Prompt: litigare e fare pace
Missione: M2
Parole: 1600
I Signori devono essere superiori: noi del Fuoco abbiamo la nomea di essere inclini alla rabbia, sempre, gli diceva il suo predecessore mentre lo istruiva a prendere il suo posto; Maximilian non ha mai capito come potesse considerarla una diceria e non una semplice constatazione. Lui è sempre stato l’esempio vivente di come il Fuoco ce lo avesse sempre avuto dentro, e non solo come affinità al potere che ha poi ereditato.
Ma trattieni la rabbia, cerca di contenere il fuoco. Poi quando non se lo aspettano: fallo esplodere.
«Piacere, Edmund Gascoyne, sono il Signore del Tempo» si identifica quel tipo dall’aria indecifrabile, cosa che già glielo rende indigesto; così, subito. «Tu sei il nuovo Signore del Fuoco, giusto?» lo incalza, un sorriso troppo cordiale per essere sincero. Ma nonostante non ci creda granché, a tutta questa storia di presentarsi agli altri suoi pari, decide almeno di provarci: allunga una mano, andando incontro alla sua e stringendola, fissandolo da sotto in su - almeno non c’è così tanta differenza di altezza, gli sarebbe risultato insopportabile - prima di presentarsi.
«Maxwell King.»
«Oh, mai passato da Londra a salutare la Regina?»
C’è un momento di gelo che Max percepisce anche se non è il suo elemento affine e nonostante non esista un Signore del Ghiaccio; gli altri presenti, da quanto può vedere, si dividono tra l’indifferenza, la rassegnazione e un sottile divertimento.
L’unica esplosione che desidera dal profondo del cuore in questo momento è quella dello stronzo davanti a lui. Spera di spaccargliela, quella mano.
«Simpatico.» sputa fuori «Tu quante ne hai passate, di regine?»
«Se intendi conosciute, almeno due.» asserisce Edmund con tutta tranquillità e il sorriso al suo posto, per quanto abbia ormai ritratto la mano (purtroppo) «Se invece il tuo linguaggio giovanile intende cose sconvenienti la risposta è nessuna.»
«Che sch--»
«Ma non pensavo fossi interessato. Purtroppo a me quelli troppo giovani non piacciono.»
Lo.
Vuole.
Morto.
«Mi stai sul cazzo.» sbotta, nella mano una fiamma che prende forma senza il minimo sforzo - è più facile che respirare, più semplice di aprire gli occhi la mattina e riconoscere di essere nella propria stanza «Magari non invecchi ma puoi morire bruciato lo stesso.»
Edmund ride come un nonnetto riderebbe del nipotino che fa stronzate. Improvvisamente l’idea di lasciar perdere il fuoco e strozzarlo a mani nude non sembra male: «E’ un sentimento condiviso da molti, ti assicuro.» assicura «Ti hanno mai detto che noi Signori del Tempo non ci interessiamo molto agli altri?» osserva casualmente, ma Max non è stupido e capisce alla perfezione cosa voglia dire.
Del tuo apprezzamento o del tuo disprezzo non me ne faccio niente, perché ai miei occhi non conti nulla.
E’ sufficiente per lasciare spazio alla rabbia, no?
«E soprattutto, in genere la successione vi allontana con molta più frequenza di quanto faccia con noi. A volte non è molto utile nemmeno imparare i nomi, ma tendo a ricordarli comunque: vecchie abitudini.» conclude Edmund con una lieve alzata di spalle, come se non avesse appena affermato che il predecessore di Max forse è già stato dimenticato perché tanto doveva morire, prima o poi.
Sì. Decisamente ha sopportato stronzate abbastanza a lungo.
Carica il pugno, fregandosene se ci sia o meno la fiamma ad avvolgerlo, e punta alla sua faccia da cazzo; un istante dopo una cascata d’acqua li coglie entrambi in pieno, caduta dal soffitto come se fosse la cosa più normale del mondo.
«Che cazzo è stato?!»
«Ah, Yuan questo non è stato carino.»
«Chiedo scusa.» un uomo parecchio più alto sia di lui che di Edmund attira la sua attenzione, in un angolo; ha un’espressione insondabile che fa sembrare il Signore del Tempo un libro aperto, a confronto. La sua mano è ancora leggermente protesa verso di loro, non ci vuole un genio a capire che sia stata opera sua. Ricambia lo sguardo di Max senza alcuna remora, un mezzo sorriso cortese a incurvargli le labbra.
«Preferiamo non mandare a fuoco la stanza, se possiamo evitarlo.» assicura, senza la derisione nel tono che invece sembra appartenere a Edmund, ma - al momento - per Max suona ugualmente irritante.
«’fanculo tutti quanti.» sbotta, girando i tacchi e uscendo dalla stanza come una furia.
La Signora della Terra è stata una delle poche anime ad avvicinarlo, proponendogli di rientrare o consigliandogli di non badare troppo a Edmund e al suo essere provocatorio, assicurando che non lo fa con cattiveria, che una volta conosciuto è una brava persona tanto quanto chiunque si possa incontrare in qualsiasi altro luogo e situazione.
