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[personal profile] hakurenshi
 

Prompt: taboo
Missione: M2 (week 5)
Parole: 924
Rating: teen up
Warnings: linguaggio scurrile






«Ve lo dico subito: i parenti non stanno in squadra insieme, non mi fate incazzare.» mette subito in chiaro Elias, fissandoli male uno per uno, soffermandosi - per la sorpresa di nessuno - su Irina mentre lei apre bocca per lanciare una frecciatina (perfettamente udibile): «Non è colpa sua, è che nessuno gli ha insegnato a perdere.»


Se uno sguardo potesse fulminare - o se, semplicemente, Elias fosse un ability user - Irina sarebbe già carbonizzata.


«No è che avete i cazzo di sensi di ragno.»

«Ma in questa stanza esiste qualcuno non imparentato?» fa eco Reizo, che ha già reso chiaro di non voler prendere parte al gioco. Pentendosene quando il suo disgustoso fidanzato ne ha approfittato per dargli un bacino sulla guancia e rivolgergli un aw, Reichan puoi fare il tifo per me allora.


«Io direi di farli semplicemente a estrazione.» propone Yvan, mentre Elias guarda taboo aperto e pronto per essere giocato lì, sul tavolino «Io direi che Leon gioca col cazzo, lui e il suo essere un mind reader di merda.» aggiunge Elias prima di cominciare a fare i foglietti per l'estrazione dei nomi - nessuno ha il coraggio di dirgli che la tecnologia potrebbe andargli incontro con un apposito sito internet per fare quella stessa estrazione senza sprecare della carta. E’ già tutto abbastanza difficile così.


*


Tatsuya deve ammettere che, in fondo, non è davvero colpa di Elias. Probabilmente se avesse fatto questo stesso gioco con la vecchia organizzazione gli sarebbe partito un embolo dopo un solo giro - o avrebbe dato fuoco alle carte di taboo per eliminare il problema alla radice.


L'estrazione, come spesso rischia di far accadere, ha creato non tanto squadre sbilanciate ma assolutamente inabili alla cooperazione o - nel peggiore dei casi - con membri non in grado di sopperire l'uno alle difficoltà dell'altro. Se da una parte Tatsuya si pregia di essere un chiaro esempio di uomo che sussurra ai cani e dunque, per estensione, Yvan e il suo impiegare secondi preziosi solo a cercare di capire quale parola deve far indovinare e quali non può pronunciare, ricontrollando la lista miliardi di volte sono gestiti dalla velocità e dall'intuizione del giapponese... purtroppo all'altra squadra è andata peggio.


Tatsuya, infatti, riesce a immaginare una sola coppia che sarebbe potuta essere potenzialmente peggiore di Elias e Rikiya ed è da ricercare nelle sue discutibili compagnie giapponesi, quelle a cui cerca di non pensare perché l'esplosione del fegato a poco più di trent'anni non se la merita - potrà non aver fatto una vita esemplare, ma c'è un limite a tutto. E' come vedere un barboncino incazzato (Rikiya) cercare di abbaiare contro un alano (Elias) per farsi valere. Mentre indietreggia, però.


«Dunque... lo puoi mangiare!»

«Tutto tranne la merda, nel mio caso! Ti sembro un cazzo di chef stellato?!»


Non c'è stato un solo giro di gioco che non sia andato più o meno così. Tatsuya vorrebbe restare impassibile ma la verità è che Irina sta per cappottarsi dal divano e questo glielo rende estremamente difficile.


«Non posso dire tutto quello che te lo farebbe capire!» si difende Rikiya, guardando febbrilmente il cartoncino con l'elenco di parole come se dovesse prendergli fuoco tra le mani, lasciandolo ferito a morte. In effetti Tatsuya si rende conto che è davvero cattivo far capitare "escargot" a quei due: da una parte Rikiya il cui inglese è già il minimo sindacabile per interagire con i presenti in casa - per quanto stia innegabilmente migliorando -, dall'altra Elias... che potrebbe aver mangiato le lumache, sì, ma prese in direttissima dall'albero e non certo per aver visitato un ristorante francese.


«Allora strisciano!»

«La biscia!»

«Hai mangiato una biscia?! CHE SCHIFO, MI OPPONGO.»

«Se ho sbagliato non perdere tempo e dimmi altro!»


Perché, è chiaro, stetoscopio due carte prima è stato immediatamente passato per il bene di tutti i presenti e questo implica, ora, non poterlo più fare mentre il tempo nella clessidra scorre inesorabile.


«Sono... urgh... viscide! Con la casa!»

«Le lumache!»

«Sì, ma dillo diverso!»


E questo, osserva Tatsuya mentre gli scappa uno sbuffo divertito dal naso, è il momento in cui vede con estrema chiarezza la pazienza di Elias spezzarsi in modo definitivo. A difesa di Rikiya, non è mai stata molta... per quanto sia migliorato negli anni. La leggenda narra che l'Elias quindicenne lo avrebbe reso tappezzeria per il soggiorno molto prima.


«Che cazzo vuol dire diverso?!» sbotta infatti il biondo, gli occhi verdi fissi su Rikiya come se ormai non vedesse più né il tabellone, né le carte, né altro se non chi lo sta facendo impazzire su una semplice parola.


«In un'altra lingua!»

«Sono un cazzo di illetterato che sa leggere e scrivere solo perché Freyr me l'ha insegnato e io avevo gli ormoni impazziti abbastanza da ascoltarlo, che cazzo di lingua vuoi che conosca oltre quella che parlo?!»

«Eeee stop.» decreta Tatsuya, deciso a salvare Rikiya prima che sia troppo tardi - ossia prima che Elias faccia il giro del tavolo o peggio: lo scavalchi. Da uno che a quindici anni ancora mangiava con le mani, ci si aspetta di tutto. La clessidra rimanda indietro a tutti loro (giocatori e spettatori) la desolante immagine di un tempo scaduto. Mai desolante quanto l'unico punto fatto dai due, in ogni caso.


Nel frattempo Irina, sulla poltrona più vicina al camino, potrebbe star avendo qualche difficoltà respiratoria a forza di ridere. Lo aveva detto, d’altronde, di preferire taboo da osservatrice. Tatsuya non fatica a comprenderne il perché, mentre Elias lancia una bestemmia che risuona in tutta casa Sievert nel leggere dal cartoncino la parola che avrebbe dovuto indovinare.

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