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Prompt: tempo

Missione: M3 (week 5)
Parole: 100
Rating: teen up
Fandom: originale

Warnings: //



A volte i modi di dire degli uomini mortali erano estremamente divertenti, non poteva far altro che pensarlo ogni volta che dal mondo mortale gli arrivavano queste o quelle voci. 


Lì, seduto sul trono, con vesti leggere perché dopotutto il tempo meteorologico era pur sempre suo fratello, il sovrano guardava di fronte a sé con aria divertita; il volto poggiato morbidamente sulla mano, il gomito sul bracciolo in oro massiccio.


«Sentito cos'hanno detto, fratello?» si rivolse proprio a Meteo, il cui sorriso più discreto era comunque divertito.


«Il Tempo è tiranno.» pronunciò, ghignando «Non hanno idea di quanto sia vero.»


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Prompt: pictionary
Missione: M2 (week 5)
Parole: 3523
Rating: pg13
Warnings: originale



«Ricapitolando.» Kazunari richiama la loro attenzione, sistemando gli occhiali sul naso con un movimento abitudinario che però tradisce una grande, immensa fonte di stress: «Le squadre sono le seguenti: Sohma-san con Akemi-kun e Izumi-kun.» comincia ad elencare, spostando di volta in volta lo sguardo sulle persone nominate per assicurarsi che abbiano compreso e per avere al tempo stesso delle conferme. Appunta, di volta in volta, qualcosa sul suo blocchetto con l'aria di chi non sa perché si stia prestando a tutto questo. Tranne quando inquadra il proprio boss, e tutto torna tragicamente ad avere un senso.


«Il nostro leader» quello su cui comincia forse ad avere seri dubbi che tiene per sé «con Dan e Willow.» unica che sembra ridargli fiducia nell'umanità, in effetti. Lo sguardo passa verso il boss seguente, lì a quel tavolo di quello che in origine sarebbe dovuto essere un summit classico della mafia... prima che qualcosa andasse storto. Qualcosa con un nome e un cognome ben precisi.


«Moriguchi-san ha designato... Isen-kun e Eishi-kun, corretto?»

«Solo perché Tohru è troppo stupido anche per disegnare.» rimarca Eishi con un sorrisetto beffardo che si allarga quando, da fuori la porta, si sente urlare un «PEZZO DI MERDA GUARDA CHE TI SENTO.» al quale Kazunari decide di non dare ascolto, nella vana speranza che non si protragga oltre. Apprezza così tanto, il silenzio di Isenlen.


«Per il clan Komakura, oltre a Namatame-san, Yumeno-kun e Ashina-san?»

«Corretto.» conferma quest'ultimo «Ma sia chiaro che io esisto solo per fare numero.» chiarisce Hidenori. D'altronde, Shinya sembra molto entusiasta abbastanza da fare per tutte e tre i membri della sua squadra. Kazunari annuisce, tornando a fissare il foglio. Per una volta è quasi felice che non ci siano tutti i boss presenti a causa di alcuni impegni da cui non sono riusciti a sganciarsi all'ultimo secondo. E' tutto già troppo complicato così, mentre i suoi occhi si soffermano sull'ultimo partecipante. In condizioni normali sarebbe più che lieto della presenza del boss del Miyuki-gumi, per quanto ormai siano lontani dal territorio e con un compito di tutto rispetto su suolo europeo. Purtroppo, però, suddetto boss non è esattamente il valore aggiunto desiderato quando non si vuole gettare benzina sul fuoco ma, anzi, si vorrebbe avere un atteggiamento degno di un summit serio.


Miyuki Tatsuya se ne sta seduto in tutta comodità, occupando l'ultimo posto attorno al tabellone di pictionary ben posizionato al centro del tavolo. Accanto a lui Yukinaga, il cui dichiarato compito è solo quello di accompagnatore e addetto alla merenda richiesta a gran voce dai partecipanti, e i due compagni di squadra designati per questo disturbante momento di goliardia condivisa: non è Miyuki Kaede, a preoccuparlo. E' Fujimoto Yasu, il problema.


