Mar. 25th, 2022

hakurenshi: (Default)

Prompt: road trip
Missione: M3 (week 5)
Parole: 2077
Rating: teen up
Warnings: post serie (possibili spoiler)







Fuori dal finestrino il paesaggio passa in parte come lo ricorda e, in parte, come pensa di non ricordarlo davvero. E' passato un anno da quando ha chiuso quell'incubo in cui ha vissuto per almeno metà della sua vita e ancora gli riesce difficile, a volte, realizzare che può muoversi per gli Stati senza doversi preoccupare di essere seguito o che l'ombra di suo padre sia lì pronta e in agguato dove Neil non può anticiparne la presenza.


Certo, il processo non è ancora concluso considerato anche il numero di nomi che ha fornito, perciò non riesce davvero ad abbandonare l'attenzione quasi maniacale che ha dovuto adottare per così tanto tempo da farla diventare quasi un tratto caratteriale. Tuttavia la sensazione di mostrare un documento non falso è qualcosa che, a ogni occasione in cui si ritrova a farlo, gli lascia addosso una calma che non pensava avrebbe avuto mai più.


La stranezza, a dire il vero, è anche essere su una macchina che sfreccia lungo la superstrada con nessun altro occupante oltre Andrew Minyard. Neil ha passato così tanto tempo a essere in macchina con lui, Kevin, Nicky e Aaron che è strano essere in viaggio senza il resto del gruppo. Specialmente se il viaggio è iniziato alle cinque e mezza di mattina con Andrew a buttarlo giù dal letto senza troppi convenevoli, dicendogli di prendere il necessario per un paio di notti fuori e metterlo in un borsone per poi portarlo fino al parcheggio, farlo salire in macchina e partire senza aggiungere una parola.


Per quasi due ore di viaggio.


Neil è abituato ai silenzi con Andrew, ce ne sono stati di infiniti durante il suo primo anno a Palmetto; sono passati da quelli in cui si domandava quanto avrebbe dovuto mentire per passare indenne quel tempo che gli era stato concesso senza che nessuno oltre Kevin sapesse più del necessario, a silenzi di chi stava prendendo le misure e vagliando le possibilità. Alla fine sono diventati, contro ogni aspettativa, silenzi che non pesavano mai - diversi da tutti quelli macchiati di omissione che per mesi, se non anni, sono stati il massimo che potesse concedere, la migliore opzione tra quello e una bugia.


Non sa quando, ma hanno raggiunto quell'equilibrio a cui è ancora difficile credere, per cui il silenzio è stato il loro miglior modo di coesistere e di proteggersi a vicenda forse. Anche se tuttora per Neil ci sono momenti in cui capisce che non fa bene né a lui né a Andrew tacere e chiudersi fino a quando uno dei due non decide di sfondare la porta bruscamente. Ci hanno impiegato un po', e sono tutt'altro che vicini alla soluzione perfetta, ma va meglio.


Occhieggia fuori dal finestrino ancora qualche minuto ma, alla fine, sposta lo sguardo su Andrew prima e sulla radio poi. Fa per allungare una mano ma, prima ancora che arrivi ad accenderla, quella di Andrew finora rimasta sul cambio scansa la sua.


«Non metteremo una tua playlist, Josten.» lo riprende Andrew, quasi avesse già non solo indovinato i suoi intenti - non proprio nascosti con grande impegno, va detto - ma avesse anche supposto si tratti di una playlist discutibile. Neil potrebbe quasi sentirsi offeso, se quello scambio nella sua totale normalità non lo rendesse più che altro stranamente sereno, quasi divertito.


«Nemmeno se assicuro che Nicky non ci ha messo mano?» ironizza, guardandolo e approfittando del fatto che Andrew debba tenere gli occhi sulla strada per osservarne il profilo. Certo, sa bene che una delle cose che al Portiere delle Foxes non manca è la vista periferica, dunque non si sorprende di sentirlo intimargli uno «Smettila.» riferito al fissarlo, seguito poi da un «Non serve Nicky ci abbia messo mano. Ascolti la musica che ti passa. E' sufficiente a inquinare i tuoi gusti.»


