Senza peccato (COWT10, week 4, m1)
Feb. 26th, 2020 11:55 pmFandom: Hoshiai no sora (Stars Align)
Prompt: spokon (m1)
Parole: 620
Warnings: spoiler episodio finale, menzioni di omicidio.
Il rombo di un tuono si sente in lontananza. Dal cielo, fatto di nuvole scure e sfondo rosso, non si direbbe ci sia pioggia in arrivo, figurarsi un temporale.
Per la strada una sirena urla a squarciagola, dirigendosi chissà dove - questa cosa ce l'hanno le sirene, che fino a un certo punto non si riesce mai a capire se siano vicinissime o distanti interi quartieri, poi all'improvviso la macchina della polizia è proprio lì, quasi arrivasse all'ultimo secondo come nei film.
Forse, pensa Maki, se il soft tennis avesse un qualche segnale acustico per l'inizio della gara, qualcosa di potente come una sirena o un allarme, proverebbe la stessa cosa: un'inaspettata ondata di adrenalina, agitazione e voglia di giocare. Chi lo avrebbe mai detto che avrebbe finito con il trovare quello sport divertente e interessante, che sarebbe arrivato a considerarlo una piccola oasi di felicità? Se ripensa a quando Toma gli ha chiesto di unirsi al club un po' gli viene da ridere, un po' si sente una persona orrenda, un cattivo amico. Però crede di essersi riscattato, in fondo. Avrà pure iniziato con poche pretese se non fare lo stretto necessario a guadagnarsi i soldi chiesti all'altro, ma più andavano avanti, più conosceva gli altri membri e riusciva a scorgerne il potenziale - forse proprio perché un esterno, perché il marcio e i problemi e i difetti è sempre difficile vederli quando ci si sta nel mezzo, quando sono cose che toccano da vicino - più gli veniva voglia di spronarli, di impegnarsi di più e vedere quanto fossero un caso perso e quanto, invece, potessero migliorare.
Non ha la capacità di parlare con gentilezza né una particolare empatia, Maki; lo sa quanto sia difficile capire le sue buone intenzioni e riconoscerle nella sua ironia e nella punta di sarcasmo, nel suo sembrare a volte un calcolatore che se ne approfitta. La sua scorza non è delle più spesse, la sua corazza non è delle più forti, ma di sicuro è quella più stratificata. Ci vuole tempo, a scendere fino in fondo senza scoraggiarsi. Eppure quando sta al club di soft tennis è sicuro di essere compreso - magari non completamente, ma dopotutto nessuno ha quella pretesa. Né gli altri di riuscirci, né lui che loro possano farlo.
«Così non può andare avanti.» mormora a se stesso nella strada deserta, lo sguardo verso il condominio non proprio nuovo, anzi. Muove un passo, poi un altro e un altro ancora, si trascina in silenzio per un corridoio prima e una scala poi, svolta a sinistra, avanza ancora. C'è un silenzio innaturale, mentre si ferma davanti alla porta che cercava: è uguale a tutte le altre ma, a differenza loro, dietro c'è un mostro e lui lo sa.
Fa quasi ridere quanto sia facile per un ragazzino delle medie diventare pericoloso: se ripensa all'ultima volta che è andato in un conbini, è stato per prendere l'occorrente per cucinare cibo da rifilare a Ouji per farlo parlare e ricavare qualche piccola informazione sulla coppia contro cui avrebbero dovuto giocare. Coppia, poi: che stranezza, pensare di arrivare ad avere un partner come lui ha Toma, dove uno sguardo e un cenno d'intesa possono essere più esplicativi di un'intero discorso o spiegazione di una strategia.
Lo sport di cui Maki conosceva a stento l'esistenza ha un peso tale sul suo cuore, adesso, da far quasi ridere di lui e della sua convinzione di potersi tenere in disparte, senza farsi davvero coinvolgere.
«Finché sarà vivo non saremo mai liberi.» sussurra, quasi stesse confortando un amico invisibile.
E pensare che nello stesso conbini ci ha comprato un coltello da cucina grazie al quale ha tutta l'intenzione di diventare assassino e liberatore insieme.
«Facciamola finita.»
Sorride.