*


Tatsuya deve ammettere che avrebbe adorato anche il ruolo di semplice arbitro, solo per il gusto di prendere in giro tutte le altre squadre e le loro discutibili doti artistiche. Di contro, l'unico modo di far effettivamente partecipare Yasu era esserci in quanto gruppo, dunque non si è potuto privare di questa esperienza che già dalle prime battute ha minacciato di essere esilarante. I Komakura si sono rivelati un team temibile fin quando a disegnare è stato Shinya: abbozzi carini, tondeggianti e semplici abbastanza da rendere l'idea in modo immediato e permettere al suo team di indovinare. Certo, potrebbe aver aiutato che gli sia capitata la carta "pecora", in effetti, non certo difficile da rappresentare.


Poi, però, è stata la volta dei Ninomiya e Tatsuya ha compreso che sarebbe stato memorabile nel momento in cui la squadra ha designato Dan come primo disegnatore per questo round. Ha visto nei suoi occhi la disperazione e, al tempo stesso, il desiderio di un uomo di non arrendersi di fronte alla prima difficoltà - Tatsuya, nell'osservare la carta per potersi godere al cento per cento l'esperienza in quel minuto di tempo a disposizione per indovinare, si è chiesto se Dan sia consapevole di cosa possa essere "sac à poche". Se sappia come si legge. Eppure quando l'altro prende la matita e il foglio e fa un cenno d'intesa a Kazunari, sembra sicuro di sé.


La clessidra viene girata. Dan si fionda sul suo foglio di carta, deciso, cominciando subito a tracciare con la stessa grazia di un serial killer che si sta accanendo sul corpo ormai privo di vita della sua vittima. Disegna un cerchio e Tatsuya sente che questa cosa può potenzialmente andare molto, molto oltre le sue aspettative.


Itsuki e Willow, entrambi in team con Dan, stanno guardando con tutta l'attenzione di cui sono capaci il disegno che va formandosi. Willow, da ragazza matura e seria quale è, non stupisce Tatsuya per la sua concentrazione. Itsuki, invece, lo sorprende per il semplice fatto di non essersi ancora addormentato sul tavolo ma di essere anzi molto lucido - a meno che non abbia imparato, a insaputa di Tatsuya, a dormire a occhi aperti. Cosa che non lo sorprenderebbe affatto, comunque.


Dan modella il cerchio, lo sfina un poco. Poi... fa una riga. Dall'esterno del cerchio verso il basso del foglio. La rende più cicciotta, più evidente mentre calca con la grafite. Poi, Tatsuya lo vede fare una palla nera nella parte alta. Lui, conoscendo la parola sul cartoncino pescato da Dan, immagina che potrebbe essere (con molta fantasia) l'idea di dove stringere la sac à poche perché faccia il suo dovere. Se non sapesse di cosa si tratta, invece...


Dan fissa il tutto. Ci pensa. Aggrotta la fronte, alla ricerca di quel dettaglio mancante che evidentemente è convinto farebbe la differenza. Quando Tatsuya lo vede disegnare quello che sembra un buco, sente di non poter più resistere a guardare senza ridere e dunque si gira di lato, impegnandosi per non incrociare assolutamente lo sguardo di Jin.


«La sacca di Willow.» dichiara Itsuki, sicuro come lo sarebbe dei minuti che gli ci vogliono per addormentarsi, calcolabili in un attimo anche senza alcun bisogno del cronometro. Un momento di silenzio prima che Dan lanci la matita sul tavolo, porti le braccia al cielo e cominci a urlare: «WOOOOOW, WOOOOW, GRANDE BOSS. SEI IL PIU' FIGO, BOSS.» di chi ha vinto la coppa di pictionary con annesso premio in palio di lingotti d'oro. Dan offre le mani a Itsuki per un doppio cinque da veri macho e il suo boss si china appena in avanti e li colpisce, con un bellissimo "ciaff" complice. Kazunari si sta massaggiando una tempia.