*


Fanno una sosta poco dopo lo scambio sulla playlist. A detta di Andrew ha bisogno di dieci minuti lontano da Niel e dai suoi testardi tentativi suicidi di mettere le mani sulla radio, ma a conti fatti quando lui si muove per entrare nell'area di servizio e comprare qualche schifezza per ingannare il tempo durante il resto del viaggio non sente gli occhi di Andrew mollarlo un secondo. La cosa lo fa sorridere, ma si guarda bene dal farglielo notare. Compra una quantità industriale di snack: pacchetti di patatine, stuzzichini salati ma anche barrette proteiche con più cioccolato che altro e confezioni di schifezze discutibili. La cosa più sana che acquista probabilmente è una bottiglietta di acqua e insiste a pagare tutto anche se a un certo punto Andrew sembra intenzionato a pagare da sé l'unica cosa che ha preso. Per una volta è Neil a ignorarlo e impuntarsi.


Escono da lì con una busta dove sembra abbiano comprato l'occorrente per sfamare quattro persone anziché una e Andrew Minyard, che fa un po' come conteggio a sé. Mangiano qualcosa, si sgranchiscono le gambe e vanno in bagno prima di doversi rimettere in macchina per raggiungere l'altro stop del viaggio. Neil suppone sia dove dormiranno ma Andrew non l'ha esattamente reso partecipe né della meta finale del viaggio né se ci siano delle fermate che non siano autogrill mentre cercano di raggiungerla. Ha provato a indovinare da indicazioni su cosa portarsi dietro, ma Andrew non è stato troppo d'aiuto nemmeno lì - quello che ti porteresti dietro ogni giorno, si è limitato a dirgli, motivo per cui Neil non ha buttato in zaino più di qualche cambio di boxer, magliette, una felpa in più e un paio di pantaloni. Ci ha aggiunto spazzolino e qualche altra utilità ma si è tenuto leggero, abituato a viaggiare senza zavorra e non riuscendo a lasciarsi indietro l'idea di dover essere sempre pronto alla fuga.


Un paio di volte si appisola, a causa di quanto ha mangiato con ogni probabilità. Si risveglia la prima volta con la sensazione di torpore e il rumore vago delle gocce di pioggia sul vetro. Apre gli occhi e fa giusto in tempo a notare i tergicristallo muoversi a velocità moderata, segno che la pioggia non dovrebbe essere troppa, e l'espressione rilassata di Andrew al volante. Si abbandona al torpore e torna a dormire, senza quasi accorgersi di quando di preciso scivola nel sonno.


La seconda volta ha smesso di piovere, anche se il cielo grigio non promette un tempo di molto migliore. Sente un vago dolore al collo, segno che di sicuro deve essersi storto parecchio nel sonno lì sul sedile. Andrew si accorge quasi subito del suo essere sveglio e non dice nulla, in un primo momento, se non «Tra una mezz'ora ci siamo.»


Neil si sistema contro il sedile, cercando di stiracchiarsi come riesce, per poi cercare di vedere in lontananza. Non gli sembra di notare niente che suggerisca una città anche piccola, perciò rimane il mistero di dove siano diretti.


«Non mi stai dicendo dove stiamo andando perché...?» domanda, gli occhi azzurri su Andrew. Lo vede fare almeno lo sforzo di guardarlo di sottecchi, prima di alzare leggermente le spalle: «Perché non ti cambia niente saperlo.»

«Certo, a parte una vaga angoscia dell'ignoto.» ironizza, vedendolo inarcare un sopracciglio.


«Poco credibile.»

«Ma non impossibile.»

«Dovresti tornare a dormire.»

«E lasciarti da solo in questo viaggio verso il nulla? Non potrei mai. So che ti manco.»

«Ti odio.»


*


Si aspetta un motel discutibile e anche un po' sporco perché è a quello che si è abituato durante la fuga, per dare meno nell'occhio - un adolescente da solo in alberghi dignitosi avrebbe destato una miriade di domande a cui non avrebbe potuto rispondere nemmeno volendo - e per risparmiare più soldi possibili in caso gli fossero serviti. Non si era mai adagiato su quanti ne avesse, puntando a spenderne solo lo stretto necessario per fin troppi motivi.


Si ritrova in un posto che di certo non sarà in cima alla classifica ma è più che discreto. A sentire Andrew il giorno dopo dovranno stare in macchina giusto per un paio di ore prima di raggiungere la loro meta, di cui Neil non è stato ancora messo al corrente peraltro. Fanno il check-in, mostrano il documento d'identità e pagano in anticipo così da potersene stare tranquilli se anche il giorno dopo dovessero decidere di ripartire all'alba. La coppia alla reception non fa troppe domande e gli indica dove recuperare qualcosa da mangiare all'area di servizio cento metri più avanti.


