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[personal profile] hakurenshi

Prompt: road trip
Missione: M3 (week 5)
Parole: 1071
Rating: gen
Warnings: original






Se avessero mai detto a Tatsuya che sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe sopportato qualcuno così tanto da avere un migliore amico (oltre Jin, che era un caso speciale in molti sensi) a cui proporre un viaggio in macchina di più di dieci minuti, avrebbe detto che non era impossibile, ma altamente improbabile. Solo perché un giapponese è mediamente troppo educato per riderti in faccia anche quando vorrebbe.


E' altrettanto vero, però, che ci sono beni superiori per i quali persino lui sarebbe pronto a piegare la testa e incassare il colpo e la prospettiva di una fiera del libro con la concreta possibilità di trovare testi generalmente difficili da reperire con un ordine online o nelle librerie di nicchia è stato, per lui, un motivo sufficiente per proporre l'affare a Leon. D'altronde, senza voler sminuire il fratello acquisito, pensando a possibili compagni di viaggio disposti a girare per ore tra scaffali di libri senza desiderare dargli fuoco o annoiarsi a morte le opzioni non erano molte: Krow, che non gli avrebbe dato modo di soffermarsi con calma su tutto. Siegfried, con cui forse non sarebbero mai arrivati a destinazione.


Leon è stato la scelta più ovvia e tranquilla. Tirando a sorte, hanno optato per far guidare prima lui - poco male, visto che Tatsuya non ama guidare quanto ama fare il DJ in una macchina. Fare il sudoku. Guardare fuori dal finestrino. Pretendere di fermarsi a un autogrill per mangiare qualche schifezza degna di qualsiasi viaggio in macchina dei film di dubbio gusto a cui Hiyori lo ha sottoposto più di una volta.


In un primo momento, mentre sono a un'ora di viaggio su sei totali, pondera di proporre a Leon di guidare anche le sue tre e di ricambiare al ritorno, se preferisce, o guidare meno; poi rischiano di mandare fuori strada un imbecille, salvati solo dal suo sapiente utilizzo dell'arte del ricatto, e decide che è meglio dargli il cambio appena possibile.


«Non farci uccidere.» lo punzecchia Leon mentre si scambiano di posto alla prima area di servizio disponibile - che per sua sfortuna non è munita di bar per rifocillarsi, ma è una semplice stazione della benzina con un mezzo chioschetto annesso dove prendere giusto i beni di primissima necessità per un qualsiasi passante che abbia ancora diverse ore di macchina di fronte a sé. Questo lo indispone abbastanza da sistemarsi la cintura e rispondergli con un «Per quello c'è sempre tempo.» con il preciso intento di fare una battuta orribile. Non ha bisogno di guardare Leon per sapere che, fisicamente o mentalmente che sia, deve starsi esibendo in un facepalm.


Privilegi da time manipulator.


*


La strada si srotola dritta di fronte a loro, offre poche curve e questo rende più facile evitare di stringere il volante come se ne andasse della sua vita e di quella del passeggero al suo fianco a cui purtroppo ha dovuto cedere lo scettro del comando per quanto riguarda la musica. In genere lui e Leon non hanno il minimo problema di coesistenza in quel senso, con gusti abbastanza simili che se anche fossero diametralmente opposti verrebbero comunque unificati sotto lo stendardo del devastiamoci quel che resta della nostra anima con Aimer.


Se, però, la playlist di Tatsuya può saltare da quello, alla musica classica, al pop internazionale anche Leon si difende con delle atrocità uditive.


«Gli idol coreani? Veramente?» lo apostrofa quando un ritornello già sentito gli arriva all'orecchio. Leon lo guarda, o almeno a Tatsuya sembra così dalla vista periferica che cerca di fare il suo dovere, e sente il giudizio su di sé. O forse lo sente nella sua testa, a volte nel caso di Leon le due opzioni collimano.


«Se li riconosci sei un fan.»

«Se non li riconoscessi quando suonano in ogni supermercato di Treviri sarei sordo.»


Supermercati. Bar. Negozi muniti di radio. Angoli dove Dio deve palesemente dargli prova di non aver ancora scontato i suoi peccati - a discolpa dell'Altissimo, i suoi peccati passati sono molti.


«Tu pensa a guidare, magari ti rilassano.»

«Vivo l'ansia del mio senso di responsabilità quando guido.»

«Quale senso di responsabilità, Tatsu?»

«Touché. Il fatto che tu abbia ragione non ti salva dal mio desiderio di abbandonarti sul ciglio della strada.»

«Non confondermi con Yvan.» ribatte Leon, in una chiara battuta di spirito riferita all'animo canide di suo fratello gemello. Tatsuya non lo guarda, preferendo tenere gli occhi incollati sulla strada ora come ora, ma incurva le labbra in un sorrisetto divertito.


«Siete gemelli, dovrete pur somigliarvi in qualcosa.»


*


Il dibattito sulla musica coreana viene vinto da Leon, ma per il semplice fatto che se Tatsuya si impuntasse - leggasi: cercasse di prendergli di mano il cellulare per lanciarlo dove l'altro non possa recuperarlo in tempi brevi - rischierebbero un incidente con le macchine che incrociano di tanto in tanto, nonostante un traffico veramente rado, o di andare direttamente fuoristrada.


Dal momento che è un padre di famiglia, ormai, non gli sembra il caso e dunque lascia che quell'abominio gli distrugga i timpani per ben quattro minuti e trenta secondi. Se non altro non si presentano altri brani simili per il resto del viaggio e quando sono a una quarantina di minuti dalla loro meta Tatsuya gli chiede di buttare un occhio sul navigatore e vedere se c'è un'altra area di servizio prima della cittadina dove si tiene la fiera. Ci vuole poco a individuarla e, nonostante Leon gli faccia notare che potrebbero fermarsi direttamente una volta arrivati, basta la menzione di un caffè per convincerlo.


Parcheggiano in un attimo, essendo l'area tutt'altro che affollata; si danno il tempo di sgranchirsi un poco le gambe prima di muoversi verso l'entrata. Il locale è piccolino ma offre quanto serve: un bagno, un piccolo bar e qualche scaffale con libri per chi non ha con cosa ingannare il tempo durante il viaggio e cibi spazzatura di facile consumo. Appena varcano la soglia, il motivetto coreano gli accarezza di nuovo le orecchie e Tatsuya non può fare altro che sospirare pesantemente.


Leon, un paio di passi più avanti, ridacchia senza nemmeno cercare di nascondere il suo divertimento.


«Ridi,» gli dice, mentre recupera una bottiglietta d'acqua: «ti aspetta un viaggio di ritorno alla guida con musica latino americana


Leon lo fissa per qualche istante, mentre nella mente di Tatsuya risuona un non oseresti. Si ripromette di scaricare abbastanza brani da ucciderlo lentamente durante la pausa pranzo che faranno alla fiera.

 
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