«Non è la sacca di Willow.» commenta l'arbitro, brutale. Per un secondo sembra aver mandato una scossa elettrica lungo il corpo di entrambi, che si girano a guardarlo come due cerbiatti a cui hanno appena sparato in faccia la luce dei fari di un autotreno.


«Come no?!» sbraita Dan, scioccato. Itsuki sembra solo vagamente confuso - ma è difficile dirlo con lui, vista la persona monoespressiva che è. Kazunari sospira pesantemente, intimandogli un: «Hai ancora qualche secondo.»

«Ma ho disegnato quello che penso che sia!» si difende Dan, indignato per questo risultato menzognero prima ancora che la clessidra butti giù gli ultimi granelli di sabbia, decretando la fine del turno. Offeso nel suo orgoglio, Tatsuya lo vede recuperare il foglio e accostarsi a Kazunari: «Guarda. Questa è la sacca.» comincia a spiegargli indicando il corpo principale del disegno «Qui è stretta perché è chiusa fin quando Willow non la apre. Qui c'è una specie di punto da cui esce tutto.» dice mentre picchietta con la punta della matita sul disegno «Sac con poche.» pronuncia quell'ovvietà. Del francese di quei termini, è chiaro, non c'è nemmeno l'ombra «Poche cose perché finiscono tutte qui!» indica il buco sotto il disegno principale «Nel buco nero di Willow! Vabbè io l'ho fatto bianco, ma nessuno ha detto che dovevamo pure azzeccare i colori, oh!»


Tatsuya sente qualcosa spezzarsi dentro Kazunari, un suono sovrastato dalla risata da iena di Jin e dal suo pugno sul tavolo mentre si sganascia come se ne andasse della sua stessa esistenza.


«Sac à poche» pronuncia Kazunari, distrutto nella psiche «Non un "sacco con poche cose"! Non esistono parole sottintese solo perché non sono nella carta che peschi!» lo rimprovera, lanciandosi in una spiegazione più dettagliata possibile di cosa sia quella roba che Dan ha totalmente frainteso. E dire che, senza nemmeno volerlo, il disegno poteva vagamente essere utile anche per rappresentare il vero oggetto in questione.


*


Il primo giro è stato fatto per tutti, non senza discrete difficoltà qua e là. La cosa evidente è che ogni team ha un disegnatore di punta, bravo abbastanza da riuscire non solo a capire cosa deve disegnare ma anche da farlo in modo chiaro, pulito e veloce tanto da far comprendere e indovinare la parola ai suoi compagni. E' stato altrettanto doloroso ed evidente rendersi conto delle problematiche generali che li accomunano: in primis, la regola per cui non possa disegnare sempre lo stesso membro ma debbano anzi fare obbligatoriamente a turno. Questo ha reso tutto molto complesso. Subito dopo, il fatto che diverse squadre abbiano un evidente disturbatore, quello che spara parole a caso per buttarsi a indovinare secondo la regola del: se vomito mezzo dizionario prima o poi dovrò pur azzeccare grazie alla fortuna.


I peggiori sono quelli che Tatsuya definirebbe oddballs. Quei membri il cui cervello deve funzionare in modo così diverso, complesso e fuori dagli schemi che un disegno per loro elementare e di facile comprensione può essere al pari di un geroglifico incomprensibile. E lo stesso avviene per i loro ragionamenti quando devono indovinare.


Purtroppo per Tatsuya, anche se uno è nella squadra di Jin - davvero, Eishi gli ha sempre dato la sensazione di un prodigio composto per lo più da genialità e poco da follia... chi lo avrebbe mai detto - l'altro è indiscutibilmente Yasu. E ora, con la matita in mano, gli sembra più pericoloso di quella volta in cui Tatsuya gli ha messo davanti due computer portatili per fargli hackerare un doppio sistema di password e Yasu, guardandolo, gli ha risposto: solo due? E che ci vuole, Tsuya! Pensavo fossero di più, ma dio mi ha fatto due mani per questo!


