Mar. 8th, 2022

hakurenshi: (Default)

Prompt: Bagnasciuga, Luna piena, Malinconia, Maglietta strappata, Essenza, Senza tregua, Sandali, Acqua Fresca
Missione: M1 (week 4)
Parole: 3841
Rating: explicit
Warnings: sesso, teasing kink (implicito e menzionato)






Lo sorprende che Edmond abbia accettato così di buon grado di concedergli quasi una mezza giornata di relax prima di tornare alla casa dove ormai, altare dopo altare, gli inquilini non fanno che salire di numero. Eiden è certo che il cavaliere sappia bene come sia riuscito a portare dalla loro parte un uomo pio come Olivine - perché non differisce poi troppo da come sia riuscito a convincere lui - ma non ha commentato molto, forse per rispetto di un uomo che pensa sia stato circuito. Certo Edmond non può immaginare che Olivine sia stato tutto fuorché costretto la notte passata.


Alla fin fine, comunque, quanto conta davvero è aver potuto approfittarne per proporre a Olivine di trattenersi un giorno ancora, tra un ultimo saluto ai suoi fedelissimi e un'occasione da non sprecare per mostrargli almeno una piccola parte di quella che è stata la sua realtà negli ultimi anni. Eiden potrà essersi avvicinato a lui per una missione e potrà essere finito nel suo letto, ma questo non significa non ci tenga. Così come ha ascoltato di buon grado Olivine parlare dei suoi fratelli più piccoli con l'affetto sincero nello sguardo, allo stesso modo ha trovato piacevole scoprire di più di lui attraverso i posti da vedere. E sarebbe stato sciocco non approfittare di una serata con una luna piena alta nel cielo, privo di nuvole, per una passeggiata così vicina all'acqua.


Il mare - o l'oceano, Eiden non ha ancora presente tutta la geografia di quel mondo a dire il vero - è calmo e il ritmo delle onde rilassante. Ha lasciato che Olivine lo guidasse ora per quelle vie secondarie che hanno ignorato la mattina, quando hanno avuto bisogno di recuperare dai mercati tutto ciò che sarebbe potuto servire una volta tornati a casa. Strade che forse non ci si aspetta vengano battute da uno come lui, eppure Eiden in un certo senso le ha comunque trovate adatte al pensiero di Olivine pronto a prodigarsi per chiunque e, al tempo stesso, bisognoso di momenti di pace lontano da chi vede in lui solo un uomo pio che ha seguito ciò che la famiglia ha voluto per lui.


La figura di Olivine è difficile da smarrire come anche da ignorare: un corpo scultoreo che, se non lo avesse conosciuto nel suo ruolo, Eiden non avrebbe mai associato a un uomo di chiesa. La veste blu è stata lasciata più aperta, rivelando la semplice maglietta candida sotto di essa; l'aria non è troppo fredda, complici le temperature miti della stagione, e lo stesso Eiden si è liberato del giacchetto che indossa di solito e che per ora porta sottobraccio. L'altro cammina pochi passi avanti a lui ed è rilassato, lo sguardo rivolto verso il mare mentre lasciano impronte sul bagnasciuga. L'acqua è fresca, più di quanto Eiden vorrebbe visto che sente i piedi non apprezzarla quanto farebbero di giorno e con il sole, ma non è così male se basta a far incurvare le labbra di Olivine in quel sorriso quasi infantile che ha ora.


«Grazie,» lo sente pronunciare e la sua attenzione si sposta su di lui quando lo vede fermarsi e voltarsi in parte in sua direzione: «avevo bisogno di allontanarmi e imprimermi nella mente alcuni posti a cui mi sono abituato negli anni.» ammette, come se questo fosse un addio ed Eiden gli avesse concesso una grazia. Lui impiega pochi passi a raggiungerlo e gli si affianca, lo sguardo verso il mare.