Senza offesa per la Signora, ma Max non vede come sia possibile considerarlo tale. Così, per evitare di esplodere sul serio, ha deciso di essere saggio e restarsene fuori dove l’aria gli permette di non sentirsi in trappola tra qualche muro - una cosa a cui non è abituato, cresciuto in una cittadina di periferia e vicina al verde - e soprattutto dove non ha ragioni per innervosirsi e perdere il controllo. E’ lì giusto a chiedersi quanto potrà sopportare un incontro periodico come quello per i prossimi cinquant’anni, salvo il Creatore decida di portarsi un piromane tra gli angeli prima del previsto, quando senza che l’abbia minimamente percepita una figura prende posto lì sul muretto, di fianco a lui.
Gli basta inquadrarlo con la coda dell’occhio per riconoscere Yuan. L’uomo gli sorride ma rimane in silenzio, almeno all’inizio. In ogni caso a Max il silenzio di circostanza è sempre stato stretto addosso.
«Che c’è.»
«Volevo scusarmi di nuovo.» replica con pacatezza, allungando una mano fino a portarla ai capelli di Max. Il contatto è inaspettato e d’istinto si ritrae, guardandolo scettico.
«Tocchi tutti quelli che hai appena conosciuto?»
«E’ il tipo di domanda che, se fossi in te e volessi evitare risposte fastidiose, non farei a Edmund.» gli fa notare, di certo con più tatto del londinese ma ugualmente imbarazzante; sta per sbraitargli contro che gli hanno tutti rotto i coglioni, quando Yuan ritrae la mano e torna a occupare solo il suo spazio personale - è la prima volta che Max vede qualcuno farlo in maniera così naturale e, al tempo stesso, totale. Yuan occupa precisamente la sua dimensione, non un centimetro in meno non uno in più. C’è un equilibrio incredibile in questo. Max non sa come una persona possa raggiungerlo, onestamente, e forse questo lo smorza un minimo.
«A ogni modo io ti dico solo che no, non lo faccio. Volevo solo assicurarmi ti fossi asciugato per bene. Per fortuna qui l’aria è calda, in questa stagione.» osserva Yuan, alzando lo sguardo verso il cielo sereno. Essersi incontrati tutti in Italia ha un lato positivo, almeno - di certo non il jet lag.
«Volevo scusarmi di nuovo.» riprende Yuan «Anche se animato da buone intenzioni, avrei potuto gestire la situazione diversamente. Ma il tuo predecessore era un uomo paziente che a volte cozzava un po’ con il pregiudizio nei confronti degli sfiorati dal Fuoco.»
«Sfiorati da cosa?»
«Ah» sembra ripensarci, e lascia scappare tra le labbra uno sbuffo divertito «il modo in cui noi dell’Acqua parliamo dei vecchi Signori, ma anche di quelli nuovi a volte. Gli sfiorati. E’ un concetto della famiglia, se ti interessa un giorno te lo spiego.» si offre, come se fossero amici di vecchia data. Max non sa se la cosa lo infastidisca o se sia tutto sommato accettabile - non è nemmeno sicuro, si può dire abbia litigato anche con Yuan o solo con Edmund? Yuan da che parte sta, poi?
«Edmund è una persona particolare.» afferma Yuan, distraendolo.
«Vorrai dire uno stronzo speciale.»
«Mh, diciamo che è diverso da chiunque altro tu abbia mai conosciuto.» prova a mediare l’altro con diplomazia «Tieni.» aggiunge, allungano una mano chiusa a pugno. Perplesso, Max allunga la propria tenendola aperta e con il palmo verso l’alto; un istante dopo, Yuan ci lascia scivolare sopra un anello che Max riconosce quasi subito: glielo ha mostrato il suo predecessore una volta, dicendogli al momento della successione che al momento giusto sarebbe tornato da lui.
«Lo avevi tu?»
«No» replica Yuan scuotendo la testa «lo aveva Edmund. Il tuo predecessore glielo ha dato poco prima della successione, chiedendogli la cortesia di custodirlo e di dartelo quando avessi dimostrato di essere pronto.»
«Pronto per--»
«Più che pronto» li interrompe la voce di Edmund, che Max riscopre non troppo distante ma abbastanza da evitare attacchi e incazzature improvvise ad abbattersi su di lui «adatto. Ma onestamente non credo ci sia bisogno che io lo tenga oltre: sei tutto ciò che un Signore del Fuoco dovrebbe essere.»
«Seh» sbotta, alzando gli occhi al cielo «ora starai lì a dire cazzate come “fumantino”, oppure “iracondo”. Beh vai a farlo da un’altra parte.»
«Passionale.» dice Edmund, e la sua voce sembra diversa «Distruttivo quando necessario, ma capace di proteggere nella giusta situazione. Generoso. Sì, anche irascibile. Non è necessariamente o sempre negativo.» commenta, cogliendolo alla sprovvista. Quasi si aspetta una fregatura, da un momento all’altro. Edmund però si limita a spostarsi - da poggiato contro lo stipite della porta-finestra a dritto, prima di voltarsi e sparire oltre la soglia e poi dalla sua vista.
Max tace, gli occhi verdi di nuovo sull’anello.
«Inafferrabile» pronuncia Yuan «lo dicono sia dell’Acqua che del Tempo.» continua, lo sguardo che segue Edmund come se fosse ancora lì, visibile per entrambi. Poi un mezzo sorriso quando riporta l’attenzione su Max.
«Ma giusto.» aggiunge «Il Tempo è imparziale, sempre. E’ abbastanza per perdonarlo e dargli una possibilità?»
Max tace. Non lo sa ancora, ma per adesso indossa l’anello e mette a tacere il fuoco che gli faceva formicolare le dita.