Quando salgono le scale e arrivano alla stanza, Neil fa appena in tempo a chiudere la porta da vedere la mano di Andrew posarsi su di essa. Si gira, ritrovandosi tra il legno e Andrew stesso e lascia andare lo zaino. L'altro lo sta guardando, valutando forse. Neil ha imparato a saper aspettare e quando si tratta di Andrew non è mai tempo sprecato - anche se non sempre glielo dice, per non far aumentare esponenzialmente la percentuale di odio altrui nei propri confronti, quella che l'altro sostiene essere ormai ben oltre l'accettabile.


«Sì o no?» arriva, puntuale, la domanda che ormai non avrebbero quasi più bisogno di farsi. Neil sa che a occhi esterni potrebbe sembrare assurdo, ma lui sarebbe pronto a fargliela per altri dieci anni e a rispondere per lo stesso lasso di tempo se questo bastasse a far sentire Andrew più sicuro. Per questo lo guarda dritto negli occhi e pronuncia solo «Sì.»


L'attimo dopo le labbra di Andrew sono sulle sue, non con urgenza ma nemmeno con la calma che forse avranno condiviso in uno o due baci da quando questo - che, per dirlo con le parole di Andrew, non c'è nessun 'questo' - è cominciato. Neil porta le mani sull'unico punto del corpo dell'altro che hanno ormai definito essere safe, ossia i fianchi. E' successo un giorno come tanti, in cui Andrew con ogni probabilità si è stancato di continuare a prendergli la mano e posargliela sul fianco, per poi partire da lì e a volte muoversi, a volte restare semplicemente dov'era stata posata. Per Neil è stata un'immensa prova di fiducia.


Ricambia il bacio per un tempo lungo, senza che cambi di molto. Andrew gli concede di far salire le mani lungo i fianchi e poi tra i capelli, di sfiorare con le dita la linea della sua mascella. Neil invece gli lascia campo libero come ogni singola volta, senza superare il proprio limite autoimposto anche quando Andrew gli succhia il labbro inferiore o glielo morde, qualcosa che ha smesso di essere d'aiuto dopo la prima volta che Neil ha sentito davvero le mani di Andrew sul proprio corpo. Quando c'erano ancora tante cose che non andavano e pensava non sarebbe arrivato a festeggiare il Natale o a vedere la sua squadra - la sua famiglia - raggiungere la vetta per un secondo anno di fila.


Forse era stato così disperato da non preoccuparsi troppo delle implicazioni e, senza alcun dubbio, non avrebbe mai scommesso nemmeno una moneta bucata che si sarebbero ritrovati così dopo due anni: salvi dai loro fantasmi, senza averli potuti eliminare del tutto ma di certo senza doversi più piegare al loro peso sulla schiena, insieme e con qualcosa a cui Andrew ancora si rifiuta testardamente di dare un nome ma che Neil ormai sa come chiamare nella propria testa.


Andrew si allontana dalla sua bocca e scende sul suo collo, morde e succhia la pelle dove Neil sa che ci sarà un evidente succhiotto nei giorni seguenti e che non passerà inosservato a nessuno dei suoi compagni - sente già esultare Matt, può vedere il sorrisetto divertito di Dan e  Allison, l'espressione pacata di chi sa come Renée. Nicky farà qualche battuta che gli farà guadagnare una presa mortale da parte di Andrew e forse Aaron fingerà di vomitare. Varrebbe la pena già solo per l'ultima opzione.


Neil si sente mordere più forte e sobbalza appena, abbassando il viso quando sente che Andrew si è leggermente scostato per guardarlo. Incrociano i loro sguardi e l'unica spiegazione che Andrew offre è «A cos'altro pensi Josten? Occhio a come rispondi.»


Si fa scappare un sorrisetto sghembo ed entrambi sanno che i suoi problemi di controllo della rabbia - o meglio, di quello che gli esce di bocca quando non si impegna a fingere una diplomazia che non ha - stanno per emergere qui e ora.


«Non so, mi sono distratto.»


Andrew lo tira, abbandonando la porta e muovendosi verso il letto. Dovesse scommettere come ha sempre fatto riguardo la sua vita, Neil potrebbe azzardare riguardo un orario più tardo del previsto per la partenza di domani.


 

Profile

hakurenshi: (Default)
hakurenshi

April 2025

S M T W T F S
  1234 5
6789101112
1314151617 1819
20212223242526
27282930   

Most Popular Tags

Style Credit

Expand Cut Tags

No cut tags
Page generated Jun. 9th, 2025 07:09 pm
Powered by Dreamwidth Studios