«Non vieni via con noi per non tornare mai più.» gli fa presente, occhieggiandolo e rifilandogli un sorrisetto divertito «In caso tornassero i tuoi fratelli o tu volessi andarli a trovare e poi passare da qui.» porta come esempio, ma non gli sfugge la malinconia negli occhi verdi altrui. Questo è un aspetto suo che lo affascina, ma nella misura in cui non riesce a comprenderlo del tutto: c'è un sentimento costantemente riflesso nello sguardo di Olivine, simile ad altri che in parte Eiden comprenderebbe anche - la nostalgia dei fratelli, la confusione di fronte ai propri desideri recentemente compresi appieno, la tristezza di lasciarsi indietro un posto che ha chiamato casa. Eppure questi sembrano tutti incompleti, paiono mescolarsi tra loro fino a tirarne fuori quella malinconia che a tratti Eiden pensa non sarà mai in grado di cancellare. Quasi facesse parte di Olivine e fosse destinata a rimanere per sempre, alla stregua di un tratto caratteriale o di un segno fisico particolare. La rabbia prorompente e così mitigata di Yakumo, per dire, o l'incapacità di Edmond di esprimersi con onestà se non messo alle strette.


Olivine lo guarda, sorride malinconico senza nascondergli nessuna delle cose che prova come invece ha fatto per tutta la vita, e scuote appena la testa: «Tornerò o accoglierò i miei fratelli se vorranno venire a trovarmi e se sarà possibile.» lo dice quasi timidamente, forse perché quello di casa è un concetto per lui ancora astratto quando si parla dell'abitazione dove Eiden si è risvegliato tra le braccia di Aster e Morvay. Come se fosse un ospite che non potrà mai dire di appartenere a quel luogo di cui non conosce ancora le fattezze.


«Però... è comunque un distacco.» aggiunge. Eiden capisce quella sensazione di lasciarsi indietro qualcosa a cui si finirà per ripensare, nel tempo. Per quanto lui sia molto cambiato, l'orfanotrofio torna prepotente nella sua mente ogni volta che si ritrova a fare i conti con cosa sia diventato o dove la vita lo abbia condotto. E' una malinconia radicata in entrambi, forse dovuta a una mancanza che nessuno potrà colmare mai. Questo - al contrario della fede cieca - Eiden può capirlo e gli viene naturale far scivolare la mano in quella di Olivine e stringerla. Avverte la sorpresa nel modo in cui indugia un momento prima di stringergliela di rimando, sebbene avvenga prima di quanto si possa credere.


«Perciò» riprende Olivine, con sua sorpresa; quando lo guarda nota l'imbarazzo sul suo viso e l'impegno con cui sta fissando il mare. L'acqua fresca, mentre le onde fanno avanti e indietro sul bagnasciuga, gli bagna i piedi ma a farlo rabbrividire è la domanda che Olivine fa scivolare dalle sue labbra: «non sei turbato da quello che è successo ieri? Dallo... stato poco consono in cui ero?»


Eiden quasi non crede alle sue orecchie ed è difficile trattenere una risata che, però, sospetta non verrebbe interpretata nel modo giusto dall'altro. Pensava di essere stato già molto chiaro il giorno prima, riguardo il non essere disturbato dai desideri carnali di Olivine ma - al contrario - di essere ben contento ci siano e che sia stato lui ad approcciarlo per primo riuscendo dove molti hanno sicuramente tentato ma fallito. Invece c'è una purezza d'animo di fondo in lui, non tanto quanto in Yakumo forse, ma non troppo dissimile. Gli stringe di più la mano, mitigando l'accenno di risata in un sorriso rassicurante prima e più divertito poi.