Sospira, vedendolo tirare su la carta con la parola con lo stesso divertimento di un bambino al luna park nello sguardo. L'espressione di Yasu non vacilla minimamente e, poiché Tatsuya in questo caso non teme la poca comprensione del soggetto da parte sua, le possibilità sono due: sa esattamente come disegnarlo, e sarà di reale facile comprensione. Sa come disegnarlo perché ha senso nella sua testa e questo renderà tutto molto più complicato.


«Posso dire la categoria, sì? Ah, vabbè, sta scritta dietro, tutto a posto-- comunque. E' tipo immediato eh, non mi deludete.» chiarisce lo stesso, facendo tutto da solo prima che Kazunari possa dire nulla. Tatsuya sbircia in sua direzione e lo vede scuotere la testa, ormai arresosi a cercare di andare contro la follia, provato evidentemente dal suo stesso gruppo. Si limita a sospirare e mettere mano sulla clessidra: «Pronto, Fujimoto-kun?» «Nato pronto, boom boom baby, let's goooo!»


Jin sbuffa dal naso dal suo posto di fronte a Tatsuya. Akemi, vicino a Reiji, borbotta qualcosa che somiglia a un "che cazzo ho appena sentito". Kazunari, elegante come un uomo ormai senz'anima, gira la clessidra.


Yasu si fionda sul foglio: linguetta di fuori ed espressione concentrata, Tatsuya lo vede tracciare i primi tratti di matita sulla carta. Un ovale. Riga orizzontale verso la parte alta, una piccola riga verticale. A vederlo al contrario sembrano i denti di un castoro, ma Tatsuya decide di attendere perché Yasu non sembra aver finito. Infatti porta la mano più in basso, punta la matita sul foglio, fa una linea ondulata. Tatsuya alza lo sguardo perché Yasu alza la testa, guarda lui e Kaede come se avessero già la vittoria di quella parola in tasca. Gli fa pure l'occhiolino e torna a tuffarsi sulla sua opera d'arte.


Entrambi i fratelli Miyuki si lanciano un'occhiata e poi abbassando di nuovo lo sguardo, concentrati. Yasu sta disegnando un'altra cosa, proprio accanto all'altra: prima un cerchio, poi due semicerchi laterali. Tatsuya intuisce abbastanza facilmente che si tratti di un animale stilizzato e, quando Yasu aggiunge quella che è inconfondibilmente una criniera, Tatsuya capisce che si tratta di un leone. Il problema è: cosa diamine vuol dire la cosa che gli ha disegnato accanto in precedenza?


Vede Yasu schioccare le dita per attirare la loro attenzione; sia Tatsuya che Kaede portano lo sguardo su di lui e Tatsuya è sicuro che anche suo fratello minore, nel vedere quel sorrisetto furbo di chi sta per mostrarti come sfanculare il sistema di sicurezza del governo con un semplice clic, si stia chiedendo cosa diamine stia per succedere. La clessidra intanto è oltre la metà del loro tempo.


Yasu guarda il foglio. Loro fanno lo stesso. Lo vedono puntare la matita a uno dei lati del foglio e... tirare una linea orizzontale per tutta la lunghezza, tagliando a metà i due disegni, quasi volesse cancellare il suo stesso lavoro e comunicargli di ignorarlo. A questo punto Tatsuya si arrende - la mente di quel pazzo che ha di fronte non la capirà mai: grande sesso da adolescenti eh, per carità, ma forse è meglio che sia finita prima che Yasu potesse provare a proporgli cose strane partorite dalla sua mente.


E' nello stupore generale che la voce di Kaede pronuncia, come se fosse la cosa più naturale del mondo e senza alcuna particolare inflessione che possa trasmettere l'entusiasmo di chi pensa di aver indovinato: «Mausoleo.»


