senza però precludergli la possibilità di scendere.
Il suo padrone, ancora piedi a terra, ridacchia prima di salire a sua volta e sistemarsi seduto di fianco a Natsume.
«Davvero non ti va nemmeno una tazza di tè, Natsume-kun? Wataru-kun ha detto che saresti stato interessato alla mia piuma e che ti piace conoscere altri maghi.»
Natsume tace, soppesando la cosa. E’ piuttosto sicuro di avere una magia decisamente più forte di quella del giovane di fianco a lui: se anche le cose dovessero mettersi male, non dovrebbe essere un problema.
«Va bene.» decreta con un sospiro, facendola sembrare una grande concessione e sentendo subito la piuma vibrare felice sotto di sé.
«Allora andiamo.» replica quello «A proposito: io sono Tsumugi.»

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