«Non userei né la parola "turbato" né "dispiaciuto" per lo stato in cui ti ho visto ieri.» gli fa notare, un occhiolino complice e decisamente allusivo. Nonostante non ci siano aspetti del linguaggio del corpo di Olivine a tradirlo, qualcosa gli attraversa il corpo come una scarica, ma molto più mitigata e per nulla dolorosa. Da quando è arrivato in quel mondo, con il suo cristallo al collo, Eiden ha appreso con sempre maggiore chiarezza cosa significhi il concetto di Essenza. Se dapprima era piuttosto aleatorio, man mano che è entrato in risonanza con le persone a cui è stata donata quella del Mago che tutti pensano sia una sorta di suo antenato - o di cui lui comunque pare essere il discepolo -, Eiden ha capito quanto sia difficile opporglisi. L'essenza magica li ha guidati gli uni verso gli altri, gli ha permesso di riconoscersi anche solo a livello inconscio, li ha legati e li ha portati a condividere più di quanto molti di loro si sarebbero aspettati. Persone così diverse la cui Essenza e scambio di essa ha avvicinato come non sarebbero altrimenti mai stati in grado di fare. Ed è quella a riverberare tra loro, adesso, attraverso le mani stretta l'una all'altra ma anche nell'aria, come se non potesse fare altro che avvolgerli quando entrano così in sintonia.


Se l'Essenza sia anche la causa del desiderio bruciante Eiden non lo sa, così come non ha idea se sia il motivo per cui lo sguardo di Olivine si fa più arrendevole, forse intuendo che entrambi vogliono la stessa cosa. La spiaggia non è delle più comode, ma può essere romantica a sufficienza da far dimenticare la sabbia che dovrà fare loro da letto e il rumore delle onde. Oppure...


«L'acqua è troppo fredda?» domanda, apparentemente senza motivo. Olivine, senza nascondere del tutto la confusione, guarda verso i propri piedi con ancora indosso i sandali nonostante non si sia preoccupato di farli bagnare. Scuote la testa, quando i suoi occhi incontrano di nuovo quelli di Eiden.


*


Hanno abbandonato buona parte dei vestiti poco più in là, dove possono stare sicuri non si bagneranno. Eiden non si è fatto troppo pregare per liberarsene, notando ancora un imbarazzo di fondo in Olivine tanto da impedirgli di spogliarlo con la stessa decisione e urgenza che lui invece gli ha riservato. Ha cercato comunque di prendersi il suo tempo, come dimostra il fatto che Olivine ha ancora addosso la maglietta bianca che ha scoperto solo l'addome, i sandali e i pantaloni che ormai se ne stanno arrotolati verso le caviglie.


Olivine è puntellato sui gomiti e lo guarda mentre Eiden lascia una scia di baci vicino all'ombelico prima di scendere; ignora completamente la sua erezione ancora non del tutto pronunciata e scende, lasciando qualche schiocco sulle gambe muscolose. Quando incontra la stoffa dei pantaloni la salta del tutto, occhieggiando prima i piedi con i sandali e poi guardando in su verso il suo viso, cercandone gli occhi verdi. Sorride, quasi gli ammicca prima di sfiorare il collo del piede con la punta della lingua. Dalle labbra di Olivine scappa un verso sorpreso, imbarazzato ed eccitato insieme.


«E-Eiden» lo richiama, quasi frettoloso «non è il caso di...!» aggiunge, di certo riferendosi a quell'attenzione non del tutto ordinaria. Ma lui non vede quale danno possa fare, se non un po' del sale dell'acqua di mare sulla punta della lingua. Al contrario, l'espressione sul volto di Olivine è impagabile ed Eiden nel saperlo più che interessato al sesso, non può che avere la curiosità di scoprire quanto in là si possano spingere i kink dell'uomo che è già stato sotto di lui la notte prima. Per questo una mano carezza il polpaccio, mentre l'altra si sposta dietro il tallone. Il leggerissimo tacco del sandalo gli sfiora la pelle così come fa il cinturino quando lui si china di più per mordere appena il collo del piede. Scende, da lì, lasciando baci umidi e brevi, percorrendo tutta la distanza dal cinturino alle dita. Di nuovo un'occhiata a Olivine, trovando la vergogna a tingergli il viso e il piacere a iniziare a farsi strada su dei lineamenti traditori quando la lingua di Eiden guizza tra le dita dei piedi.