C'è un lungo, pesante momento di silenzio. Tatsuya occhieggia Kazunari, ma anche chi ha sbirciato la carta di Yasu per gustarsi il match, e vede l'incredulità generale. Prima che Yasu salti in piedi con uno: «YES. Kaede mi ama e mi capisce, sìììì!» dopo il quale si muove dalla sedia con la stessa grazia di un mammuth a cui hanno chiesto di ballare il flamenco, aggirando il tavolo fino a raggiungere lo stesso Kaede e buttarglisi addosso come una pelle d'orso. Tatsuya vede Kaede confuso da tutto questo entusiasmo - ma, in effetti, suo fratello minore non è mai stato da effusioni esagitate e dunque Yasu è la sua nemesi o più semplicemente un alieno ai suoi occhi.


Mentre riporta lo sguardo su foglio ha una folgorazione: il primo disegno, quell'ovale con quelle linee che lo avevano fatto pensare a dei denti e la codina... è un mouse del computer. Mouse. Maus. E insieme a un leone.


Sebbene decida saggiamente di non darlo a vedere, sospira, mentre una consapevolezza sempre avuta gli ricade addosso con la potenza di una rivelazione shock: Yasu è pazzo. La cosa davvero grave è che Kaede lo abbia capito subito.


*


Sono sempre riusciti a scamparla finora, ma alla fine il momento è arrivato. La squadra di Jin ha pescato una carta sfida e, dovendosi quindi confrontare con un'altra squadra che possa disegnare la stessa cosa, ci è voluto più tempo per allestire un campo di battaglia che desse pari opportunità a tutti di quanto ce ne vorrà a indovinare la parola sulla carta in questione.


Ora, finalmente, sembrano esserci e Kazunari prende la parola mentre tiene nella mano la clessidra e la carta; dietro di lui si sono posizionati tutti quelli che vogliono assistere con cognizione di causa allo scontro: «Dunque i disegnatori sono Eishi-kun per il team Moriguchi e Shinya-kun per il team Komakura.» riassume occhieggiando entrambe le squadre, ricevendo un cenno affermativo del capo sia da Jin che da Soen. Il primo sembra abbastanza concentrato, mentre al suo fianco anche Hide si è dovuto arrendere all'idea di partecipare per evitare il broncio di Shinya. Dal lato dei Moriguchi, invece... Tatsuya non si sorprende affatto di vedere concentrato solo Isen, mentre Jin sta comodamente poggiato allo schienale della sua sedia, braccia incrociate al petto e l'aria sorniona di uno a cui manca solo il gatto da accarezzare per sembrare un villain sfigato.

 

Pure Kazunari non pare molto convinto di come possano capirsi due come Eishi e Isenlen, ma non commenta per il proprio bene, immagina. Tatsuya lo osserva mentre gira la clessidra e decreta l'inizio della sfida con un: «Via!»

 

C'è subito qualcosa che non va ed è evidente a tutti. Da un lato Shinya si è chinato sul foglio, con un po' di agitazione visibile nel modo in cui gli tremola un po' la mano nei primi tratti di disegno, ma deciso a fare del suo meglio anche se non si stanno giocando niente di valore se non la loro discutibile dignità. Tatsuya lo vede disegnare un cerchio e qualcosa di carino e stilizzato dentro, oltre a un paio di linee che immagina dovrebbero dare il senso di una palla che rimbalza. Non è sicuro di come questo possa indicare la parola da indovinare - tavolo da gioco - ma può immaginare con cosa voglia lavorare il ragazzo: un tavolo da ping pong sotto la pallina appena disegnata. O dividere in due come fatto da Yasu, magari in modo più semplice tipico di una mente meno folle ma più funzionale, e poi fare qualche segno che faccia capire alla sua squadra di dover unire le due raffigurazioni per ottenere il risultato finale di una parola che a conti fatti è composta. Ha senso.

