Machtig (M3, week 3)
Feb. 24th, 2022 11:17 pmPrompt: regalare una spilla
Missione: M3 (week 2)
Parole: 1087
Rating: gen
Warnings: missing moment
E’ una notte serena fatta di stelle e lanterne, quella in cui si muove nella strada principale piena di bancarelle. Il vociare delle persone tradisce la serenità di un popolo che ha conosciuto la guerra ed è riuscito comunque a mantenere la speranza e la voglia di condivisione. Nel cielo trapuntato di piccole luci si mescolano, nell’aria, profumi di cibi e spezie; si muovono sul ciottolato adulti e bambini, coppie e amici.
Gilbert li guarda con discrezione, non apprezzando l’invadenza di una sfera personale come una serata passata insieme alle persone amate. Gli piace, però, osservare la felicità di chi lo circonda: cammina con addosso la divisa da militare ma il mondo non si cura di lui, stasera. E’ un uomo tra tanti, come tutti gli altri, anche se a pochi passi di distanza lo segue una bambina che non ha alcun legame di sangue né famigliare con lui.
Violet lo segue come il migliore dei soldati, mantenendo una distanza equa che non diminuisce né aumenta mai. Gilbert prova a girarsi un paio di volte, a fermarsi per ritrovarla ferma a sua volta, a farle cenno di avanzare di più e affiancarlo ma senza risultati. Sia a voce sia con il linguaggio del corpo Violet ha mostrato di sapere qual è il suo posto, o almeno quello che crede essere tale. Gilbert vorrebbe dirle che può essere tante cose diverse, ha sperato di riuscire a comunicarglielo anche se non a parole - insegnandole a leggere e a scrivere ha sperato di riuscire a farla sentire più vicina agli altri ragazzi della sua età, mostrandole la bellezza di un fiore e donandole il suo nome ha pregato di poterle dare una briciola di normalità.
Ogni volta che vede la distanza tra loro, però, e soprattutto quando capisce di non sapere come accorciarla davvero… in quei momenti Gilbert sente il fallimento pesargli sulle spalle insieme al senso di colpa di non essersi opposto a suo fratello, di non aver detto un no più deciso quando lui ha spinto Violet tra le sue braccia con lo stesso scarso riguardo che si può avere per un oggetto.
Un bambino gli taglia la strada correndo dietro gli amici, si scusa frettoloso tra le risate e Gilbert non può far altro che sorridergli. Si volta aspettandosi Violet alla stessa, immutabile distanza e con sua sorpresa la trova più indietro, ferma davanti a una bancarella come ce ne sono tante altre. Si prende qualche secondo per osservarla, lì come una ragazzina normale della sua età sarebbe al suo posto, lo sguardo vivo di una curiosità e di una meraviglia che Gilbert quasi si commuove nel vedere, perché la rende così umana.
E’ così presa da non accorgersi di lui e della sua vicinanza. Ha gli occhi puntati su oggetti di non eccessivo valore, ma che Gilbert capisce perché attirino la sua attenzione. Per la prima volta da quando l’ha presa con sé, si rende conto di quanto - a discapito della guerra che sembra scorrerle nelle vene e sotto la pelle - il suo sia l’animo di una ragazza. Lì, rapita dal gioco di colori di quei piccoli gioielli illuminati dalle luci artificiali di una città in festa, appare ai suoi occhi preziosa e fragile come non è mai apparsa fino a oggi.
Per questo allunga una mano e prende la spilla che tanto l’ha rapita: un ovale di pietra preziosa, di una sfumatura di verde a cui non sa dare un nome, lui che più delle distinzioni di sfumature cromatiche sa associare i colori solo alle cose che ha conosciuto o su cui ha avuto la fortuna di poter posare lo sguardo finora ma senza alcun tecnicismo in aggiunta.
E’ come vedere Violet risvegliarsi all’improvviso: le spalle si irrigidiscono appena e lo sguardo saetta verso Gilbert, sebbene inizialmente lo faccia per seguire l’oggetto ora nelle sue mani. A lui ci vuole poco per pagare quel piccolo oggetto, non sa se ottenendo anche un piccolo prezzo di favore o meno, sorridendo con un impaccio di sottofondo quando la donna dietro la bancarella sottolinea come un gioiello sia il regalo adatto per una ragazza anche giovane come Violet. Si sposta di qualche passo, dicendosi che è per non ostruire la vista di altri interessati alla merce ma - a conti fatti - per sfuggire all’attenzione di una donna che non vede in loro dei soldati, a discapito delle loro divise.
Si piega leggermente sulle ginocchia, così da essere alla stessa altezza di Violet quando le allunga la spilla in un tacito invito a prenderla. Vede i suoi occhi farsi sorpresi prima e confusi poi, prima di sentirle dire di non poter accettare. Scuote la testa e la voce di Violet sparisce, perché basta così poco in una persona che è stata cresciuta come un’arma per ottenere il suo silenzio. Eppure Gilbert non vuole questo da lei, non ha bisogno di un fedele seguace; per questo non aspetta l’accettazione di un dono che potrebbe non arrivare mai ma avvicina le mani al colletto della giacca troppo grande indossata da Violet e, con una sfumatura goffa nei movimenti delle proprie dita, appunta direttamente la spilla nella stoffa.
«Grazie, Maggiore.» pronuncia Violet, dopo avergli detto di nuovo con l’innocenza di un bambino a cui è appena stata insegnata una nuova parola quanto i suoi occhi siano belli. Come se, donandole una spilla di quello stesso colore, lui le avesse fatto il regalo più grande del mondo.
Invece lui sente il senso di colpa attanagliargli le viscere. Le ha donato una spilla, qualcosa di così semplice e impossibile da paragonare a ciò che vorrebbe darle davvero - la libertà di scegliere, la possibilità di vivere una realtà completamente diversa.
Una spilla. E’ così da Violet non riuscire anche solo a pensare di meritare un regalo, o di cosa potrebbe avere bisogno. Lei con il costante desiderio di fare ciò che un soldato deve, di saldare un debito che Gilbert non crede lei abbia mai avuto. Il contrario semmai: le deve la vita, le deve il successo di ormai diverse operazioni militari, le deve l’infanzia e l’adolescenza che mai nessuno potrà restituirle.
Vorrebbe poterle regalare un mondo intero, calpestando l’egoistico desiderio di tenerla vicina o fingendo di poter abbandonare tutto ciò che suo padre ha voluto per lui e suo fratello, tutto ciò che i Bouganvillea sono stati fino a oggi. Dimenticare un nome ed essere solo quello che Violet vedrebbe in lui: un uomo con gli occhi dello stesso colore di un gioiello illuminato da una lanterna.