Olivine regge molto meno di quanto pensasse, e presto lo implora di smettere - ma non è paura o rifiuto, quanto più il pensiero costante nella sua testa che quanto fatto da Eiden sia qualcosa di sporco. Dal momento che non deve essere una tortura, ma un piacere, accetta la sua richiesta e abbandona il suo piede, lasciando che solo la mano finisca di occuparsi di slacciare i sandali uno dopo l'altro e lanciarli poco lontani da loro e dal bagnasciuga che dovranno abbandonare presto.


«Andiamo in acqua.» gli dice, una proposta a cui gli dà la possibilità di rispondere come preferisce. Olivine, sollevato forse dall'aver visto la propria richiesta accolta e confuso da un piacere appena affacciatosi, annuisce e si libera definitivamente di intimo e pantaloni, abbandonandoli lì a un passo da dove sono. Sta per fare lo stesso con la maglia quando Eiden lo ferma e scuote la testa.


*


La maglietta ha fatto il suo dovere appena sono entrati abbastanza in mare, l'acqua fresca piacevole contro la pelle di entrambi, ora bollente. Si è bagnata in un attimo ed è divenuta trasparente in ancora meno tempo, definendo ancora di più i muscoli di Olivine e lasciando intravedere sotto la stoffa fradicia i piercing ai capezzoli e le catenelle dorate che li legano. Allo stesso modo, la gemma in corrispondenza col suo ombelico è in un gioco di vedo e non vedo.


Nonostante siano più o meno della stessa altezza, Eiden ha fatto passare le braccia di Olivine sopra le proprie spalle e ha tirato su il corpo quasi senza peso, grazie all'acqua, fino a sentire le cosce altrui cingergli i fianchi. Le mani di Eiden hanno tirato su parte della maglietta, scoprendo fino a metà addome o poco di più, e vi ha poi sostituito i denti e la lingua immergendosi a brevi intervalli. Ha tirato su la stoffa piano piano, come in un gioco, sentendo il bacino di Olivine spingersi contro di lui d'istinto, quasi con discrezione, stimolato ma solo in modo superficiale. Al pari della sera precedente, non è stato facile per Eiden aspettare a dargli quello che voleva quando il suo stesso corpo pretendeva di più e subito. Ma è valsa la pena vedere Olivine mordersi il labbro inferiore per ricacciare in gola un verso di approvazione o una richiesta svergognata, vederlo inclinare leggermente la testa indietro quando i denti di Eiden sfioravano la pelle nel tentativo di tirare su il bordo della maglietta.


Però alla lunga era inevitabile che anche un uomo come Olivine cedesse, e così è stato. A un certo punto le sue braccia non sono più rimaste docilmente poggiate sulle spalle di Eiden e una mano ha raggiunto la sua nuca, le dita tra i capelli a tirare appena per dargli un messaggio di riemergere con la testa. Ed Eiden ha eseguito, rifilandogli un ghigno leggero quando lo ha rimesso a fuoco e sentendo le labbra di Olivine appropriarsi a tradimento delle sue. Un bacio urgente, quasi disperato per preliminari veramente troppo lunghi, l'eccitazione palese ora contro lo stomaco di Eiden. Le dita, quasi furtive, sono andate a guadagnare centimetro di pelle dopo centimetro di pelle fino a sfiorare i capezzoli sopra la maglia. Olivine si è lasciato scappare un gemito e, impaziente, ha portato la mano libera a strattonare la maglia per tirarsela via senza però abbandonare con l'altra i capelli di Eiden e anzi facendo una pressione leggerissima - sospetta, lui, anche inconscia - per tenere le labbra sulle proprie.


Si è accorto troppo tardi del rumore di stoffa strappata che lo ha portato poi a ritrovare, una volta allontanatosi appena dalle labbra di Olivine e aperti gli occhi, una maglietta poco utile a essere indossata. Con uno strappo irregolare sul davanti a lasciare quasi del tutto scoperto il petto, è chiaro l'intento dell'uomo nel tirarla fino a ridurla così. Eiden sorride, si appropria di nuovo delle sue labbra per un bacio veloce me affamato, prima di mormorargli un: «Non è da te, Olivine.» che in realtà significa tutto e niente ma, come si aspettava, finisce per scatenare nell'altro la reazione giusta. Lo sente muoversi di nuovo contro di lui, cercare maggiore frizione - e non fatica a crederlo, ha sì e no sfiorato un paio di volte la sua erezione e niente di più da quando sono entrati in acqua - e glielo concede, mentre una mano sale a ciò che resta della maglietta e tira, finendo di strapparla così da averla del tutto aperta sul davanti.