 

Eishi, invece, non sta nemmeno disegnando. Il foglio davanti a lui è ancora bianco, mentre si limita a osservare il fare di Shinya come se la sfida non fosse tra loro ma tra altri ed Eishi potesse concedersi il lusso di guardare quasi pigramente il tutto, di fare da spettatore e apprezzare le doti artistiche dell'avversario. Isen, di fronte a lui, sembra confuso eppure non pare giudicarlo troppo duramente per adesso - Jin pare solo divertito come il cretino che è, tenendosi un ipotetico asso nella manica per l'ultimo secondo. Tatsuya immagina che non possa trattarsi né del dare fuoco al foglio di Shinya né di renderlo cenere, considerando quanto Kazunari sia stato chiaro all'inizio rimarcando tre volte il concetto secondo cui non sono ammesse abilità speciali. Condito con un eloquente e molto convincente: Asagiri-kun, ti vieto di portare la merenda a chiunque non rispetti questa regola.

 

Shinya passa a disegnare un ripiano, proprio come Tatsuya aveva immaginato. La clessidra è abbastanza oltre la metà ed è solo allora che Eishi prende finalmente in mano la matita e comincia a tracciare... una riga. Due righe. Tre. Tatsuya le guarda comporre una semplice, incomprensibile freccia - incomprensibile fin quando Eishi non posa la matita con tutta la calma del mondo, prende il foglio come se dovesse studiare nel dettaglio la sua indiscutibile opera d'arte e poi lo ribalta. Girato perché i suoi compagni di squadra possano vederlo, con la punta della freccia verso il basso. Lo tiene fermo così, con l'espressione divertita di chi ha raccontato la migliore barzelletta del mondo. Persino Kazunari ci mette un secondo a capire, quello che diventa un istante micidiale nel momento in cui si sente - con sorpresa di tutti - la voce di Isen dire: «Tavolo da gioco...?» come se non fosse convintissimo neppure lui.

 

L'espressione di Eishi non è mai stata così comunicativa: fottetevi tutti, stronzi.


Gli sguardi allibiti di molti presenti si posano su di loro, poi passano su Kazunari, quasi a chiedergli se sia valido; l'uomo, in evidente difficoltà, ferma il tempo della clessidra e pesca immediatamente il libretto con le regole del gioco, scorrendolo con fare piuttosto febbrile.


Mentre Jin ride come lo sguaiato che è, Akemi fissa Eishi quasi sfidandolo a dirgli che ha torto: «A parte che sei un baro, mo' mi spieghi come è possibile che tu con la mente di un pazzo sia sulla stessa lunghezza d'onda del bodyguard del silenzio.» se ne esce, evidentemente interessato a questioni che con la vittoria finale non hanno granché da spartire. Interesse scientifico, si potrebbe dire.


Isen pare confuso quanto Akemi, a dispetto del risultato, ma Eishi incrocia le gambe quasi fosse lui il boss qui e si ritrovasse davanti un bambino che strepita e con il quale bisogna avere pazienza.


«Non siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Isen è una mente... semplice, diciamo.» commenta, un modo carino di dire che non pensa possa concepire pensieri più complessi di un certo livello. Se Isen colga o meno quello che alle orecchie di chiunque sembra un velato insulto, non è molto chiaro. Eishi però non ha per niente l'aria preoccupata di chi ha appena provocato un manipolatore del fuoco con la tendenza a non trattenersi dal lanciare fiammate, se necessario, e continua con la stessa fastidiosa pacatezza nel tono: «Ma proprio perché è una mente semplice, inutile perdere tempo a disegnargli un'associazione di idee. 

Cosa c'è di più semplice di una freccia?» fa notare con un'alzata di spalle arrogante.


Tatsuya è quasi colpito.


Kazunari nel mentre torna indietro e li osserva tutti, una punta di comprensivo dispiacere mentre Hidenori ha l'ingrato compito di rassicurare Shinya che no, non è stato lui a essere lento o non abbastanza bravo, sono i Moriguchi che hanno difficoltà di comprensione delle regole dei giochi per ragazzini dai dodici anni in su. Il che la dovrebbe dire lunga, ma sarebbe un discorso troppo lungo e fuori contesto.


«Ingegnoso.» commenta infatti verso Eishi, concedendogli quel complimento tra uomini di pensiero: «E' comunque al pari di mimare qualcosa con i gesti. Quindi niente punto.» decreta, impietoso, sistemandosi gli occhiali sul naso.


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