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Prompt: scontro
Missione: M1
Parole: 712




Quando Horikawa raggiunge il dojo insieme a Kanesada, la situazione è molto peggio di quanto si aspettasse quando i piccoli Toushirou sono andati a cercarlo, trafelati, chiedendogli di correre al dojo perché Kashuu e Yasusada stavano litigando. Tuttavia quello davanti ai suoi occhi non è solo più di un litigio, ma anche molto più di uno scontro con la spada, sebbene vederli incrociare le armi di legno minimizzi molto la cosa a un occhio esterno e poco allenato.
Innanzitutto, sono silenziosi. Una cosa che ha sempre caratterizzato le spade di Okita Souji è che entrambi, nella loro forma umana, hanno mantenuto il modo di combattere del proprio padrone. Okita Souji non è mai stato un uomo o un guerriero di poche parole come era invece Hijikata, quindi il fatto che né dalle labbra di Kashuu né da quelle di Yasusada esca un solo verso è già indice che qualcosa non va.
Horikawa assottiglia lo sguardo e nota quasi subito un altro dettaglio preoccupante quando le spade di legno si scontrano di nuovo: non solo c’è molta più forza di quanta entrambi mettano in genere in un fendente - Horikawa li ha visti allenarsi troppe volte per non sapere che lo stile di entrambi non è massaccio o pesante come quello di Nagasone o Tonbokiri, solida roccia quasi impossibile da spostare, ma agile, veloce e preciso. Al momento quei due non stanno combattendo né per migliorarsi a vicenda, né per un incontro amichevole. C’è in loro l’intento di prevalere l’uno sull’altro fisicamente, niente di più.
Horikawa fa un passo avanti quando vede Kashuu caricare a piena forza e scagliarsi su Yasusada, ma si blocca quando a livello inconscio prima ancora che conscio si rende conto del perché tutto gli risulta almeno vagamente familiare - è un ricordo vago nel contesto in cui si è svolto ma più che nitido nell’avvenimento di per sé e nella causa scatenante: Kashuu e Yamato hanno avuto scontri violenti ma sono sempre, sempre stati riguardo Okita.
La mano di Kanesada si posa sulla sua spalla e stringe appena, per attirare la sua attenzione; quando Horikawa gliela rivolge Kanesada si limita a guardarlo e a scuotere la testa.
Nel dojo il rumore delle spade che cozzano l’una contro l’altra più volte riecheggia nel silenzio. Un mormorio sommesso di chi si chiede cosa debba fare si alterna all’ingenuo tentativo dei più giovani di richiamare ora Kashuu, ora Yasusada nella speranza di fermarli, senza alcun successo. Horikawa non se ne stupisce.
A volte, guardandoli, si rende conto che entrambi insieme riescono a mostrare una copia perfetta e a tutto tondo di Okita: Yasusada ha la freddezza nel combattimento, Kashuu il divertimento quasi arrogante dell’incrociare la spada con qualcuno; Yamatonokami ha quella placidità che, per quanto di rado, Okita tirava fuori - spesso gelida, spesso distante - mentre Kiyomitsu è il fuoco delle emozioni che Souji ha tirato fuori prima di morire, per paura della vita che gli scivolava fra le mani senza che lui potesse farci nulla, pur con tutta la voglia di vivere del mondo.
Questi dettagli gli tornano alla mente sempre quando li vede litigare, scontrarsi per un amore viscerale nei confronti di un padrone che non sapranno mai sostituire del tutto nei loro cuori, una figura che è stata troppo per entrambi ma in modo così diverso che non riescono a farlo combaciare per accettarsi a vicenda.
Così si scontrano, irrimediabilmente: Kashuu con l’impeto della disperazione che non lo ha mai lasciato da quando si è spezzato - non materialmente, no, ad averlo spezzato è stata la perdita - e Yasusada con la calma che è solo la parentesi illusoria prima della tempesta.
Le spade cozzano di nuovo una contro l’altra, e Kashuu si lascia finalmente sfuggire di bocca un verso frustrato, arrabbiato e di sfogo. Yasusada forse non se lo aspetta, ma si fa sbilanciare e finisce a terra.
Torreggiando sopra di lui, Kashuu lo guarda mentre il petto si alza e si abbassa per il respiro affannato e la punta della spada di legno quasi sfiora la gola di Yasusada; un silenzio innaturale di fiati sospesi resta a fare da cornice a un’immagine immensamente triste.
Horikawa guarda Yasusada. Come possono loro, dai sentimenti così simili, essere quelli meno in grado di comprendersi e salvarsi a vicenda?

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