La luna piena è ancora alta sopra di loro ed è l'unica luce a riflettersi nelle acque scure del mare di notte. Illumina poco, ma è così grande e apparentemente vicina - così diversa da come potrebbe apparire in un oceano del suo mondo, distante e pallida - che rende fattibile osservare l'espressione di Olivine. L'imbarazzo per il suo mostrarsi così attaccato ai piaceri terreni, così fuori controllo, la fa di nuovo da padrone sul suo viso e a Eiden piace vederlo in quel modo. Per questo lo accontenta e avvicina le labbra al suo corpo, non indugia troppo prima di andare a mordere e succhiare i capezzoli, a prendere la catenella tra i denti e tirare fino ad avere la risposta che vuole da Olivine. Come la sera prima lo sente gemere di piacere e di quell'accenno vago di dolore che è come una scarica in tutto il corpo, un segno di quanto abbia bisogno di ciò da cui ha sempre cercato di allontanarsi più per imposizione e cieca fiducia che per pudore.


Fa scivolare una mano verso il basso, Eiden, la immerge nell'acqua fino a trovare l'eccitazione di Olivine e dargli un po' di sollievo: carezze lente prima, un poco più velocizzate poi, ma nessun ritmo sostenuto a dargli la possibilità di liberarsi di un piacere sempre maggiore. Non ancora.


Le dita della mano libera possono scivolare lungo la sua schiena, l'acqua complice perfetta per non doversi preoccupare di dover tenere su di peso l'uomo tra le sue braccia. Raggiunge le natiche e dà una strizzata veloce, quasi giocosa, prima di far scivolare due dita sulla sua apertura. Lo sente gemere di sorpresa, forse non aspettandosi subito l'intrusione o magari che non fosse subito con due dita anziché una sola.


Non forza oltre l'intrusione, consapevole che prima di allora Olivine non si è concesso a nessuno, sebbene Eiden sia abbastanza sicuro che in qualche occasione si sia dato del piacere da solo. E' difficile credere che l'altro abbia semplicemente scoperto di punto in bianco, senza alcuno stimolo, di avere dei desideri carnali come chiunque altro. Lo abitua senza urgenza e, anzi, con movimenti anche più lenti di quanto non abbia già fatto la sera prima. Ci è voluto poco, d'altronde, a capire che in Olivine c'è un istinto evidente a subire. Niente di violento, Eiden non apprezza troppo quel tipo di pratiche. Ma un po' di teasing... non sembra male. E nemmeno un po' di dolore, leggerissimo ma presente.


Offrirgli un piacere lento è come una tortura ed Eiden lo ha compreso subito. Per questo anche ora le sue dita si muovono con una lentezza quasi disarmante e ogni volta che le affonda dentro Olivine lo sente tendere i muscoli attorno a esse, il respiro veloce a solleticargli la guancia e qualche gemito riversato vicino al suo orecchio. Fortunatamente per l'altro, Eiden non è così crudele da prolungare eccessivamente la cosa e decide di utilizzare un approccio diverso, di provare e vedere cosa possa piacere di più a Olivine. Sperimentare, perché dopotutto l'uomo tra le sue braccia non ha mai avuto davvero modo di provare con nessun altro prima.


Decide quindi di non limitarsi a inserire un terzo dito dentro di lui, già di per sé apprezzato a giudicare dal suono che scappa tra le labbra di Olivine, ma anche di non dargli nemmeno un secondo di tregua in quanto a stimoli sul suo corpo. Così inizia a muovere il bacino, prima di tutto, l'erezione ormai più che evidente a strusciare contro il corpo altrui. Il risultato immediato è sentirlo stringersi attorno alle sue dita e muovere il bacino contro di lui, cercando una maggiore frizione contro il suo stomaco. Gliela concede, ma solo perché sa che ci vorrà un po' ancora prima di sostituire le dita al proprio membro e vuole - forse - farsi perdonare in anticipo. Così gli lascia trovare un minimo di sollievo, il rumore dell'acqua che si muove intorno a loro in base all'oscillare su e giù di Olivier per quanto riesca da solo e senza la collaborazione di Eiden. Lui, da parte sua, è occupato con ben altro: mentre le dita continuano a stimolare l'altro, la bocca si appropria di quella di Olivine per un bacio troppo breve rispetto a quello di cui forse avrebbe bisogno il suo amante. Volutamente veloce per fargli saggiare qualcosa che invece gli nega di lì a pochissimo, scivolando sul suo collo senza troppi ripensamenti. Lì è un alternarsi continuo e implacabile di labbra, lingua e denti. Percepisce l'insoddisfazione di Olivine nella sua voce, nel modo in cui lo chiama, ma anche nel modo in cui si tende il suo corpo.


Per minuti - che è certo sembrino un tempo molto più lungo all'altro uomo - è tutto lì ciò che gli offre: le attenzioni di un amante sul collo, ogni tanto sulle labbra, e stimolo continuo ai punti più sensibili del suo corpo. Le dita affondano sempre nello stesso modo, il ritmo che non aumenta mai per quanto sia difficile per lo stesso Eiden mantenere tutta quella lucidità. Olivine a un certo punto è talmente inebriato da quel mix letale e al tempo stesso bisognoso di avere quel qualcosa in più che potrebbe permettergli di raggiungere finalmente l'apice, da aver cominciato a straparlare a tratti. Tutto si riconduce ai suoi «Eiden, Eiden, Eiden» che non sono un vero richiamo quanto una supplica di dargli tregua, finalmente.


Vorrebbe, ma attende ancora; sfila le dita da dentro di lui invece, incontrando un verso di abbandono e disapprovazione, oltre a occhi verdi che lo guardano come se Olivine fosse stato appena tradito. In un certo senso lo è stato, torturato per tutto quel tempo e poi neanche premiato per la pazienza di farsi toccare ovunque, farsi stimolare dove ha più effetto, senza tregua e senza alcun riguardo al suo bisogno primario.


Lo bacia, prima. Con più trasporto di ieri notte, più passione, più urgenza. E' come se dovesse rispondere all'istinto di lasciarlo senza fiato e forse ci riesce davvero, a un certo punto. Quando senza alcun preavviso mette fine a quella tortura e si spinge dentro di lui, scivolando con relativa facilità. Sente Olivine inarcarsi e urlare di piacere, un fiotto di calore in netto contrasto con l'acqua fresca contro il suo stomaco. Capisce che è venuto appena lo ha penetrato, iper stimolato com'è stato finora. Non si allontana da lui per commentarlo, però, e non gli dà la possibilità di interrompere il bacio per scusarsi.


Spinge dentro di lui, finalmente libero da ogni intento di sperimentazione. La bocca di Olivine è calda, le sue mani si stringono attorno a lui e a un certo punto Eiden è vagamente cosciente di unghie che affondano appena nella pelle della sua schiena. Vorrebbe poter dire di riuscire a mantenere una calma invidiabile e prolungare ancora di più il sesso, ma la verità è che anche per lui è impossibile restare impassibile di fronte a un corpo come quello di Olivine che non fa altro se non diventare malleabile nelle sue mani con il suo abbandono e la totale fiducia.


Si svuota dentro di lui mentre lo sta ancora baciando, anche se è tutto fuorché un bacio da manuale. Olivine gli si stringe addosso, forte, quasi temesse di affondare se dovesse lasciare andare. Sente il suo respiro veloce sulla pelle bagnata e lo stringe di più, senza ancora scivolare fuori di lui.


Il rumore delle onde sembra placarsi insieme ai loro movimenti, lentamente limitati solo ai respiri. La luna piena, ancora alta nel cielo scuro, sta scivolando piano dietro qualche nuvola rada. 

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